In questi giorni densi di dibattiti e scontri sulla legge Cirinnà se ne sono sentite di cotte e di crude. Ho già fatto una valutazione nel merito all’interno del mio precedente articolo, dove ho spiegato la mistificazione mediatica e gli scopi reali e taciuti di questa legge e non tornerò su questo punto. Ciò che vorrei mettere a fuoco oggi è l’idiosincrasia, l’incompatibilità sconvolgente e grottesca tra le argomentazioni di chi è a favore dell’utero in affitto per gli umani (che verrebbe utilizzato all’estero e farebbe nascere famiglie gay italiane attraverso gli effetti dell’art.5 del DDL Cirinnà, spacciato come provvedimento per regolamentare solo semplici unioni civili) e le necessità reali, da tutti mai negate ed anzi sbandierate come encomiabili posizioni di alta moralità, relativamente al trattamento da riservare, ad esempio, ai cuccioli di cane. In che senso?
In una trasmissione televisiva di pochi giorni fa una coppia di omosessuali ha raccontato di aver fatto famiglia in Canada attraverso la pratica dell’utero in affitto. Questa prevede una gravidanza portata avanti da una donna pagata per farlo, il distacco al parto del bambino ordinato e la consegna ai clienti in cambio di bonifico bancario. Il legame energetico, e vitale per lo sviluppo del neonato, che si instaura tra il feto e la madre non è completamente considerato. Il bambino non è altro che un oggetto che si compra. Come un telefono che è stato appena assemblato e finisce al reparto vendite. Durante il dibattito, Costanza Miriano ha detto che quei bimbi, comunque, hanno una mamma vera che li ha partoriti e, provocatoriamente per far capire le sue posizioni, ha chiesto: “dove è la mamma di questi bimbi? Dov’è? In Canada?”. Alla sua domanda, uno dei due padri dei bambini (eh già…) ha risposto: “la mamma non esiste, non c’è. La mamma è un concetto antropologico”. Per sommi capi la cosa significa che al mutare delle condizioni mutano le conseguenti azioni e comportamenti di una società. Le donne, al mutamento delle condizioni, si sono emancipate e quindi oggi lavorano e votano. Allo stesso modo, al mutamento delle condizioni con cui si possono fare figli, una madre non è più necessaria…
Tralascio e non mi addentro, davvero; tralascio e non mi addentro in una lunga argomentazione circa l’arroganza, l’ignoranza e il delirio di onnipotenza di chi parla così. Tralascio e non mi addentro in una lunga argomentazione rispetto a queste manifestazioni di affermazione di se senza limiti e rispetto delle altrui esistenze; prevaricazione e distruzione degli altrui diritti civili e fondamentali sull’altare del soddisfacimento egoistico personale. Tralascio di addentrarmi in valutazioni morali su chi è protagonista di questa arroganza violenta, di chi afferma che la mamma è un concetto antropologico; che la mamma non esiste. Una arroganza violenta e talebana che distrugge, calpesta, elimina: “Palmira deve essere rasa al suolo!!!”; “le statue di Buddha e le opere d’arte devono essere distrutte!!!”; “la mamma non esiste!!!”.
Voglio concentrarmi, come ho scritto in testa all’articolo, sulla sensibilità che invece noi tutti abbiamo – e che nessuno si azzarda a mettere in discussione come invece per i neonati umani – verso gli animali; ad esempio i cagnolini. Non voglio però parlare di buoni sentimenti e comportamenti, relativamente alle cucciolate, che possono rifarsi al buon senso e la dolcezza di ognuno di noi quando vediamo dei cagnolini poppare dalla mamma che li ha partoriti. No! Voglio argomentare circa le leggi dello stato italiano che prevedono, indirizzano il comportamento da tenersi per poter distaccare un cucciolo, ad esempio di cane, dalla sua mamma. Infatti, con Ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2008 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 agosto del 2008, è stato fissato in 60 giorni il tempo in cui il cucciolo non deve essere staccato dalla mamma e venduto. Sapete perché? Per evitare che il cucciolo cresca con disturbi del comportamento, provati da studi effettuati, e a causa del distacco precoce sviluppi ansia, iperattività, fobie e aggressività.
Scusate ma ci rendiamo conto della follia di vedere questi profeti del progresso che ci dicono che, allo stesso tempo, le stesse considerazioni per i cuccioli di uomo non valgono? Ci rendiamo conto che sta nascendo una società dove si tutela lo sviluppo dell’equilibrio psicologico del cane, certificando per legge che questo non possa svilupparsi in modo sano senza la madre, ma contemporaneamente si calpesta quello dell’uomo pretendendo di dire che della mamma non c’è per forza bisogno e avvalorando queste bestialità rincretinendo la gente dicendo scemenze come “i bambini hanno bisogno di amore e due gay possono essere più amorevoli di due etero” o ancora “meglio due genitori gay che due etero violenti”? E – sia chiaro – non sono scemenze nel merito: è ovvio che due gay possono essere persone migliori di due etero violenti e anche di due etero non violenti. Sono scemenze se argomentate e portate in dibattito relativamente al discrimine su cui basare la propria valutazione relativamente alla possibilità che, per legge, venga garantito e concesso che un cucciolo di uomo possa crescere senza la mamma. Frasi fatte quindi, idiozie, che dicono delle verità ma non c’entrano nulla con una seria valutazione della tematica delle necessità di non essere strappati alla mamma a meno di non subire squilibri psicologici (questo, ripeto, avverrebbe grazie agli effetti dell’art.5 del DDL Cirinnà), e che vengono ripetute in ogni dove, dalla mattina alla sera, per rincretinire persone di ogni estrazione culturale e livello di quoziente intellettivo; per non far capire nulla di quanto sta avvenendo e far loro credere che questa legge voglia soltanto tutelare il diritto di amarsi degli omosessuali; e che chi si oppone è un omofobo che vuole impedire agli altri di amarsi e unirsi; niente di più falso: chi si oppone è solo chi non è stato così fesso da farsi rimbambire dalla propaganda e ha capito i veri effetti della legge, che con ipocrisia vengono taciuti e negati. Cadono le braccia a vedere tutta questa gente ripetere a pappagallo queste frasi senza accorgersi del processo mediatico subito per evitare di farli pensare.
Semplice: ordini un bambino in Nepal, trattandolo peggio di un cane lo strappi alla madre che hai pagato per affittare il suo corpo e impiantargli il tuo sperma, arriva in Italia e attraverso l’art.5 del DDL Cirinnà lo fai adottare al tuo compagno e ti fai una famiglia. E’ lineare e chiaro. Come è chiara la falsità dei mistificatori di professione che negano, negano, negano… Ma tutti, rincretiniti dalla propaganda, dicono che questa legge serve solo per le unioni civili. Questi effetti del DDL Cirinnà che io ho descritto, e cioè la nascita di famiglie omosessuali in Italia nonostante non vi sia una legge che lo consenta – è giusto sottolinearlo – non sono mie opinioni e supposizioni. Il tutto, infatti, è raccontato e certificato dal quotidiano La Repubblica che, in un articolo, ha narrato la storia del senatore omosessuale del PD Lo Giudice. Riporto testualmente: “Una storia di vita. Sergio Lo Giudice è il partner di Michele che ha avuto un bimbo in America grazie alla maternità surrogata. Per Lo Giudice il piccolo, che si chiama Luca e non ha ancora due anni, è semplicemente in base alla legge italiana oggi, un bambino con cui coabita. Niente altro. Raccontando le sue giornate, i timori, i doveri e i diritti che non ha, Lo giudice, che è senatore del PD, spiega la sua battaglia per la stepchild adoption. L’adozione del figlio del partner è prevista dall’articolo 5 del disegno di legge sulle unioni civili in discussione al Senato. Consentirà, se approvata, a Lo Giudice e alle migliaia di famiglie arcobaleno italiane di ottenere la cosiddetta adozione in casi particolari…”. Lo stesso ha raccontato il tutto in una intervista alle Iene dove, alla domanda se lui non crede che strappare un figlio alla madre al momento del parto possa provocare traumi, egli ha risposto di no. Nessun trauma; decide lui…
Devo confidarvi, nonostante io sia contrario a tutto questo, che io rispetterei una legge di questo tipo approvata in modo serio e senza mistificazioni e sotterfugi. Cosa intendo dire? Siamo in democrazia ed esiste il parlamento. C’è chi vuole le adozioni gay? Io non ho nessun diritto di oppormi! Ma bisogna passare dal parlamento e, quindi, dalla volontà popolare. Questi signori devono avere la decenza di presentare un disegno di legge palese, senza filtri e mistificazioni sulle adozioni gay, e fare una battaglia parlamentare per ottenerle. Rispettare, quindi, la democrazia e non operare con furbizia e ipocrisia. A quel punto la legge sarebbe espressione reale della volontà popolare e meriterebbe rispetto. Ma questo modo di operare con l’inganno e circonvenire i cittadini, facendo credere che questa legge serva solo alle unioni civili, palesa le qualità morali infime di molti. E la mancanza di rispetto verso la sacralità della volontà popolare.
Chiarito tutto e dato prova di ciò che dico, cari amici e lettori, non posso non concludere sottolineando la follia dell’idiosincrasia, anticipata al principio, tra una umanità che sta nascendo dove un cucciolo di cane viene tutelato e protetto nel suo sviluppo psichico attraverso la legiferazione della necessità di non strapparlo alla madre al parto, e la contemporanea volontà del legislatore di produrre una legge che avrebbe l’effetto di accettare e incentivare la pratica di strappare un bambino dalla sua mamma al momento della sua nascita; ci preoccupiamo di ciò che provoca disagi psichici ai cani facendo leggi per proteggerli e ce ne freghiamo di ciò che provoca disagi psichici ai bambini, sull’altare del soddisfacimento dei capricci egoistici dell’uomo adulto e amorale, e assecondando quindi un capitalismo che dagli oggetti è arrivato ai corpi e alle anime. Tutto diventa merce, comprabile con il denaro. Anche gli esseri umani, i bambini. Ci rendiamo conto della demoniaca follia che sta avvolgendo tutto e tutti? Del non senso che diventa realtà? Della barbarie descritta come emancipazione e progresso?
Siamo davvero all’inizio di un processo che porterà alla fine della civiltà cosiddetta occidentale. Distacchiamoci dai processi mentali diretti e a se stanti. Analizziamo a tutto tondo – sforziamoci di farlo – ciò che sta avvenendo a livello globale in senso filosofico, geopolitico, storico e di epoca. Altre civiltà provenienti dal sud del mondo, in cui sono forti i concetti di famiglia e identità per noi perduti, stanno “bussando alla nostra porta”. Credete sia una coincidenza della storia il fatto che ciò stia avvenendo proprio adesso, di rimpetto al nostro operare verso la distruzione della famiglia e di tutti i nostri riferimenti? Fidatevi, non lo è! Ma per argomentarlo a dovere, data la vastità del sapere e la profondità del pensiero necessari al produrre questa analisi, sarà necessario un altro lungo, lunghissimo articolo.