L’analisi del voto ligure può sembrare essere la classica condizione adatta a valutazioni di carattere locale. Può anche darsi che il lavoro amministrativo condotto dal centro-destra in quella regione sia la ragione della vittoria. E può darsi che il candidato abbia avuto nel suo curriculum le frecce che portassero al gradimento dei cittadini. Ma a mio avviso non è solo questione di politica locale.
Le inchieste della magistratura che alterano l’andamento delle legislature, sono diventate una costanza del panorama politico a livello nazionale e locale, da quando questa tecnica è diventata organica alla sinistra come strumento di lotta politica. Non è in questo articolo che farò una disamina storica per dimostrare la reale esistenza di una falange armata rossa della magistratura, l’ho fatto altre volte, e qui confido che il lettore se non stolto e ipocrita, non neghi l’ovvio e l’evidenza.
Quello che porta la mia riflessione è una valutazione di carattere generale, che guarda il fenomeno da una torre, con la memoria storica di chi comprende che i fenomeni, se radicali e ripetuti, poi generano delle conseguenze che si ritorcono contro chi pensa di essere più furbo, sfruttando vantaggi che sul breve periodo sono vincenti, ma sul lungo periodo generano un effetto boomerang.
La problematica della magistratura politicizzata è di antica genesi, e risale al dicastero pattuito da Palmiro Togliatti su ordine di Stalin, per il controllo di una delle “casematte del potere”. E’ al termine del fascismo, infatti, che immediatamente la sinistra operò in base alle indicazioni di Antonio Gramsci, che scrisse nero su bianco che siccome la maggioranza del popolo italiano non era e non sarebbe mai stato di sinistra, bisognava prendere il controllo dei centri di potere per conquistare il governo della cose non per via democratica. Le scuole, le università, i sindacati, la magistratura, l’informazione e via così.
Facendo un salto nel tempo, quello che scrivo è divenuto cronaca da tutti conosciuta da tangentopoli e da quando Berlusconi venne massacrato con 130 inchieste in pochi anni, che cambiarono il corso degli eventi, fecero cadere governi frutto di elezioni e mandarono al potere chi le elezioni le aveva perse. C’è però un dettaglio non da poco che si ricollega alla premessa. Sul breve periodo questa cosa funzionò, nel senso che il soggetto era un imprenditore milionario, sicuramente ovviamente con tanti scheletri nell’armadio, tale che quella azione politica condotta dalla magistratura, potesse essere mediaticamente spacciata (tramite il controllo di quadi tutta la carta stampata) come giusta nel merito.
Le cose sono cambiate, però, quando la politica superò Silvio. Infatti, gli stessi metodi, iniziarono a essere utilizzati verso politici che oggettivamente sono persone comuni. Salvini, o Giorgia Meloni, non posseggono nulla, non sono dei milionari in affari con i potenti della terra, e questo ha generato agli occhi dei cittadini l’inizio dell’effetto boomerang. Infatti, al netto di persone di sinistra accecate dalla partigianeria incapaci di ammettere la verità, i comuni cittadini, anche di sinistra o centristi (solitamente ago della bilancia), hanno potuto osservare una realtà esprimibile così: “ma se Berlusconi non c’è più e appena a far politica sono persone comuni anche queste vengono prese di mira da inchieste, allora era vero che la sinistra usa i magistrati per fini politici”.
Questo sta iniziando a generare una reazione, in parte avvenuta già un decennio fa, ma che adesso sta diventando travolgente: la gente che non voterebbe mai per Salvini o la Meloni sulla base di motivazioni politiche, li vota comunque per principio e per avversione a una sinistra che conduce la sua azione politica in questo modo.
Forse a sinistra non lo capiscono, perché sono troppo distratti e impegnati a dire che sono colti, intelligenti e superiori a tutti. E quindi in questa orgia di antipatia e autoreferenzialità già anticipata tanti anni fa dal testo di Luca Ricolfi “Perchè siamo antipatici, la sinistra e il complesso dei migliori”, non si accorgono degli effetti a lungo termine del loro agire. A breve termine, anni fa, hanno avuto dei tornaconti, a lungo termine hanno generato il fatto che adesso sono e saranno perdenti ovunque.
La mostruosa forza dirompente che hanno avuto alcune intercettazioni di magistrati non può non essere compresa se non per effetto di una idiozia e di una spaventosa ignoranza che avvolge tutta la sinistra.
Ma davvero si pensa che non abbia conseguenze il fatto di leggere i messaggi di un magistrato che scrive “lo so che Salvini ha ragione, siamo indifendibili, ma in questo momento dobbiamo attaccarlo lo stesso”. Ma davvero non c’è nessuno a sinistra con una intelligenza minima da capire gli effetti sull’elettorato del caso Scarpinato? Ma davvero nessuno capisce, a sinistra, che se la Meloni, per azione politica e malcontento tipico delle espressioni al governo delle cose, può avere una flessione verso il basso come succede nei sistemi dove vige l’alternanza democratica, nel momento in cui è protagonista mediatica di un attacco della magistratura il risultato è che quella flessione viene compensata da chi non la avrebbe votata, ma per reazione decide di appoggiarla?
Per me non si può essere così stupidi da non capire che se un giudice scrive nero su bianco che la Meloni va politicamente fermata, questo ha l’effetto di aumentare il suo gradimento e i suoi voti. Eppure a sinistra stupidi lo sono e molto di più di quanto crediamo a questo punto.
Non so delineare i contorni del tutto; forse ciò deriva dal fatto che dopo la parentesi berlusconiana, la sinistra ormai si è plasmata e completamente proiettata su una essenza che non può più prescindere dall’azione dei magistrati amici. Nel senso: la sinistra ormai è questa cosa qui. Prima c’era l’azione dei magistrati amici, ma c’era anche una politica. C’era l’autorevolezza dei Bertinotti, dei Romano Prodi, e di tanti protagonisti che possono non essere graditi a tutti ma hanno rappresentato una idea autorevole delle cose. Oggi, pare, che la sinistra politicamente non esista e che quella azione dei magistrati che prima era contorno, ora sia diventata l’unica espressione.
Le elezioni liguri sono state condizionate da una spettacolarizzazione dell’inchiesta che, se giusta nel merito (non tocca a me dirlo), credo abbia anche avuto azioni eccessive come la carcerazione domiciliare per forzare le dimissioni del Governatore. E proprio lì si è visto in ogni piazza l’arrembaggio degli stolti che chiedevano elezioni immediate, subito. Perché invece di vincere sulla base del fare e delle idee, volevano vincere grazie alla spinta di quel momento mediatico dato dalle inchieste.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La destra vince. E se a sinistra continuano a passare le giornate a parlare di fascismo e cantare Bella Ciao invece che fare politica vera, la destra potrà governare anche in modo pessimo ma vincerà ovunque per i prossimi decenni.
Non capiscono che non c’è più la figura ingombrante di Berlusconi che giustificava la possibilità di fare antagonismo invece che opposizione democratica. Bisogna essere davvero stupidi per non capirlo. Non c’è bisogno di un politologo esperto.
Forse il bravo Luca Ricolfi dovrebbe scrivere un nuovo libro sulla sinistra dopo quello pubblicato tanti anni fa. Invece di “Perché siamo antipatici”, potrebbe intitolarlo “Perché siamo così stupidi”!!!