Sabato 14 marzo 2015 si terrà a Palermo, presso la libreria “Un mare di libri” di Via Francesco Crispi 88, la mostra fotografica “IL MARE …ed è qualcosa da cui non puoi scappare”. E’ la prima tappa di una serie di mostre in programma e vede l’esposizione di scatti realizzati da Giovanni Ombrello, fotografo subacqueo e amante del mare, nonché organizzatore di Campus estivi di fotografia subacquea sull’isola di Linosa dove giovani e meno giovani possono vivere esperienze uniche a contatto con la natura. Un esempio, quello di Giovanni, di come la passione e l’amore per il mare possano muovere iniziative culturali e di sensibilizzazione verso la tutela della natura. Chi scrive ha conosciuto Giovanni qualche anno fa e ha riconosciuto in lui le qualità dell’avere un animo nobile e una sensibilità che può essere letta nei suoi occhi; e nelle sue opere che, sono certo, avranno grande successo.
Queste le sue parole per parlarci di questa iniziativa: Nella prima tappa di questo percorso di mostre saranno esposte venti foto; come nelle successive due esposizioni che completeranno un percorso personale sulla ricerca dei colori e delle forme di vita del nostro mare. Le foto sono tutte “macro o macro spinte”: particolari di animali, colori vivaci, forme e volumi esaltati dalla luce adeguatamente disposta. Nulla da invidiare ai posti tropicali. Il “Mare Nostrum”, spesso sottovalutato, conserva ancora uno scrigno di emozioni, di vita e di luce che non ha paragoni con altri mari.
La mostra, che dimostra quanta bellezza c’è nel nostro mare, vuole essere anche un messaggio di speranza per sensibilizzare una comunità verso la tutela dell’ambiente e del mare; spesso maltrattati dall’uomo moderno. Le foto sono scattate nel palermitano, nel trapanese, ad Ustica e Linosa.
La mostra verrà presentata da Alberto Romeo, Tridente d’Oro “Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee”, Presidente Onorario “Gruppo Ricercatori ed Operatori Subacquei” e primo Campione Italiano di Fotografia Subacquea. Una presentazione di prestigio e così anticipata:
Ho accettato con vero piacere, in qualità di fotografo subacqueo veterano, di fare la presentazione di questa mostra di Giovan Battista Ombrello. Giovanni è un fotografo a tuttotondo; spazia dalla fotografia di monumenti a quella artistica, dal bianconero al colore, dal nudo alla macrofotografia, dalla foto col telefonino alla manipolazione del materiale sensibile Polaroid, dalla camera oscura per pellicole alla post produzione digitale.
Negli ultimi anni si occupa prevalentemente di fotografia subacquea, all’interno delle attività del Linosa Campus organizzate da “Palermofoto” di cui è co-fondatore. Per uno che ha imparato a nuotare in una “gebbia” nella campagna palermitana, si può dire che ne ha fatta di strada – anzi di acqua – specie nei fondali di Ustica e Linosa dove sono state fatte le foto di questa mostra. La sua fotografia nasce da uno spirito estremamente libero ed istintivo; è alla continua ricerca dei molteplici cambiamenti della luce e della contrapposizione delle masse, come nel caso della foto del pesce pappagallo maschio “Sparisoma cretense” sullo sfondo marino. E’ affascinato dal vedere e non vedere, dai forti contrasti fra luce e ombra, fra bianco e nero; e da come l’illuminazione cambia significato a ciò che si vede, come nel caso della “Protula bianca”o“Protula tubularia”.
Ama i particolari e i primissimi piani che rivelano immagini piacevoli, incomprensibili ai più, ma chiarissimi agli esperti (l’occhio vede quello che la mente sa). Così i primissimi piani di un’attinia “Aiptasia mutabilis” o di un’anemone “Condylactis aurantiaca”, di una stella marina spinosa “Coscinasterias tenuispina”, di uno scorfano ritratto frontalmente “Scophaena scrofa”, di un vermocane “Hermudices carunculata”, di un riccio “Paracentrotus lividus”, di meduse come la “Pelagia noctiluca” o la “Cotylorhiza tuberculata”, che possono sembrare criptici, si svelano ad un occhio esperto in tutta la loro chiarezza e ricchezza di particolari. L’Autore ama cogliere l’attimo fuggente come quello del mollusco “Cymatium parthenopeum” che si accinge a divorare una “Halocinthya papillosa” o il tordo pavone “Symphodus tinca”, colto nell’attimo in cui ha staccato un rametto di alga per costruire il suo nido. Ama la grafica degli “Spirographis”, delle protule e dei ricci. Di lui hanno scritto: “Giovanni è uno che ama il mare in modo così incondizionato da lasciare ipotizzare che il suo patrimonio genetico abbia ereditato cellule di Colapesce”.
Auguro a questa mostra e all’Autore un grande successo di pubblico e di critica, ce ne sono tutti i presupposti.
Associo all’augurio di Alberto Romeo il mio e quello della comunità di Eleggo.info .