Nelle chat scoperte durante un procedimento penale, l’allora procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, scriveva: “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando”. E Palamara rispondeva: “Comunque va attaccato”.
In questi giorni prende piede ancora una volta il dibattito sul periodo storico in cui il Governo Conte decise di operare contro gli sbarchi attraverso varie azioni condotte dal Ministro Matteo Salvini. Ancora una volta, come avvenuto durante la trasmissione condotta da Giovanni Floris ieri sera, le opinioni in merito a questa vicenda sono portate sul tavolo non con la giusta chiave di lettura.
Infatti, ma non è una novità, invece di fare una valutazione storico-politica all’interno della quale inserire le vicende e valutarle a largo spettro, per motivi di partigianeria o antipatia personale, vari commentatori si trincerano utilizzando il mero riferimento legale, il ricorso alla retorica della Costituzione o del “i politici non sono al di sopra della legge”. Le solite cazzate insomma, ripetute a ogni giro, a ogni processo contro esponenti politici di destra. Siccome tutti sanno che Salvini ha ragione, come abbondantemente argomentato con serietà da Francesco Storace, per poter negare l’evidenza ci si appiglia a valutazioni a se stanti, non osservanti una verità storica ripetuta, ridondante, facente parte della quotidianità della politica italiana: l’azione eversiva della magistratura, o parte di essa, per interferire e condizionare l’esito delle elezioni quando a vincere non è la sinistra.
Ancora Palamara, come riporta a Il Tempo: “Io non posso ovviamente rinnegare quello che ho scritto nella chat con il procuratore Paolo Auriemma, ma in quella frase, come ho chiarito direttamente con lo stesso Salvini, non stavo esprimendo una determinazione personale ma interpretavo la volontà politica della maggioranza di centrosinistra, che in quel momento caratterizzava l’Anm”.
Volontà politica, avete letto bene. Volontà politica! Ma la magistratura è forse detentrice del potere legislativo?
Palamara aggiunge: “L’Anm, che in quel momento non era presieduta da me ma aveva altri equilibri interni, in qualche modo doveva assecondare la volontà delle correnti di sinistra, le quali volevano una chiara presa di posizione su quello che stava accadendo sul tema dell’immigrazione. È giusto che poi Salvini, e una parte dell’opinione pubblica, si interroghino su come queste frasi possano riverberarsi sui processi, ed hanno ragione”.
E’ per questo che, in questo articolo, non ho nessuna intenzione di fare valutazioni nel merito, giuridico e dei fatti, relativi al procedimento a Salvini. Come avevo smesso di farlo per i processi a Berlusconi. A nessuna persona seria, onesta e di qualsiasi cultura interessava più sapere se in quel caso specifico Berlusconi avesse davvero fatto un reato o meno; tutti ormai avevano la visione a largo spettro, di 130 processi in dieci anni come azione di persecuzione politica, per fargli cadere governi e alterare l’esito elettorale. Questa è la realtà, con buona pace dei colti ospiti di Floris che in modo ormai patetico e ridicolo, fanno lezioncine di cultura, di rispetto della Costituzione e della legge, a chi non ne ha bisogno ed è anche stanco di queste scemenze.
La vera cultura, infatti, è data dalla conoscenza storica. L’uso politico della giustizia, non a caso titolo del testo di Fabrizio Cicchitto ove si ripercorre tutta la genesi di questa alterazione del principio di separazione dei poteri in Italia, fa parte di un disegno programmatico e operativo della sinistra comunista italiana su indicazione di Antonio Gramsci.
Nelle lettere dal carcere, infatti, egli spiegava e istruiva che il popolo italiano era a maggioranza non di sinistra e quindi non si poteva tentare di prendere il potere per via democratica. Quello che andava fatto era la conquista, come a Risiko, delle Casematte del Potere. I sindacati, le università, i teatri, i centri di cultura, i centri finanziari e bancari, l’editoria, la scuola, le magistratura.
Vi siete mai accorti della spaventosa quantità di docenti di sinistra e che fanno politica in classe? Vi siete accorti delle dinamiche delle università pubbliche e in alcuni casi trasformate in dei Soviet e possedute dalla sinistra extraparlamentare? Vi siete accorti del totale controllo dell’informazione poi parzialmente, fallendo, bilanciata dalla Battaglia di Segrate e dagli accordi con Berlusconi e Craxi? Vi siete mai accorti che un cantante, un attore, un qualsiasi personaggio del mondo dello spettacolo è obbligato a essere di sinistra, o fare finta di esserlo, per poter fare carriera?
La lunga marcia verso la conquista delle Casematte del potere, ha visto per decenni una azione meticolosa, che aveva come scopo quello di poter interferire politicamente sebbene la maggioranza degli elettori scegliesse altre compagini di governo.
L’azione più importante, storicamente, fu quella portata aventi da Palmiro Togliatti che, su ordine di Stalin poi protagonista della Svolta di Salerno, pattuì il dicastero della Giustizia come bilanciamento degli accordi con la DC. Posizione da cui iniziò l’ingresso in magistratura di “uomini al servizio della causa”, che addirittura negli anni 70 diedero il via al dibattito sulla possibilità di una giurisprudenza alternativa per punire diversamente i reati, come gli omicidi, nel caso fossero stati commessi per motivi ideologici di sinistra. In quel caso andavano compresi, trattati diversamente.
Le vicende storiche legate alla lenta costituzione di una parte eversiva della magistratura italiana sono rappresentate storicamente dalla posizione del giudice Adolfo Beria di Argentine, cristallino nella sua descrizione della realtà di una democrazia monca e deforme, in cui è stato possibile un evento storico come tangentopoli, in cui tutti i processi vennero portati avanti tranne quelli verso la sinistra DC e il PCI, per poi vedere i magistrati protagonisti diventare Senatori e Deputati a sinistra.
Bisogna quindi, e concludo, evitare di essere ipocriti. Le vicende relative agli sbarchi e al processo a Salvini non possono essere osservate sul caso singolo, valutando questo o quel fatto.
E’ necessaria una azione di osservazione della realtà storica e politica, che ci consegna oggi come ieri, il quadro cristallino di una ingovernabilità dovuta alla alterazione del principio di separazione dei poteri. Alcuni magistrati, infatti, operano politicamente interferendo con il normale processo democratico e di alternanza, cardine delle moderne forme parlamentari. Con buona pace dei coltissimi presentatori e ospiti intellettuali di questa o quella trasmissione televisiva, che ci spiegano quanto tutto è normale perché la Costituzione di qua, la legge di là, e questo e poi quello. Ma per piacere. Ma come non si vergognano?
La verità è che oltre ad essere ipocriti ed anch’essi facenti parte in modo militare di quelle “forze a disposizione” della causa, sono persone non libere, che guadagnano facendo il mestiere più antico del mondo. Hanno padroni che li usano come soldati, in cambio del soldo, del prossimo contratto, del prossimo libro pubblicato. E sono molto meno colti di quanto amano esternare. Privi di qualsiasi conoscenza storica che è alla base della possibilità di esprimere una opinione.
Tutti loro parlano sempre di indipendenza della magistratura dal potere politico. Come mai nessuno di loro parla della necessità di avere anche il potere politico indipendente dalla magistratura?
Montesquieu non aveva la maglietta di Che Guevara e non cantava Bella Ciao…