Ci risiamo, ormai è un disco rotto. In ogni parte del mondo, ad ogni latitudine ci siano delle elezioni governative, queste vengono definite regolari o meno, democratiche o meno, a seconda che vinca la sinistra o meno. E’ un po’ imbarazzante oltreché ridicolo, ormai, commentare ad ogni giro questa assurdità, ma tant’è…
In Austria, con un successo storico, L’Fpö ha ottenuto la maggioranza relativa con il 28,8 per cento dei voti, salendo di 13 punti rispetto alle elezioni del 2019. Il partito di estrema destra, in pratica, è stato scelto dalla maggioranza dei cittadini per ragioni chiarissime, evidentissime, sotto gli occhi di tutti i popoli europei e non solo: reagire alle politiche della sinistra su disparati temi ma certamente e primariamente sull’immigrazione.
Ma questo non è un articolo per valutare nel merito, per mia o vostra opinione, cosa sia giusto o sbagliato, valido o meno valido circa determinate politiche. L’oggetto è, come accennato in testa, il commentare insieme questa grottesca condizione intellettuale, certamente antidemocratica davvero, in cui versa la sinistra e in cui versano i commentatori di sinistra. A destra e a manca, come avvenuto in altri paesi, si parla di “giorno nero per la democrazia”, “rigurgiti nazisti”, “necessità di isolare chi ha vinto per impedirgli di governare”. In pratica le elezioni sono valide e democratiche solo se vince la sinistra. E’ una contraddizione in termini, un cortocircuito, che descrive perfettamente la natura bolscevica che ancor oggi caratterizza la sinistra; ma, nel 2024, è anche più semplicemente il risultato di una profonda ignoranza e stupidità analitica delle cose del vivere e della politica da parte di chi, per decenni in modo martellante, è stato eterodiretto da una propaganda incentrata non sul battere l’avversari sui temi, ma sull’affermare che l’avversario non ha il diritto di esistere. A sinistra, nei fatti, la vera democrazia di manifesterebbe impedendo alla destra di partecipare alle elezioni. Essendo questo non possibile (per adesso) si vira verso azioni di sabotaggio ed eversione.
Nel merito, risulta abbastanza incredibile che pochissimi commentatori abbiano la cultura per capire cosa sia la democrazia e come essa può manifestarsi. La democrazia è un paradigma politico di antica origine, ma emerso in modo definitivo e culturalmente considerato a livello mondiale al termine dell’epoca delle grandi dittature europee. Ebbene questo paradigma, con peculiarità diverse per ogni paese a seconda della forma parlamentare e delle costituzioni di origine, può avere luogo e condurre le nostre vite soltanto attraverso il manifestarsi dell’ “alternanza democratica” . In pratica, le costituzioni, prevedono forme parlamentari con poteri legislativi ed esecutivi, che vengono a formarsi con dei paletti tali che, tranne rarissimi casi quasi impossibili, ad ogni elezione e in modo alternato vinca oggi la destra e domani la sinistra. E’ il motivo per cui spesso nascono governi di coalizione, compromessi, in quanto da un lato e dall’altro non vi è abbastanza maggioranza per agire in modo assoluto.
Tale è l’ignoranza a sinistra, la cocciutaggine nel pensare che democrazia è solo se vincono loro, che non si rendono conto dell’esatto opposto. Democrazia è se perdono loro, poi dopo cinque anni vincono loro e perdono gli altri, e via così alternandosi al potere per effetto delle caratteristiche costitutive dei sistemi parlamentari democratici, che sono state pianificate scientemente al fine di non rendere possibile l’accentramento di potere sugli stessi soggetti per più legislature consecutive, evitando quindi derive antidemocratiche a causa della detenzione del potere che non passa di mano.
Il fascismo italiano, ad esempio, divenne ciò che noi sappiamo non con la Marcia su Roma. La manifestazione politica considerata dittatura, avvenne soltanto dopo la emanazione della legge Acerbo utilizzata nel 1924, che dava una maggioranza assoluta in parlamento come premio al sistema proporzionale. E’ un po’ come se oggi, in Austria, siccome l’estrema destra ha preso il 29, la legge elettorale gli concedesse il 51% dei seggi.
C’è poi una considerazione di carattere pacifico, ormai raramente non condivisa in modo trasversale. Sappiamo tutti e non c’è bisogno di essere esperti di politica per capirlo, che il voto a destra (la destra vera, non Meloni o Tajani) è un voto rifugio, un voto di sfogo, come avvenuto in Francia, che il popolo in massa concede come reazione di sistema, feedback a contrasto delle condizioni sociali ed economiche generate da una sinistra che oggettivamente, con le sue politiche ha portato solo disastri. Inutile elencarli, basta tentare di passeggiare dalle sei del pomeriggio nelle stazioni delle grandi città per capire cosa intendo e basta osservare il declino economico e sociale dell’Europa, un una vera degenerazione, assoggettata a follie green e gender.
Il voto che ormai ovunque richiama a certe simpatie, è quindi un voto perfettamente legittimo, ma anche e soprattutto salvifico proprio della democrazia. C’è democrazia proprio se adesso vince l’estrema destra. Infatti senza una virata garantita dall’ alternanza democratica, il potere rimarrebbe nelle mani di chi ha governato fino ad adesso, proseguendo nel suo operato.
Perché non sia mai che a sinistra, invece di proscrivere l’avversario politico, riflettano su se stessi ammettendo che forse qualche cosa hanno sbagliato, e che se la gente comune vota estrema destra non è per ignoranza o per rigurgiti nazisti, che viene da ridere solo a dirlo. La gente vota estrema destra perché per disperazione è stata portata a farlo dalla sinistra e delle sue politiche.
Si mettano in discussione invece di pensare di rappresentare la mano di Dio