Alla fine la guerra nel PD è scoppiata. Lo scontro durissimo avvenuto nel fine settimana ha, infatti, un sapore diverso da quelli degli ultimi mesi in cui in casa democratica il mare è stato molto mosso, certo, ma non fino a questo punto. Lo dico per due cose: la prima è la dichiarazione schietta di Civati sulla “ovvia”, e non solo possibile, nascita di un nuovo soggetto politico di sinistra se si andasse a elezioni; la seconda è il “suonate la carica” di Fassina che, con quelle urla vere e piene di rabbia, ha lanciato più che un avvertimento. Si può dire, credo, che, dopo aver covato per molto tempo, la spallata al Premier sia dietro l’angolo. Ci saranno le condizioni perché questa si verifichi? E se si, quando?
Sappiamo tutti da dove provengono questi dissapori e questa situazione. Per prima cosa c’è da dire che Matteo Renzi ha raggiunto la carica di Presidente del Consiglio grazie ad azioni politiche spregiudicate. Non vi è prova di questo, ma tutti hanno capito che quanto avvenuto nel corso dell’ultima elezione del Presidente della Repubblica sia stata opera sua. Il Parlamento venne trasformato in un Vietnam da un partito mai nato e sempre in congresso permanente. Cosa e quanto c’era, nel nascente patto del Nazareno, in quella guerriglia politica? Quali gli accordi con un Berlusconi poi diventato, in pratica, sponsor principale del Matteo fiorentino? Credo che sotto quella azione e quel “Enrico stai sereno”, rivolto ad un Letta impotente, ci sia stato un comportamento spregiudicato che ha portato con se delle ferite non rimarginate.
C’è un altro aspetto, non politico, che credo sia il caso di sottolineare. E’ forse l’aspetto più importante delle acredini che si sono create nel PD. L’arroganza, la spocchia, l’irriverenza e la mancanza di rispetto con il quale Renzi ha trattato le minoranze del suo partito. C’è un evento simbolo di questo comportamento. Ricorderete tutti che proprio Fassina è stato protagonista di un siparietto poco elegante. Ad un cronista che chiedeva a Renzi le opinioni in merito a delle sue dichiarazioni, questo rispose: “Fassina chi?”. Il messaggio era chiaro ed in pratica era: “io di quello che dice Fassina me ne fotto e, anzi, neanche lo nomino, neanche so chi sia”. Vergognoso! E’ questo, credo, il momento in cui Renzi ha palesato il suo modo di essere e di fare che è sconfinato sempre in dichiarazioni che, è innegabile, hanno visto descrivere chiunque non la pensasse come lui come un sabotatore del progresso, un nemico del futuro, un antagonista dello sviluppo del Paese. Chi non “adora Matteo” è out. Appare evidente che la psicologia del fiorentino è quella che tanto onore si raggiunge avendo tanti nemici e lui stesso opera per averne sempre di più. Il ricordo di quanto avvenuto con Fassina è solo la cornice di mesi passati a scontrarsi con la sinistra PD e con la cgil; e ad operare senza concertazione e confronto, con l’aria altezzosa di chi non deve rispondere a nessuno. Renzi, però, sta commettendo due errori gravissimi: il primo è essersi dimenticato di non essere mai stato nominato Premier in seguito ad una consultazione elettorale; il secondo è considerare arruolati in modo permanente, tra le sue truppe, parti del partito che lo hanno seguito per salire sul carro del vincitore. La prima considerazione riguarda lo stile con cui egli si presenta all’Italia. Se Renzi avesse “eleganza politica” opererebbe in punta di piedi e, nella consapevolezza di non essere stato eletto, dirigerebbe la macchina Italia avendo rispetto per tutti, tentando di far partecipare quanti più possibile alle decisioni e rappresentando la figura di un giovane rispettoso e volenteroso di aiutare il Paese. E operando per avere pochi nemici e tanto dialogo, così da evitare scontri e diatribe che tutto fanno tranne che bene. Questa è, infatti, la fotografia: di un Renzi riottoso e che ha soffiato sul fuoco dello scontro. Le riflessioni che ne derivano sono una diretta conseguenza ed è facile prevedere quanto avverrà nei prossimi mesi. Siamo alla seconda considerazione che nasce dal fatto che se è vero che nel carro del vincitore fiorentino ci sono saliti, per opportunismo, in tanti, è altrettanto vero che questi potranno scendere da un momento all’altro. Ma c’è un appuntamento in cui, credo, questo si verificherà. Un momento che abbiamo ricordato all’inizio dell’articolo: l’elezione del Presidente della Repubblica. Si chiuderà il cerchio rimasto aperto proprio con la rielezione di Napolitano? Matteo Renzi è nato e morirà in occasione del voto parlamentare più importante? Quanto e quale sarà la portata delle frange “antirenziane” ? Non possiamo saperlo in modo certo ma oggi, siamo consapevoli, c’è tutta un’area politica che non accetta la marginalità in cui Renzi ha deciso di cacciarla. E’ la sinistra vera, quella che si è fatta rubare il partito da un democristiano che lo ha snaturato tanto da farlo apparire una specie di Forza Italia; un contenitore politico dove il dibattito è stato sostituito dal culto della personalità “maoista” del Leader e dove vi è una nuova classe dirigente di giovani collaboratori, esteticamente belli e piacenti, ma senza nessun potere se non quello di dire frasi fatte e obbedire al capo. In forma diversa, nella sinistra italiana, è avvenuto un processo di distruzione dei contenuti come avvenuto a destra con Fini.
Quanto e quale danno politico si è consumato in seno ad un’area importante e vitale per il dibattito democratico e parlamentare? La sinistra vera è morta per sempre o siamo all’inizio di una battaglia di profondi contenuti politici dove la vecchia e nuova classe dirigente progressista si riapproprierà della casa sfrattando l’inquilino fiorentino “moroso di contenuti di sinistra”? Sarà così o nascerà un nuovo partito di sinistra che aprirà scenari politici nuovi, come la candidatura nel PD, alle prossime elezioni, delle forze che fanno capo ad Alfano? Non possiamo sapere con certezza cosa accadrà ma penso che, quando e se vi saranno la condizioni per farlo, Matteo verrà infilzato da tutti coloro che lui oggi maltratta. La vendetta sarà feroce e nei modi direttamente proporzionale a quelli che Renzi ha riservato ai suoi oppositori. “Matteo stai sereno”… ma non troppo. Perchè quando questi potranno pugnalarti lo faranno senza pietà!