Chiedo scusa ai lettori, al mio editore, a chi si sentirà a disagio nel leggere il titolo di questo articolo. Chiedo scusa sin d’ora perché, oltre al titolo, sto per scrivere altre strofe di una canzonetta che abbiamo ascoltato nelle scorse settimane: “ho bisogno di una figa bianca, perché la mattina mi sveglio sempre con il cazzo duro”; “un sacco di fighe bianche verranno scopate”; “apri la bocca che ti lascio un po’ di pioggia”.
Chiedo scusa ma all’Ordine dei Giornalisti mi hanno insegnato che devo scrivere la verità sostanziale dei fatti. E la sostanza, la verità, sta nella lettura integrale delle strofe. Vi chiedo scusa ma al tempo stesso vi chiedo: se avessi scritto un articolo dove raccontavo genericamente di una canzone in cui vi erano dei termini offensivi e violenti, senza entrare nel merito, sarebbe stato lo stesso? Il messaggio, la riflessione conseguente, l’analisi su quello che sta succedendo in Italia, sarebbero scaturiti in egual modo?
Nelle scorse settimane, tra i vari casi di cronaca raccontabili, il dibattito pubblico è stato incentrato sulle parole della Serracchiani circa lo stupro di una minorenne avvenuto da parte di un richiedente asilo: uno stupro è sempre riprovevole – ha detto – ma se lo compie chi viene accolto è moralmente peggiore.
Parole talmente ovvie che non andrebbero neanche scritte; figuriamoci criticate. Ma l’Italia è il Paese dove esiste una dittatura, quella del conformismo di sinistra. E’ un fenomeno culturale che vede i soggetti affetti ribaltare il buon senso, descriverlo come la peggiore nefandezza, e dare argomentazioni pompose e complesse che hanno, più che altro, il sapore del mettersi in mostra in modo autoreferenziale. Queste persone vennero descritte da uno straordinario Leonardo Sciascia attraverso un archetipo da lui coniato: “Il cretino di sinistra”.
“Il cretino di sinistra – diceva Sciascia – ha una spiccata tendenza verso tutto ciò che è difficile. Crede che la difficoltà sia profondità”. Era il 1963 ma le parole profetiche del genio di Racalmuto, disegnavano già a quel tempo i binari culturali e i processi sociologici che questo Paese aveva imboccato. Un percorso che termina nell’Italia di oggi.
Lo vediamo tutti, ogni giorno, su ogni argomento di discussione, come il cretino di sinistra ribalti la banale e ovvia constatazione dei fatti per dare interpretazioni colte, pompose e originali, profonde e complesse e, attraverso queste, operare proscrizione verso i poveri ignoranti, gli esseri inferiori che non sono d’accordo.
Un esempio eclatante lo abbiamo osservanto con gli attacchi alla Serracchiani che è stata accusata di essere razzista per aver detto cose ovvie e di buon senso ma che i cretini di sinistra descrivono come razzismo.
La Serracchiani non ha affatto scritto o fatto intendere che c’è differenza tra uno stupro compiuto da un Italiano o un profugo. Ha detto – faccio un esempio – che tutti i furti di portafogli sono orribili. Ma se io sono per strada e un ladro mi ruba il portafogli è un conto. Se, invece, mi chino ad aiutare una persona in difficoltà e questa, appena rialzata, mi ruba il portafogli, la cosa è assolutamente, moralmente peggiore. E’ non c’è dubbio. E’ ovvio!!! Se ti accolgo, ti metto in albergo, ti dedico denaro pubblico e cure e poi stupri una ragazzina è moralmente peggiore. Non è peggiore il reato, che è identico chiunque lo compi; ma è peggiore l’analisi morale del fatto. E’ ovvio per tutti, ma non per il cretino di sinistra che ti dà del razzista.
Siccome elencare ogni fatto di cronaca simile sarebbe facile ma lunghissimo, passiamo brevemente a Rimini: non descrivo i fatti, li conoscete. La cosa incredibile è che i soliti intellettuali stanno iniziando a dire che comunicare la nazionalità degli stupratori sarebbe razzismo. In pratica secondo i lorsignori, per risolvere il problema degli stupri, noi dovremmo non raccontarli. Censurare le notizie. C’è una escalation di violenze, stupri e omicidi da parte dei clandestini? Per risolvere il problema dobbiamo evitare di dire la nazionalità così che le gente non possa constatare che trattasi di reati in aumento a causa della immigrazione clandestina, senza regole, delle porte aperte per tutti. Per tutti si intende anche per i criminali di ogni sorta che, sapendo che in Italia fai la bella vita, si precipitano in massa. Occupi uno stabile? Se devi sloggiare per ordine della magistratura ti metti a tirare bombe molotov e tutti ti coccolano e ti difendono dalla polizia cattiva. Follia!
Detto questo vorrei tornare all’inizio dell’articolo e spiegare il perché abbia voluto parlare del fenomeno musicale Bello Figo. Questo provocatore vergognoso e incivile ha scritto una canzone di cui abbiamo ascoltato, in tv, soltanto le strofe simpatiche selezionate; chi manovra l’informazione ci ha fatto ascoltare solo “non pago affitto”. Ai più è stato impedito di conoscere tutto il testo della canzone che, volontariamente, non è stato divulgato. Però qualcuno si è preso la briga di andare a leggere tutto e, come saprete, questo novello intellettuale italiano (vedrete, gli fanno scrivere un libro) è stato anche minacciato affinchè non facesse concerti in giro per l’Italia.
Ebbene ricorderete che, immediatamente, Bello figo è stato difeso da tutta la sinistra dicendo che era simpatico e che chi lo attaccava era razzista. Simpatico?
Andate a leggere il testo della canzone. Dove sono le femministe di “se non ora quando” che andavano in piazza contro l’orco Berlusconi? E cosa c’è di simpatico in una canzone dove il cantante invoglia ad andare in giro a rubare? Eppure questo signore che in qualsiasi Paese al mondo se la sarebbe vista brutta, è stato difeso e coccolato. Qui è diventato un mito con presenza fisse in tv. Ma io mi domando: se, tra le tante persone per bene che arrivano in Italia, alcuni immigrati poco raccomandabili hanno ascoltato questa canzone, il suo vero testo integrale, e hanno osservato che nessuno ha preso questo signore a calci in culo, cosa avranno pensato? Ma ve lo ricordate in tv, da Santoro, a cantare con la Innocenzi che se lo abbracciava? Follia!
I cretini di sinistra hanno trovato tesi profonde e originali per difendere l’indifendibile. Hanno ribaltato il buon senso come ora lo hanno fatto con la Serracchiani e come lo fanno ogni giorno. E cosa, peggiore, hanno peso politico.
Scusate ma qui c’è qualcuno che canta di fighe bianche da scopare perché i migranti si svegliano col cazzo duro. E glielo fanno cantare in prima serata. Ma come ci siamo potuti ridurre così? Ma siamo matti?
E ripeto, perchè è importante: dove sono le femministe di “se non ora quando” che erano in piazza per l’orco pedofilo di Arcore? Scomparse! Sono affogate nella cacca maleodorante della loro ipocrisia?
E la Boldrini dove sta? Non ha proprio nulla da dire? Suvvia, lei è la Presidenta della Cameressa. Una persona come lei, che difende sempre le donne dai maschi violenti, qualcosa su quanto avvenuto a Rimini dovrebbe dirlo. E anche su queste canzonette così simpatiche. Cosa ne pensa di questa strofe così carine? Roba di qualità, qui non siamo mica allo Zecchino d’oro.
Lei ci ha insegnato che dire ingegnere invece di ingegnera o sindaco invece di sindaca è sessismo, giusto? E dire che mi sveglio col cazzo duro e ho bisogno di una figa bianca? Questo cosa è? Ce lo dica lei! Perchè questo silenzio fa sorgere il dubbio che se le stesse cose le avesse cantate un italiano bianco, sarebbe scoppiato un putiferio. Ma al migrante tutto è concesso!
Io non mi permetterei mai di giudicarla; ma Leonardo Sciascia si: ci guarda e ci giudica con la forza della sua assenza!