Quando, qualche giorno fa, ho visto Marco Mengoni chiedere scusa per la sua emotività e commuoversi senza un apparente perchè, ho iniziato a riflettere su varie vicende della nostra società. L’umanità del ragazzo – come è stato per Mr Rain – che manda energeticemente calore, sensibilità, emotività e fiducia allo spettatore, non può non rendere evidente a tutti una palese realtà. Che dell’orientamento sessuale di Mengoni non frega nulla a nessuno; che tutti lo vorremmo a tavola nel giorno di Natale, a giocare coi nostri nipotini. Tutti lo vorremmo amico, poterci chiacchierare dei nostri problemi, così simili infondo e comuni, data che comune è la sovrastruttura sociale e familiare in cui siamo immersi e i cui effetti benefici o meno non cambiano mai.
Qualche anno fa, quando ebbe inizio la massiccia operazione mediatica per inventare l’omofobia, che poi è la stessa operazione mediatica avvenuta per inventare che siamo tutti razzisti, denunciai spesso, discutendo, che qualcosa non tornava e che altro si celava oltre quasta operazione di massa da cui non poteva salvarsi nessuno. Ovviamente al netto di battute ironiche magari errate ma senza scopo di ferire, come il dire frocio a un amico ridendone, infondo tranne sporadici e reali casi di violenza e razzismo verso persone di altro orientamento, non possiamo e non dobbiamo dire che intorno a noi vi sia mai stata una emergenza del genere. Questa emergenza era quindi necessario gonfiarla per celare, sotto la retorica della difesa delle minoranze perseguitate per l’orientamento sessuale, una azione legislativa che aveva altri scopi, di vero e proprio ordine antropologico. Per riderne, anni fa, dicevo che continuando in quel modo un giorno sarebbe stato obbligatorio essere omosessuali.
Ovviamente, come sempre, deriso da chi non ha visione laterale e progressione nel futuro dei dati analizzati nel presente, negli ultimi tempi si è sdoganato – non possono più darti del complottista – l’ideazione della teoria del gender che dalle prima fasi della vita, nei percorsi di studio scolastico, ha come scopo il far perdere riferimenti ai bambini che, come si sa, assorbono quanto gli viene imboccato, creando in un paio di generazioni persone a cui viene detto che il sesso lo si decide, e se vuoi anche ogni giorno. Se ti senti maschio sei maschio, ma l’indomani ti senti femmina e sei femmina. Dicono fluido, appunto per metafora di un qualcosa non rigido. Ovviamente, se a 5 anni ti danno un libro con due principi azzurri che si baciano, nasce confusione. Che è questo che rende vulnerabili al dominio degli esseri umani. Infatti, se chi legge avrà posto attenzione, qui non si tratta più di un ragazzo che, crescendo, capisce che ama gli uomini e non le donne; cosa assolutamente normale e sempre successa. Qui invece lo scopo è creare una sorta di caos mentale, sin dall’infanzia e cioè prima che si sviluppino gli ormoni, ed ottenere soggetti in massa con disturbi di genere indotti e non provenienti da naturali inclinazioni. Si potrebbe scrivere ore di ciò, i dati delle percentuali in aumento di disturbi di genere nei bambini sono impressionanti. Ma non sarebbe l’oggetto di questo articolo che, come ricordo, è la normalità di qualunque omosessuale, o eterosessuale, o qualsiasi altra cosa, se questa espressa con la bellezza del vivere, come fatto da Mengoni. Ma veramente pensate che qualcuno possa emerginare, denigrare, deridere Mengoni per il suo orientamento sessuale? Io penso che non freghi nulla a nessuno.
Ma allora l’omofobia? Questa emergenza sociale denunciata da anni come la bufala degli italiani razzisti?
Provocare per farsi offendere, e poi dire che ti hanno offeso facendo la vittima, come sapete, è l’operazione subdola e cavalcata dalla stampa di sinistra che hanno messo in piedi persone di colore (sempre che scrivere così non sia offensivo), che non sono mai state insultate per il colore della pelle; ma per l’arroganza, la maleducazione, le provocazioni. Ricordiamo il Ministro Kyenge, a cui venne tirata una banana sul palco. Scandalo, vergogna. Una persona odiosa e insopportabile. Nessuno però ha notato che un nigeriano è diventato il primo ministro della storia repubblicana di colore con la Lega Nord, Toni Wobi. E allora ci sarà un motivo se lui non veniva insultato e la perla nera del governo Letta si? E Balotelli? Come mai tanti insulti ma le altre decine di giocatori neri e amati dal pubblico non ricevevano tale trattamento? Perchè tu giustamente giochi a pallavvolo, diventi milionaria in un Paese che ti da tutto, ti fanno presentare San Remo, e passi le giornate a dire che gli italiani sono tutti razzisti. Che se fosse vero alle selezioni sportive ti avrebbero bocciato in quanto nera, e sempre in quanto nera avresti lavato le scale. Invece che ti senti dire? Ti senti dire che la gente si permette, incontrandola, di chiederle se lei è italiana. E lei, da questo, ci valuta razzisti. Cioè, queste persone saranno anche brave a giocare a palla, ma dalle banalità retoriche che dicono nelle conferenze si capisce il vuoto di cultura. Sono persone che non hanno studiato, e non comprendono che l’Italia, a differenza ad esempio della Francia, non ha avuto più storia coloniale e questo ha generato una popolazione italiana di soli bianchi, tranne rare eccezioni, come una mia cugina romana. Da questo, ovviamente, se vedi uno che è palesemente dell’africa nera, puoi fargli la domanda: “ma sei italiano”? Mica è per offenderlo. E’ ovvio che accada, a differenza che a Parigi, dove decine di uomini e donne di Martinica, ad esempio, sono diventati medici, avvocati, nei decenni di doppia cittadinanza per motivi coloniali. A parigi è ovvio che un nero sia francese di nascita. In Italia ancora no. Epperò non ti devi permettere. Se lo chiedi sei razzista. Una cosa veramene patetica che denota il livello di ignoranza e stupidità di chi dice certe cose. Prima degli allenamenti leggessero qualche libro, gli farebbe bene. Posto che il razzismo, quello vero, è una cosa seria e non su cui scherzare.
Negli ultimi anni, parallelamente, è nata la bolla mediatica dell’omofobia. In pratica abbiamo dovuto assistere a gay pride dove Gesù Cristo era vilipeso, imbrattato di sangue, ragazze vestite da madonne e suore con croci infilate in culo. Scusate la volgarità ma a volte per rendere l’idea è necessario. Perversione, insulto ai simboli religiosi, pagliacciate e scene violente sono state simbolo, come per la vicenda del finto razzismo, di una condizione nuova e cioè che i lorsignori possono fare tutto, e se non stiamo zitti allora siamo omofobi. Qualsiasi cosa sacrosanta tu dica, sei omofobo. Di una omofobia inventata, con altri scopi, come inventato è il razzismo inesistente di una società, quella italiana, che è stanca degli ipocriti e falsi perbenisti che ci insegnano il vivere con lo scopo di diventare milionari insultandoci con accuse false. Mengoni ha insegnato a tutti che si può essere omosessuale senza fare il pagliaccio al servizio di qualcuno e per altri scopi. Siamo brava gente, vogliosa di una società gentile in cui, come Mengoni ha dimostrato, nessuno ghettizza nessuno se a dominare è la sincerità e l’autenticità.