La cosa più difficile che si possa fare, in una epoca dominata dalla retorica e dalla propaganda dei gessetti colorati che la sinistra usa per risolvere i problemi che ha generato con le sue bombe, è quella di fare analisi che non siano condizionate dalla nostra sensibilità, le nostre simpatie o antipatie, dai nostri valori umani o dalle suggestioni. I motivi sono due: il primo è che difficilmente una analisi possa essere lucida e veritiera per dar torto o ragione a qualcuno; la seconda è che se quei valori, quelle sensibilità, sono stimolate a comando dalla propaganda per fare indignare solo quando conviene, allora è certo che non solo l’analisi sarà condizionata ma – è ben più grave – sarà condizionata con volontà da qualcuno per usarci come arma al servizio dei propri scopi. E’ esattamente questo che sta succedendo circa l’attacco della Russia all’Ucraina. Che in realtà è un attacco degli USA alla Russia che si è difesa.
Il mondo libero come abbiamo conosciuto è stato tale, come sempre, per un principio inviolabile di equilibri internazionali che, nei decenni, sono stati pattuiti da trattati e accordi. Chi li ha violati? Chi ha attaccato per primo? Chi si è difeso?
Alla fine degli anni ’80 iniziò il percorso storico che portò alla nascita della Russia dopo lo scioglimento dell’URSS. La guerra fredda e le sue conseguenze, per noi italiani importantissime circa influenze di servizi segreti esteri e strutture militari clandestine, avevano portato a decenni di gravi instabilità da ogni punto di vista. Tutto questo volse al termine attraverso un accordo: i Paesi dell’ex Patto di Varsavia avrebbero mantenuto il segreto circa le documentazioni riguardanti le attività estere del KGB ed in più la Nato, organizzazione militare nata per contrastare il rischio di una espansione dell’impero sovietico, non avrebbe messo propri uomini e mezzi su quei Paesi, essendo questi a contorno del confine Russo. Come quando da ragazzini giocavamo a Risiko, il rischio sarebbe stato quello di vedere, anno dopo anno, gli Stati Uniti conquistare territori e avvicinarsi per poi tentare di tirare i dadi per l’ultima volta. Così è stato. Gli Stati Uniti, attraverso la Nato, non hanno rispettato gli accordi ma in più hanno fatto anni di provocazioni continue a cui Putin non ha mai risposto, essendoci ancora altre strade. Se dopo tanto non reagire alla fine lo ha fatto siamo sicuri che abbia così tanto torto? Se, infatti, l’annessione della Crimea aveva riportato a una certa possibilità di difesa, dall’altro lato abbiamo visto per anni e anni, nel silenzio dei media che ora vi fanno indignare contro di lui, una preparazione del fronte nord, proprio come a risiko, con piccoli passi, come il rovesciamento di governi a favore di dirigenze antirusse. Se questo a noi occidentali sembra meglio e giusto non fa operazione; come dicevo all’inizio non si può dar torto e ragione in base a preferenze personali, come tifosi di calcio, o in base a suggestioni e impeti emotivi.
Quello che più mi preoccupa, infatti, è il pensiero che gli USA stiano utilizzando la propaganda occidentale per come hanno sempre fatto: preparare il terreno per giustificare una azione militare che, dopo, sarebbe accettata e considerata giusta dai cittadini. La tecnica è sempre la stessa. Se tu attacchi passi per il colpevole. E allora sui media dipingi il nemico come un dittatore criminale (e magari è anche così, ma tu non sei da meno) per poi quando attaccherai non avere il contrasto dell’opinione pubblica che considererà giusto l’intervento. Ricordate quanto avvenuto con l’Iraq? E con Gheddafi? E non è per caso lo stesso con Assad, il feroce dittatore che però ha resistito e non è stato rovesciato grazie proprio a Putin? Abbiamo visto mesi di compagna mediatica martellante per far credere che Assad fosse un sanguinario da eliminare. Ci stanno usando, ancora una volta, come pecore a cui l’esperienza passata non ha insegnato nulla. Ci stanno facendo indignare, a comando, per poi giustificare un attacco militare? Speriamo di no ma per adesso stanno facendo tutto quello che hanno sempre fatto per giustificare un intervento militare.
Dobbiamo e abbiamo il dovere di renderci conto che l’ipotesi che gli Stati Uniti vogliano fare una guerra mondiale, ma dando la colpa a Putin, sia davvero possibile. Tutto quanto fatto in questi anni è palesemente diretto verso quello scopo e una ipotesi diventa sensata se è supportata da analisi oggettive su chi e perchè abbia necessità di fare una nuova grande guerra per il controllo del mondo. Sappiamo bene che, nonostante le crisi finanziarie pilotate per tagliare le gambe all’Asia, i rapporti di forza nel mondo non sono più quelli del passato. Noi occidentali, convinti di essere gli eletti, abbiamo una visione europocentrica e un complesso di superiorità che oggi si poggiano sul nulla. Intorno a noi masse di miliardi di persone concentrate in grandi potenze nucleari mondiali, non sanno neanche dove sia Parigi. E manco gli interessa. Il rischio – per comprenderlo si dovrebbe fare una lunga analisi dei rapporti di forza commerciali e finanziari e di quelli legati al debito – è che nel volgere di qualche decennio gli USA potrebbero perdere il controllo del mondo che passerebbe di mano. Di qui la necessità di un conflitto, un reset, che riporti le lancette indietro di qualche decennio rimettendo gli USA in posizione dominante.
L’alternativa a tutto questo era soltanto una. Sconvolgere lo scacchiere mondiale con un qualcosa di incredibile e impensabile. Evitare che la Russia si allei con la Cina facendola invece entrare nei salotti e nelle alleanze dell’occidente. A Pratica di Mare, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, si rese protagonista della più importante e incredibile pagina di storia del ‘900, facendo cessare la guerra fredda. La Russia venne accolta nel G8, nei tavoli di accordo delle potenze occidentali, e si aprirono le porte per la normalizzazione della Turchia al fine di distaccarla dall’estremismo, attraverso una operazione ai fianchi non convenzionale: Berlusconi fece da testimone di nozze alla figlia del presidente Turco. Ci dilungheremmo nel dire altro e non è il caso. E’ certo il caso però di evitare di correre il rischio, sempre costante, delle tifoserie, delle antipatie e simpatie, delle varie propagande. Vi sta antipatico Berlusconi? Non importa, le cose andarono così e fece qualcosa di straordinario. C’erano sotto anche accordi per le sue tasche e convenienze personali? Non importa ugualmente.
Importa soltanto ricordare che quello che poteva evitare una guerra mondiale e darci anche una posizione dominante, e cioè una alleanza tra occidente e Russia, era stato fatto. Ed importa ammettere che Obama ha metodicamente distrutto tutto quello che era stato raggiunto, sul fronte russo, sul fronte africano, e circa le distensioni che, come denunciò Berlusconi nel 2014, vennero abbandonate per ritornare alle minacce, le sanzioni, le provocazioni.
Se volete sapere di chi è la colpa non cercate nei media occidentali. Sono posseduti e controllati dagli stessi farabutti che quando bombardavano Belgrado con gli aerei italiani senza autorizzazione del parlamento, non vi facevano indignare a comando, non vi facevano vedere le foto dei bambini sotto le bombe, non vi facevano scendere in piazza contro la guerra. E sono gli stessi giornalisti mediocri e insulsi che stanno zitti davanti alla storia di Assange e i video dell’esercito americano che uccide civili per divertimento, mentre scrivono articoli sui poveri civili sotto le bombe russe. E sono gli stessi che hanno descritto come rivoluzione il rovesciamento del governo ucraino di qualche anno fa e hanno taciuto per 8 anni davanti a bombardamenti e uccisione di civili che, certamente, non erano condotti da Putin. Veramente inaccettabile.
Impariamo tutti insieme a non farci condizionare e ragionare in modo autonomo, perché stavolta rischiamo un conflitto nucleare mondiale per ridisegnare gli assetti del mondo. E rischiamo di farci usare, ancora una volta, come pecore, da chi questo conflitto lo ha voluto, pianificato per anni, e generato. E noi diremo tutti in coro: “è stata colpa di Putin, meno male che l’America ci protegge, diamogli il nostro appoggio”. Sarebbe ora di svegliarsi.