Si è tenuto ieri a Trapani l’incontro dal tema: “L’informazione, tra passato e futuro. Il ruolo dei social media”. Questo, organizzato dall’Istituto Nova Civitas e dalla rivista on-line Eleggo.info ha visto la moderazione del presidente Livio Marrocco ed ha avuto come ospiti Giuseppe Bianca di siciliainformazioni.com, Salvo Toscano di livesicilia.it, Roberto Ginex di Assostampa Sicilia e Roberto Gueli, capo servizio rai del tgr Sicilia.
Lo scopo dell’incontro, come ha detto Marrocco ad apertura dei lavori, era dare spazio alle opinioni di molti addetti ai lavori sul cambiamento epocale ormai in corso da anni nel mondo del giornalismo ed in generale della comunicazione.
Il dibattito si è inizialmente concentrato sul decadimento della qualità dell’informazione derivante da una società sempre più frenetica e che, di conseguenza, chiede una informazione breve, concisa, immediata, on-line; per questo, spesso, tendente a ridurre al minimo l’analisi e l’opinione degli eventi. Come ha sottolineato Roberto Gueli vi è una frattura generazionale evidente tra coloro i quali sono nati nell’era del cartaceo e chi, invece, in quella successiva. Quest’ultima fetta di pubblico è stato definita come “quella che non si reca più in edicola”. Come poter riuscire a velocizzare l’informazione, renderla affabile e immediata senza però rinunciare alla qualità? Sono state raccontate le esperienze importantissime di siciliainformazioni e di livesicilia, che hanno avuto il merito di intuire che un cambiamento dei tempi richiedeva un nuovo tipo di giornalismo. Ma tutti i presenti hanno testimoniato come, da professionista, sia difficile operare in tal senso in quanto spesso vi è una cecità che porta ad operare sul web con le tecniche comunicative del cartaceo. Sfide importanti che hanno visto, come ha detto Ginex, cambiare abito ad un modo che non c’è più ed è destinato al fallimento: quello della carta stampata. Non tutti sono d’accordo ma sono stati letti dei dati davvero significativi sulle statistiche relative alle modalità con cui i campioni dichiarano di informarsi; e se, in termini assoluti, non siamo ancora a numeri catastrofici, ciò che ha colpito è stata la progressione geometrica del cambiamento; infatti si verificano cambiamenti statistici significativi anche nel giro di soli due anni. Tutto questo dove ci porterà?
Gli ospiti sono addivenuti ad una opinione comune: la carta stampata può sopravvivere soltanto puntando sulla qualità degli approfondimenti, ad esempio da parte di grandi penne, per catturare nicchie di lettori che decidano di voler acquistare il giornale per motivi di affezione. Un giornale cartaceo non può più operare in modo vincente puntando sulla cronaca. Le tecnologie, infatti, hanno provocato una impossibilità di bruciare sul tempo altri mezzi di comunicazione. Quando un giornale ha stampato una notizia di cronaca questa è già stata letta da almeno un giorno su tutti i social network.
Ed è proprio su questo tema che si è sviluppata la parte finale del dibattito, in cui tutti gli ospiti hanno certamente testimoniato il caos che regna, ad esempio, su facebook. Si sono sviscerate le problematiche relative alla mancanza di controllo e responsabilità di ciò che in centinaia di migliaia di siti internet viene riportato. Una problematica che è davvero di difficile soluzione posto che, ormai, certe libertà individuali di poter dire la propria su tutto sembrano non poter essere più regolamentate senza che questo appaia come una censura! La discussione, infatti, ha generato importanti interventi, accalorate opinioni, essendo presenti in sala alcuni blogger che, operando con qualità, pretendono che il loro diritto di informare non sia messo in discussione.
Una difficilissima epoca, quella che stiamo vivendo, dove nel mondo dell’informazione regna certamente un caos. Come ha detto Livio Marrocco per tanti anni si è pensato che fosse garanzia di democrazia eliminare tutti i paletti possibili e far parlare tutti; ma, riflettendo, a causa della quantità di notizie false che dominano la scena, non vi è forse il rischio di poter “morire” per un eccesso di democrazia?