Piano EC19 (Emergenza Covid19). Il nome non è eccezionale e non suona bene come il più famoso Piano Marshall, ma serve intanto per dare l’idea. Per tracciare già da subito una prima grande differenza tra ciò che doveva essere e non è stato.
31 gennaio 2020 Il Governo Conte (PD-5Stelle-Renzi) dichiara lo stato di emergenza sanitaria nazionale per sei mesi. Da qui in poi la storia la conoscete tutti. Due mesi di proclami, dalla negazione di tutto al chiudiamo tutto. Decine di DPCM, AUTODICHIARAZIONI a iosa e via con dichiarazioni in conferenza stampa in diretta FB. Dopo due mesi ancora mancano le mascherine negli ospedali per non parlare dell’altro.
Io vi racconto la storia di come doveva andare.
31 Gennaio 2020 – Il Governo presenta il Piano EC19, con il quale dichiara lo stato di emergenza nazionale, costituendo il Comitato EC19 di supporto alla Presidenza del Consiglio di cui fanno parte: Ministro della Salute, dello Sviluppo Economico e Lavoro, della Difesa, dell’Interno, Capo della Protezione Civile, Capo di Stato Maggiore, Direttore dell’ISS. La Comunicazione sia istituzionale che normativa viene avocata alla Presidenza del Consiglio, onde evitare confusione nella comunicazione alla popolazione. Dopo una prima fotografia dello stato della sanità pubblica e relativo calcolo del fabbisogno dei posti di terapia intensiva e dopo una attenta analisi del fabbisogno di materiali necessari per affrontare una eventuale emergenza sanitaria (a quel tempo ancora l’Italia non era stata investita dall’epidemia) grazie anche a ciò che già stava accadendo in Cina, si stila un elenco di materiali da reperire e/o produrre. A questo punto il governo individua 5 industrie specializzate al Nord, 5 al centro e 5 al Sud e Isole, confiscandole temporaneamente e facendo partire subito la produzione dei materiali necessari. Già questo avrebbe permesso di arrivare al momento di inizio dell’epidemia in Italia con la produzione in progress. Attraverso un decreto legge poi si chiudevano le frontiere, i porti e gli aeroporti, scuole e quanto non necessario per 1 mese, si stabiliva un solo modulo di autocertificazione per tutte le esigenze, si stabilivano le misure di contenimento, si stabiliva di fare i tamponi a tutti e di comunicare solo i dati certificati dall’ISS, comunicazione che poteva fare solo la Protezione Civile e non ogni regione, le misure di aiuto per i lavoratori e così via. Il Comitato EC19, una volta stabiliti i primi passi per gestire l’emergenza, aveva il tempo di dedicarsi da subito alla gestione del secondo momento quello relativo all’economia del paese.
Da qui in poi iniziamo a parlare del futuro perché purtroppo ciò che vi ho scritto non è avvenuto e il primo grande insegnamento di questa triste vicenda è proprio il fatto che non si è stati in grado di gestire l’emergenza. Se il virus fosse stato un pò più letale oggi saremmo tutti morti. Ancora oggi gli ospedali dopo due mesi aspettano i materiali di prima necessità.
Il secondo momento del Piano EC19 prevede un’entrata a gamba tesa nell’economia del paese da parte dello Stato, il quale deve sopperire allo stop produttivo. Prima cosa eliminare dalla costituzione il pareggio di bilancio, eliminare il patto di stabilità per i comuni e per le regioni, liberando risorse. Poi attraverso sempre un decreto legge avviare la nazionalizzazione della Banca d’Italia attraverso la confisca delle quote azionarie. Contemporaneamente decretare la sospensione di tutti i trattati europei. In due mesi saremmo stati pronti a immettere liquidità attraverso la nostra banca nelle mani della gente senza aspettare il benestare dei leader europei come oggi sta accadendo.
La salute degli italiani viene prima di tutto e di tutti per lo Stato così come il benessere sociale ed economico.
Questa epidemia è stata paragonata ad una guerra per gli effetti socio economici che sta provocando. La reazione o è proporzionale oppure non è. E la cronaca di questi giorni mi sembra caratterizzata da un governo che brancola nel buio, in piena crisi esistenziale. Come dargli torto, in pochi giorni hanno dovuto rinnegare tutto ciò che professavano. Più Europa, NIENTE EUROPA. Più regole e austerity, NIENTE REGOLE E DEBITO PUBBLICO. Niente confini e porti aperti, CONFINI CHIUSI.
La realtà è stata più forte di tante storielle. Adesso la strada è una. Lo Stato deve riprendere in mano le sorti del nostro paese o domani ci finirà peggio della Gracia.
Arrivati ai giorni nostri