Nulla di più importante, nella vita, è il distaccarsi dal politicamente corretto imperante. Prendere decisioni, scendere in campo, fare scelte di parte, costituisce virtù in un mondo dove il conformismo di sinistra ignorante e beota domina la scena. Non da poco, circa questa riflessione, la visione sulle elezioni americane di domani, dove in campo c’è il destino dell’umanità.
Si, cari lettori, è questo che va precisato per l’emergenziale necessità di sottolineare il dovere, a tutti i costi, fare una scelta di campo. Quella di domani, infatti, non può risolversi come la classica elezione da cui stare distanti per quelle regole del politicamente corretto che impongono distinguo. I distinguo, su Trump, sarebbero molti; ma cosa può fregarcene davanti all’importanza della sua rielezione? Quale importanza può avere il politicamente corretto che ci imporrebbe di dire quanto egli sia figura poco elegante e non gradevole? Nulla rispetto ai contenuti, nulla rispetto alla realtà di un uomo che ha contro tutti i poteri forti mondiali che negli ultimi 20 anni hanno trasformato il mondo in una specie di incubatrice della nuova servitù della gleba, con popoli apolidi, schiavizzati dal debito, tutti con lo stesso giubbotto, lo stesso comodino, lo stesso salario da fame, precursore della nuova realtà liquida incarnata del reddito universale. Donald Trump combatte contro questa visione: noi con lui e questo mi basta. Mi basta per fare una scelta di campo.
Egli ha parlato di difesa delle sovranità nazionali e questo mi basta, essendo questo il tema a noi più caro, schiavizzati come siamo dalla dittatura europea dei banchieri. Ha parlato di morale, di visione antropologica dell’uomo che non può essere stravolta dai santuari del progresso. In questo circo impazzito dove si è arrivati a dire che quando nasce un bambino egli non deve avere un sesso, facendoglielo scegliere da adulto. Follia e deliri spacciati per concetti di libertà; sulla scusa della sacrosanta difesa di ogni minoranza e orientamento sessuale è nato il progetto di creare un uomo nuovo, smarrito e senza riferimenti, non solo religiosi ma anche biologici. Esseri quindi manipolabili a piacimento. Questa follia va fermata. Egli ha incarnato la lotta contro questo nuovo ordine mondiale, non più complotto ma reale progetto sotto i nostri occhi. Un mondo senza confini, senza protezioni, con masse apolide senza identità, appiattite sugli stessi standard di consumo, di necessità primarie, senza identità locali, culture, storie umane. L’uomo anglofono consumatore, analfabeta funzionale, a ogni latitudine, a cui fornire strumenti di acquisto on-line di oggetti inutili alla vita.
Sappiamo bene, sappiamo tutti, che le vicende relative a questa pandemia nascono da questo grande contrasto. Una guerra fredda nata tra la Cina e gli USA e che ha messo in ginocchio l’occidente. Non possono essere un caso il contrasto sul controllo dei dati mondiali e gli attacchi di Trump all’OMS precedenti la vicenda. Queste le parole di Trump, incredibilmente censurate in ogni sede, all’assemblea dell’ONU del 23 settembre: “Le Nazioni Unite devono ritenere la Cina responsabile delle proprie azioni. Nei primi giorni del virus, la Cina ha bloccato i viaggi a livello nazionale consentendo ai voli internazionali di lasciare la Cina e infettare il mondo. Il governo cinese e l’Organizzazione mondiale della sanità, che è virtualmente controllata dalla Cina, hanno dichiarato falsamente che non c’erano prove di trasmissione da uomo a uomo”. Una vicenda su cui sarà necessario aspettare decenni per leggere documenti secretati e ricostruire verità storiche. Oggi stiamo a guardare, inermi, lo sconvolgimento delle nostre vite.
Donald Trump rappresenta oggi tutto quello che è sovranità popolare, è storia, è cultura, è identità. Che, contro alla propaganda becera della sinistra a cui pochi ormai credono, non è razzismo, non è chiusura, non è diffidenza, non è fascismo; è invece diversità a confronto, cooperazione pacifica, rispetto delle culture, conservazione e protezione di tutte le identità. Esse sono state le fondamenta degli stati nazionali moderni alla base delle democrazie che, come tutti capiscono, non possono essere adatte e a entità territoriali troppo vaste. La libertà e la democrazia può essere esercitata ed edificata solo sulla base di contenuti territori, così come abbiamo visto nel secolo scorso, così come abbiamo visto distruggere dal progressismo globalista, del mondo senza confini, senza cultura, senza identità e, quindi, senza libertà; ma con il perfido e folle paradosso del vedere tutto questo descrittoci come massima sua espressione invece che fattiva privazione. Quel mondo immigrazionista senza limiti, che vede come scopo il meticciato globale, descritto come ricchezza e multiculturalismo ma rappresentante invece la distruzione di ogni cultura ed ogni civiltà, senza più Patrie, Dio, prossimità e comunità. Un mondo di esseri smarriti, inermi, manipolati verso il consumo come espressione di esistenza dell’essere. Ho paura di questo. Ma ho speranza.
La speranza che vinca ancora lui, come contro i Clinton e oggi il loro prestanome, un soggetto mediocre, palesemente marionetta nelle mani di chi governerebbe davvero al posto suo.
La speranza è che vinca chi, nei suoi ultimi comizi, ha segnato la via contro il male, con queste lucide, semplici e importantissime parole:
“Il futuro non appartiene ai globalisti. Il futuro appartiene ai patrioti. Il futuro appartiene a nazioni sovrane e indipendenti. Se vuoi la libertà, sii orgoglioso del tuo paese. Se vuoi la democrazia, mantieni la tua sovranità. E se vuoi la pace, ama la tua nazione!”