di Antonio Triolo:
Vorrei coinvolgervi in una riflessione partendo dalla querelle sui tamponi rapidi a pagamento per chi non è vaccinato e gratuiti per chi si è vaccinato e arrivando al tema delle cure perché le due cose, a mio parere, rappresentano due facce della stessa medaglia. Per farlo chiedo: esiste oggi una terapia o un esame diagnostico, che il SSN pone a pagamento per qualcuno e gratuito per altri discriminando sulla sua gratuità o meno in base a parametri che non siano patologia o reddito? Un esame o una cura la cui gratuità o meno si basi su valutazioni etiche e morali, quindi soggettive, di un comportamento? Ad esempio: ci sono cure o terapie gratis per chi si è vaccinato contro la meningite e a pagamento per chi non lo ha fatto? Esami o cure gratis per chi ha fatto i vaccini obbligatori e a pagamento per chi, violando magari l’obbligo vaccinale, non li ha fatti? Un test di gravidanza o spese per il parto gratis per chi ha usato il preservativo e a pagamento per chi ha scelto di non usarlo?
Io non credo e il fatto che la gratuità delle cure e degli esami siano in Italia garantite tanto al carabiniere ferito in un conflitto a fuoco con un rapinatore, quanto al rapinatore ferito a sua volta dal carabiniere è per me metro della civiltà italiana, ci distingue da altri sistemi in cui il diritto alla salute è subordinato alla capacità di pagare o, peggio, a valutazioni di ordine etico e morale rispetto al motivo che porta la persona ad essere paziente o ad usufruire di test diagnostici. Vale qui peraltro la pena ricordare a chi vorrebbe oggi che i non vaccinati si pagassero le cure per il covid che anche i non vaccinati pagano oggi le spese per curare gli eventi avversi da vaccino che colpiscono i vaccinati, così come tutti paghiamo i costi di un malato che abbia contratto e trasmesso malattie veneree a seguito di rapporti non protetti o abbia preso la meningite non avendo fatto i vaccini facoltativi o subito le conseguenze di altra malattia addirittura contravvenendo la legge.
Mi chiedo, a questo punto, quando la nostra società e suoi esponenti di rilievo e assoluto valore, fra cui persone il cui sincero sentimento religioso e la cui passione civile conosco e apprezzo, hanno smarrito la bussola di civiltà rappresentata dal SSN universale per auspicare che le cure e le diagnosi siano premi concessi e non diritti? Quando i #restiamoumani che, giustamente, affollavano i social di appelli contro l’idea che qualcuno volesse negare le cure ad esseri umani seppur clandestinamente (e spesso senza che quindi si sia avuto alcuna nozione sul loro status sanitario e vaccinale) nel nostro paese, sono diventati (e ne ho visti di profili così) i #moritesorci che auspicano che altre persone prendano il covid e muoiano se non in grado di pagarsi le cure?
Mi viene in mente, e fra le alternative mi sembra la preferibile per mantenere il rispetto che ho nei confronti di alcuni di questi (almeno una debolezza si può comprendere) che sia stato nel momento in cui le vite di costoro sono entrate in contatto con la morte, che sia stato quando se la sono trovata di fronte sui TG, in ospedale o nel viso di qualcuno dei propri cari che questa “mutazione” è accaduta. Che sia successo quello che così descriveva bene Yukio Mishima: “una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata forse non è che un fragile vetro”. Ecco, temo che molti autoproclamati diamanti si siano rivelati per i vetri che in realtà erano (che in gran parte siamo) e che per loro oggi parli la paura e la rabbia che ne deriva. È una sensazione che ho conosciuto e combattuto e quindi non vuole essere un giudizio morale sugli altri, espresso magari dall’alto di una presunta superiorità. Forse, essermi personalmente trovato di fronte alla concreta possibilità di morire, oggi mi ha immunizzato o almeno reso meno permeabile a questo fenomeno che mi sembra assumere più i contorni di una “patologia” esso stesso che quelli di un razionale ragionamento politico o economico. L’esigenza di trovare un colpevole, un untore perché un nemico puoi combatterlo ed eliminarlo mentre il fato ti domina, è stata d’altronde una pulsione alla base delle scelte di molti popoli durante le crisi. Per alcuni l’antropomorfizzazione del nemico rende la triste realtà più sopportabile, la vita e il mondo fenomeni controllabili e quindi rassicura. Le colonne infami aiutano dunque a tenere insieme i cocci dei nostri vetri, solo che questo modo di reagire fa forse più danno del virus in sé o almeno ne fa tanto quanto in termini di conseguenze politiche, economiche, nonché sul piano dei diritti e della coesione sociale. Lascia ferite nel corpo degli stati e delle persone, ferite che a volte hanno generato cancrene portando la storia per vicoli molto oscuri e pericolosi.
Questa la mia riflessione su un fenomeno che mi rattrista e preoccupa, a voi decidere cosa farne.