Da diversi anni, lo sappiamo tutti, le persone – politici e non – che si sono permesse di non parlare della vicenda dei migranti solo con accezione positiva, sono state pubblicamente proscritte e perseguite moralmente e non solo. E’ una pratica, quella della proscrizione, che il conformismo di sinistra ci ha ben insegnato. Lo vediamo in azione, ciclicamente, con violenza, a prescindere dal tema in oggetto. E’ stato così per gli intoccabili temi resistenziali e per le rivisitazioni storiche sulla cosiddetta liberazione, con a simbolo un Giampaolo Pansa licenziato e violentemente contestato fino a dover presentare i libri con i carabinieri a presidio; è stato così per le opinioni su Berlusconi, con le persone non allineate alla battaglia antiberlusconiana proscritte come ignoranti e mafiose; è stato così per mille altri temi: quello che non cambia mai è il modus operandi della mafia culturale che controlla la libertà di espressione in questo Paese, attraverso modi subdoli e meno subdoli.
Sono diventato giornalista a maggio. Una delle cose che mi ha più colpito, che denuncio, e che non ho paura di denunciare, è che – i miei colleghi lo sanno bene – durante i corsi per diventare giornalista ed in quelli successivi di aggiornamento professionale e deontologia, per il tema dei migranti si è palesato un indirizzo operativo politicamente corretto, retorico, e senza possibilità di dissenso; della vicenda della vera e propria invasione che stiamo subendo si può e si deve solo parlare in accezione positiva.
L’albo dei giornalisti fonda i suoi riferimenti deontologici del caso sulla cosiddetta carta di Roma. La carta di Roma è un documento, che ci fanno studiare per bene, dove viene indicato un glossario di parole utilizzabili negli articoli che parlano della povera gente che in maggioranza non scappa da nessuna guerra e qualcuno sta portando volontariamente in Italia per i propri loschi progetti. Ebbene, in questo documento, in pratica, risulta impossibile scrivere la dicitura “immigrato clandestino”. Vuoi scrivere un articolo su questo tema? Puoi solo utilizzare le diciture richiedente asilo o vittima della tratta; o altro: non ti devi permettere di scrivere “immigrato clandestino”!
Altra vicenda non casuale, a mio avviso, è che sono stati istituiti dei premi giornalistici sul tema dei migranti; libertà di cronaca vuole che potrebbe vincere un premio anche un giornalista che faccia un ottimo lavoro ma parlando del tema con accezione negativa. E’ invece evidente che l’unica ammessa è quella positiva. E quindi il racconto di chi c’è la fatta, di quel immigrato o quell’altro con storie positive e di amore; mai che un giornalista vinca un premio raccontando di qualcuno di essi che, dopo la finta traversata in barca con le navi della marina a prenderlo a riva in Libia, ha poi sgozzato qualcuno o fatto qualcosa di negativo.
Qualcuno mi accuserà di voler parlare del fenomeno in modo solo negativo; assolutamente falso. Rivendico il diritto di parlare in accezione positiva di tante brave persone che approdano – diritto concesso – ma rivendico anche il diritto di parlare con accezione negativa del fenomeno in genere, e non quindi dei singoli esseri umani anch’essi vittime, che rappresenta una vera e propria invasione organizzata a pianificata operativamente e con dispiegamento di risorse economiche illimitate.
Chi lo nega è un criminale dell’informazione, un ipocrita, un asservito a linee editoriali che si muovono lontane dalla più importante regola deontologica del giornalista: “il giornalista si deve attenere alla verità sostanziale dei fatti”. La verità sostanziale dei fatti non è quella della Boldrini e del politicamente corretto. E’ palesemente un’altra.
Una delle cose più importanti da sottolineare è che, lo dico con forza, le povere persone che vengono prelevate nei loro Paesi per essere condotte qui sono vittime e non autrici di un disegno; il disegno, ordito dalle elité, di importare schiavi negri per realizzare il futuro mercato a bassi salari all’interno dell’area UE. Per questo affermo che di questo fenomeno bisognerebbe parlare con accezione negativa non per attaccare gli esseri umani che lo stanno subendo; ma, al contrario, per difenderli! Mettere il prosciutto sugli occhi non è utile a difendere questa povera gente da quello che sta subendo.
Proprio per questo la funzione del diritto di cronaca sarebbe quella di poter raccontare la vicenda, la tratta, con accezione negativa senza che il conformismo di sinistra violento e partigiano si scagli contro di te proscrivendoti e minacciandoti, tappandoti la bocca come fascista e razzista. Un esercizio vergognoso e violento che vede una seria minaccia alla libertà di espressione.
Ho molto pensato a tutto questo, lo avrete capito, quando è arrivata la notizia che un magistrato stia passando i guai per essersi permesso di dire che sta indagando per scoprire l’acqua calda; e cioè che questo fenomeno non è spontaneo ma organizzato. Una cosa talmente ovvia che non sarebbe necessaria una indagine.
Ebbene, sulla vicenda si è espresso anche il Presidente del Senato Grasso che ha detto sia molto grave parlare prima delle indagini. Davvero? E tutti i suoi colleghi che mentre erano magistrati facevano convegni con la falce e martello invece andavano bene? Viviamo da anni in una Repubblica mediatico-giudiziaria che vede i magistrati più in tv che in aula; ma se un magistrato si permette di indagare sulla invasione organizzata che stiamo subendo viene immediatamente perseguito. Invasione che vede pochissime donne e bambini e, fateci caso, solo maschi trentacinquenni muscolosi, in età da lavoro e in forma smagliante, come ci ha detto il cantante Bello Figo, che canta che un sacco di fighe bianche verranno scopate in bocca, ma nonostante questa vergogna tutta la sinistra lo ha difeso facendolo diventare una specie di De Andrè. Con le femministe zitte nonostante, ipocrite e patetiche, le abbiamo viste in piazza per Berlusconi ma non fiatare davanti a un essere spregevole che ha scritto una canzone immonda, cantata in prima serata da Santoro con Giulia Innocenzi ad abbracciare questo signore. Dio, che vergogna!
Ad ogni modo la cortina di fumo irrespirabile intorno a questa storia dei migranti e l’obbligo morale di parlarne solo in accezione positiva, ha sconfinato nel perseguire addirittura un magistrato che si è permesso di indagare sul fenomeno e rilasciare dichiarazioni. E’ quindi evidente che siamo davanti a qualcosa di molto, molto più grande di quello che pensiamo. Qualcosa che probabilmente ha a che fare con le ripetitive e infinite dichiarazioni di questi anni da parte della Boldrini e non solo, sul fatto che in Europa servano molti immigrati.
Il 12 marzo 2016, la PresidentA della Camera dei deputati ma anche delle deputatE (non vorrei essere accusato di maschilismo), ha detto ad un incontro con la Consulta delle culture al comune di Palermo che l’Italia deve raggiungere 66 milioni di abitanti nel 2055 e che per far questo bisogna accogliere un congruo numero di migranti, che sono 300 o 400 mila ogni anno. Badate bene, fate attenzione: non ha detto che bisogna accogliere quelli che arrivano e pazienza se sono di meno. C’è proprio una specie di pallottoliere con l’obbiettivo da raggiungere! Qualcuno ha un jackpot da incassare, evidentemente.
Vuoi vedere che queste dichiarazioni e quello che sta succedendo non sono una coincidenza ma è tutto organizzato? Se avessi le prove lo scriverei. Quindi posso solo scrivere che, personalmente, penso proprio che sia così. E questa, con buona pace delle “regole deontologiche dell’Ordine dei giornalisti”, è la mia verità sostanziale dei fatti.