Inaugurata la mostra “Cemento” di Pietro Motisi (e a cura di Giuseppe Maiorana e Giulia Scalia) a Gibellina al museo Belice/EpiCentro della Memoria Viva_CRESM.
L’esposizione continuerà sino al 6 giugno ed è un lavoro realizzato da Motisi nell’arco di diversi anni, parte di quattro grandi capitoli di un unico percorso fotografico, diviso secondo un ordine ben preciso. Il desiderio di trovare un senso a ciò che sembra non averne è il cuore della mostra presentata al Belìce/EpiCentro della Memoria Viva nell’ambito della manifestazione nazionale della Notte dei Musei 2014.
La mostra è composta da 15 scatti a colori. In queste immagini, il corpo del fotografo interviene nel territorio come una sorta di sensore in movimento che perlustra la materia urbana quasi a registrare il rumore di quel paesaggio urbano o rurale.
Il progetto fotografico mira alla realizzazione di una vera e propria mappa, un percorso personale fatto di sensazioni e percezioni sulla Sicilia. Pietro Motisi, presenta così, a Belìce/EpiCentro della Memoria Viva, non solo l’immagine devastata del territorio siciliano, ma ne racconta una storia; una storia che attraversa tutta la sua “bellezza” o “bruttezza” senza trascurare la sua vera essenza.
L’intenzione di Motisi è anche quella di instaurare un rapporto tra osservatore e soggetto che permetta di rappresentare l’abuso, talvolta illecito, che si è perpetrato nell’isola insieme all’intenzione di concretizzare con forza visiva la questione della rappresentazione del paesaggio. Il paesaggio è così inteso come unicità e risorsa d’inesauribile energia materiale e immateriale, come identità dell’immobile in cui non c’è spazio per il soggetto umano.