La corsa verso le elezioni comunali di Trapani prosegue. Sui vari fronti si registrano idee, progettualità e divergenze tra le varie proposte elettorali. Una delle compagini che, per ovvi motivi, va osservata decisamente, è quella del movimento 5 stelle che a Trapani vede candidato sindaco Marcello Maltese. Ci siamo incontrati in occasione di un convegno sul paesaggio. Migliorare i servizi, lavorare sul territorio e sulla cultura, sono alcuni dei temi trattati a margine di quello che, ormai in ogni dove, è il chiodo fisso del movimento e del suo modo di descriversi: quello di ascoltare la gente per le strade.
Quale percorso l’ha portata nel m5s e a questa candidatura?
L’avvicinamento è stato progressivo con collaborazioni all’interno del movimento fino alla decisione di un contributo più attivo. Come si è arrivati alla candidatura bisognerebbe chiederlo alle persone giuste, i cittadini che mi hanno scelto. Forse perché sono una figura diversa da quella classica con competenze giurisprudenziali, che spesso viene portata avanti per questi ruoli; o per il fatto di conoscere bene il territorio. Sta di fatto che con mio grande onore oggi porto avanti questa candidatura.
Quale sarebbe la cosa più importante da fare?
Sicuramente la possibilità di dotare di progettualità l’amministrazione per le scelte strategiche da fare sul territorio. Abbiamo avuto esempi di immobilismo. Come il bando di idee per la piazza del mercato del pesce: furono consegnati una quindicina di proposte e poi venne messo tutto nel cassetto. Perché? I bandi vanno portati fino a progetto esecutivo. Ma tutto questo, il seguire i progetti dall’inizio alla fine e fargli vedere la luce, qui a Trapani, mancano da sempre. Approfondire i motivi è difficile. Forse non c’è la voglia o forse ci sono interessi che distolgono l’attenzione da queste cose.
Nel concreto, se dovesse fare pochi esempi di necessità impellenti?
Di certo i servizi a rete. Fognature, trasporti e servizi anche per il lungomare, che dovrebbe essere il nostro gioiello e invece versa in uno stato non decoroso. Oltre a questo un punto fondamentale del nostro programma è il redito di cittadinanza. Bisogna realizzare questa idea sulla base delle esperienze degli altri comuni, come Livorno, dove sta funzionando.
Questo non potrebbe alimentare la cultura dell’assistenzialismo?
No, perché questo progetto sarebbe parametrato per una fetta di popolazione limitato ed insieme si realizzerebbero idee con cui, i soggetti destinatari, potrebbero mettersi a disposizione dell’amministrazione, ad esempio svolgendo ore di lavoro per dei servizi comunali. Questo anche per incentivare l’immissione nel mercato lavorativo e la voglia di partecipare attivamente alla vita della città. Nessuno deve sentirsi tagliato fuori e ai margini.
Recentemente un convegno sulla scuola per tutti. Cosa avete in mente, quali le vostre proposte?
La scuola è fondamentale e nel nostro programma questa deve essere un riferimento per i cittadini. La scuola deve essere aiutata per i problemi amministrativi, organizzativi e di edilizia scolastica.
Una delle proposte più famose in città è quella sul nuovo ospedale di trapani; idea descritta come propaganda. Perché? E lei come opererebbe?
Siamo stati chiari: ma noi trapanesi abbiamo bisogno di un nuovo ospedale, o di far funzionare meglio quello esistente? La struttura odierna è una ottima struttura che venne fuori da un concorso degli anni 60 e si trova in una posizione strategica. Ci si può lavorare adeguandola alle esigenze di oggi!
Pensa che dietro alla idea del nuovo ospedale ci possano essere interessi speculativi?
Non voglio pensare male ma dico che preferisco che vengano adeguati i servizi esistenti e non si consumi nuovo territorio. Ovunque si faccia il nuovo ospedale si andrà a intaccare e consumare una nuova fetta di territorio e noi siamo contrari. Abbiamo una struttura a torre bianca abbandonata. Perché non lavorare sui luoghi già a disposizione?
Successo recente è quello dei finanziamenti alla biblioteca Fardelliana, che hanno dato momentaneo respiro. Ma parlando in linea generica l’ambito culturale di questa città è di dimensione illimitata. Come operereste concretamente per rilanciare il territorio attraverso la cultura?
Questa città ha sicuramente un patrimonio inestimabile di risorse culturali. Siamo seduti sul nostro tesoro ma negli ultimi decenni a Trapani non si è investito per nulla. Se fosse stato fatto non sarebbe mai accaduto che una amministrazione, senza chiedere conto e ragione a nessuno, avesse abbattuto dei veri e propri monumenti come le eritrine. È successo per mancanza di cultura! I cittadini si sono attivati ma questo ci dà il metro culturale delle città. Va operato un lavoro serio su tanti fronti a partire, come hai ricordato, dalla biblioteca fardelliana che deve rappresentare un presidio di interesse internazionale. Adesso il problema è stato ammortizzato per l’immediato ma va pensato uno sviluppo in senso duraturo.
Quale è la sua opinione sull’idea di unire i comuni di Erice e Trapani?
Noi abbiamo lanciato la campagna di paesaggio unico, certamente, ma non sono d’accordo con l’idea di città con una unica amministrazione, cosa difficilissima da attuare. Bisogna lavorare e mettere a rete collaborazioni tra le due amministrazioni che vadano a superare certe difficoltà per dare ai cittadini servizi più efficienti. L’unione amministrativa è oggettivamente complicata da realizzare e non credo sia la strada giusta.
Molti parlano di una mancata genuinità del movimento perché vi militano persone che hanno spesso fatto politica attiva, a sinistra, in passato. Come risponde a queste polemiche? C’è qualcuno che tenta di riciclarsi?
Quando il m5s non era presente sul territorio, se qualcuno ha partecipato alla vita politica in altri ambiti era suo diritto. È una polemica sterile. Io non temo la presenza di persone che vogliano riciclarsi. Perché le conosco ed è gente che lavora sul territorio, con voglia e volontà di far bene. Fosse stato diverso questi soggetti sarebbero sicuramente stati osservati e avremmo capito le loro reali intenzioni.
Perchè un cittadino dovrebbe scegliere voi?
La risposta è una domanda: ma perché un cittadino dovrebbe votare ancora una volta per chi ha sempre governato e non per dei cittadini come lui? L’unico movimento in cui le persone che hai di fronte ti ascoltano è il nostro. Siamo stati per mesi sul territorio e abbiamo ascoltato la gente. Questa è la nostra caratteristica e all’interno del movimento ci saranno sempre persone pronte ad ascoltare i problemi per tentare di risolverli per il bene di tutti.