Si è tenuto ieri, presso la Camera di Commercio di Trapani, l’incontro dal titolo “Infrastrutture e Turismo: gli Aeroporti in Sicilia”. Questo appuntamento faceva parte dell’iniziativa #diventeràbellissima, un tour di incontri che si prefigge, senza steccati partitici o ideologici, di portare avanti le disamine su problematiche relative a tante realtà siciliane. L’incontro trapanese, organizzato da associazioni ed enti, è stato moderato da Livio Marrocco che, con l’esperienza maturata in ambito politico, ha “messo sul tavolo” non solo le importanti iniziative che vanno in direzione di uno sviluppo dell’aeroporto di Trapani Birgi, ma una attenta analisi del sistema aeroportuale siciliano tutto, visto in un’ ottica di insieme e di sviluppo infrastrutturale e turistico.
Hanno partecipato alla discussione i responsabili dei quattro aeroporti siciliani, nonché l’Onorevole Nello Musumeci, protagonista dell’intervento finale. Se i primi hanno contribuito al dibattito con interventi di carattere tecnico, come da proprie competenze, l’ultimo ha profuso una disamina storico/politica sulle gravi responsabilità trasversali nel ritardo dello sviluppo infrastrutturale siciliano. Sono stati sottolineati errori e vicende relative non solo al sistema aeroportuale ma a quello di tutta la mobilità generale. Il dito, in particolar modo, è stato puntato sulla inesistenza di uno sviluppo del sistema ferroviario, di fatto fermo dal 1946, andato a vantaggio di un trasporto su gomma inquinante, antieconomico e che oggi vede limiti di economicità con aziende impossibilitate a pagare stipendi e ad assicurare il servizio di trasporto.
Non indifferente la vicenda relativa allo stretto di Messina, dove le Ferrovie dello Stato hanno comunicato l’intenzione di sospendere il servizio di continuità ferroviaria che prevedeva la possibilità di imbarcare le carrozze dei treni sui traghetti. “Si torna così al 1800”, ha detto Musumeci, con i siciliani costretti a scendere dal treno con la valigia in mano, traghettare privatamente e, una volta arrivati in Calabria, cercare la stazione per salire su un’altra carrozza che li porterà in Italia e in Continente. Una cosa umiliante e che è certamente distante dal concetto di “servizio pubblico”.
Proprio un esempio come questo delinea una difficile condizione, ha detto Musumeci, dovuta alla nostra insularità. Il trasporto aereo non è, quindi, per i siciliani, una opzione tra le altre; è una necessità! Per questo, certamente, lo sviluppo aeroportuale non è necessario in ottica esclusivamente turistica ma anche di fruizione da parte della popolazione siciliana per esigenze di mobilità. Una battaglia di libertà.
Un intervento lungo, quello dell’Onorevole Musumeci, appassionato e concreto, che si è concluso spiegando le buone intenzioni che questi incontri sul territorio si prefiggono; per operare in favore dello sviluppo della nostra terra.
“Oltre che la protesta noi dobbiamo essere la proposta. E la proposta deve nascere dal territorio, non soltanto dai laboratori dei partiti. Ecco perché stiamo andando in giro per la Sicilia: per ascoltare la gente, gli operatori, i tecnici, gente che appartiene a tutti i partiti e che fa il proprio mestiere con grande dignità e senza chiedersi se la manifestazione è organizzata da gente di centrodestra o di centrosinistra. Perché alla fine chi governa ha il dovere di governare e chi non governa ha il dovere di controllare e anche di proporre”.
La manifestazione, appunto, è stata l’occasione per venire a conoscenza di tante necessità del territorio e per mettere a fuoco le iniziative da portare avanti. Intenzioni concrete.
“Abbiamo tanti argomenti da portare sul tavolo del governo regionale. Parleremo con l’assessore al turismo e ai trasporti perché avremo qualcosa da proporre; qualcosa da portare al confronto perché questa terra di Sicilia possa inseguire un barlume di luce.”
Poi un finale appassionato, denso di orgoglio siciliano e voglia di fare.
“Qui la rabbia sapete cos’è? Che non dobbiamo inseguire i miracoli. Qui in Sicilia abbiamo già la materia prima, non dobbiamo importarla. Di fronte a questa straordinaria potenzialità occorre che la politica faccia la propria parte per restituire la speranza a tanti giovani che sembra la abbiano persa; e per dire alla gente di Sicilia che il domani può essere diverso e, come diceva Paolo Borsellino, questa terra, nonostante tutto, nonostante i problemi, nonostante la mafia, questa Sicilia, un giorno, sarà bellissima.”