Devo francamente ammettere che l’Italia, se mi trasferissi in Nuova Caledonia a fare pesca subacquea di carangidi del pacifico, non mi mancherebbe poi tanto. Mi mancherebbe l’energia dei posti dalla storia plurimillenaria dove vivo, questo si. Ma non credo mi mancherebbe molto, socialmente, questo Paese di pagliacci piccoloborghesi che vivono una intera esistenza facendo la recita di essere ciò che non sono. L’avvocato che deve stare attento a mangiare una pizza che fa la recita del ricco col suv a rate, l’ingegnere altolocato del circolo del tennis che ha 12 euro sul conto ma siccome ha 3 case in periferia affittate a 500 euro parla come se fosse l’ultimo principe discendente degli Asburgo e via così. Un Paese fatto di nulla dove tutti si presentano come dottori ma nessuno sa usare un punto e virgola. Tutti non riescono a godere e vivere con pienezza e serenità la propria condizione. Mi sono venute in mente queste riflessioni leggendo le anticipazioni sull’ultimo decreto. E ho capito che, in modo direttamente proporzionale, le cose che ho detto valgono anche per chi ha davvero un ruolo importante nella società, ma non lo vive con umile soddisfazione e deve per forza parlare come fosse qualcosa che non è. Sempre di più. E quindi, come l’avvocato senza una lira che gira la cannuccia dello spritz come fosse il principe del foro di New York, anche il Presidente del Consiglio si atteggia come se fosse il Re dell’Italia, e noi i suoi sudditi. Ne avevo già scritto quando, per le comunicazioni ufficiali, questo qui diceva “noi vi permettiamo”, “noi vi condediamo”. Della serie: un pirito vi seppellirà! Cioè, sono tipici atteggiamenti di uomini insicuri, fragili, con complessi e che non contano nulla. Una persona che conta non ha bisogno di parlare così.
E dicevo ho pensato a tutto questo quando ho letto sto decereto di Natale. Ora, lo anticipo a chi mi farebbe le pulci. Io posso dedicare a questa buffonata pochi minuti quindi non ho letto e riletto 30 volte e potrei avere commesso degli sbagli e aver frainteso. Ma, se non ho franinteso, praticamente sitamo parlando di nulla. Cioè, è da giorni che parlano di zona rossa, tutti chiusi in casa e senza poter spostarsi dal proprio comune. Poi esce il decreto e dici, cazzo vediamo. Insomma questo si mette in televisione e comincia a dire mille cose, fumose, di que a di là. Io ovviamente, anche perchè non ho la televsione, me ne sono stato a leggere davanti al camino senza la minima voglia di ascoltare sto trombone, ma stamattina scopro che… dopo una notte in cui tutta Italia si è scervellata per dire cosa si può o non si può fare, la frase che si è cominciata a udire questa mattina da tutti i balconi verso i balconi dei vicini è stata: “scusa, ma tu c’hai capito un cazzo?”
Scusate ma ho capito male io, oppure questi scrivono fiumi di parole per stordirvi e farvi sentire il loro potere, ma alla fine, leggendo con attenzione, puoi andare dove ti pare ma con il solo divieto di camminare in macchina con più di un passeggero? In pratica siamo 18 amici, dobbiamo andare a trovare altri amici a Natale, e possiamo tranquillamente spostarci ma avendo cura di usare 9 automobili. Potevano fare una comunicazione di 10 secondi: “è concesso qualsiasi spostamento ma a coppie, due per volta”.
Cioè sono stati capaci di scrivere che gli spostamenti verso i parenti, a Natale, sono consentiti ma solo una volta al giorno. Ma perché gli altri anni, nella giornata di Natale, andavamo e tornavamo da casa della zia 4 volte nella stessa giornata?
Addirittura hanno detto che lo spostamento vale in regione. Cioè io posso andare a Catania, o dove voglio ma il tutto con una sensazione mediatica da terrore staliniano, con zona rossa, dove viene sbandierato (e ripetuto dalle persone) che non puoi muoverti da casa e uscire dal comune. Invece non c’è niente. Io il 25 mattina prendo la macchina e vado a Ortigia. Non cambia nulla se non l’apparenza mediatica di essere sotto la legge marziale se esci da casa. Ma è patetico! Se ho preso io un abbaglio ditemelo. Sennò qui siamo davvero all’uso indiscriminato del fumo negli occhi per sfruttare l’analfabetismo funzionale del popolo per spaventarlo, fingendo di emanare leggi dure, di cui alla lettura non v’è traccia.
Mi dicono alcuni che è per scoraggiare certi comportamenti. E come li scoraggi se dopo 3 ore tutti hanno capito che puoi andare dove ti pare? E rispondo che il risultato finale comunicativo è opposto. Che la gente non capisce più nulla, è stanca di ascoltare mille norme che cambiano ogni giorno, e reagisce con il rifiuto a rispettarle a differenza di una situazione con poche norme ma chiare e comunicate senza fronzoli. Ed anche le forze dell’ordine, fidatevi, non sanno più come comportarsi.
A me sta iniziando a balenare in testa il problema spiegato in premessa e cioè la sindrome di chi non conta nulla o conta ma mira a una condizione superiore. Qui siamo di fronte all’uso indiscriminato di strumenti di legge e minacce di sanzioni per comportamenti che, leggendo la legge, non sono vietati. Quindi le sanzioni hanno solo lo scopo di incutere terrore, fare capire che c’è il monarca che ci guarda, una specie di dottrina del terrore marxista leninista ma in salsa tonnata per il vitello di Natale a casa Di Maio. Con questi signor nessuno che hanno, per una svolta della vita, incrociato una visibilità che non gli spettava e che, dal piccolo del loro piccolo, non gli basta e pretendono di vivere una stagione da monarchi sognando di concederci la libertà; liberi del nostro salire in macchina, andare dalla zia a Natale e gridare, giulivi festanti e grati per la concessione: VIVA IL RE!!!
Sono così teneri, delle creature. Facciamoglielo credere. Anche per loro, infondo, è Natale. Tutti insieme forza: “VIVA CONTE, VIVA IL RE”