Proponiamo ai nostri lettori l’intervista a Giorgio Randazzo pubblicata della testata Social del Direttore Vito Manca.
Mano tesa perché non è il momento delle polemiche. Ma senza ipocrisia. La Lega ha tenuto un profilo basso. Ha lavorato in silenzio, ma sul lavoro dell’amministrazione Quinci ha più di una critica da fare. Per il consigliere Giorgio Randazzo (nella foto) sono stati commessi degli errori che potevano essere evitati. Il rappresentante del partito salviniano è pronto ad indicarli, con dovizia di particolari, ma anche riconoscendo che il sindaco Salvatore Quinci ha dovuto affrontare una fase così difficile e complicata quasi da solo, senza l’impegno e la vicinanza di chi ha già amministrato la città e l’ha sostenuto. Senza occasioni d’immagine e di visibilità hanno lasciato il primo cittadino a mani nude a fronteggiare una crisi senza precedenti. Randazzo riconosce, anche, che sindaco e giunta hanno, in qualche modo, aggiustato la mira strada facendo per colpire l’emergenza. C’è ancora tanto, tutto, da fare. I leghisti sono pronti a fare la loro parte. Hanno già messo in campo alcune proposte. Iniziative concrete, frutto di un confronto interno al partito, che non si è mai interrotto e che ha permesso ai dirigenti salviniani di avere un quadro più ampio della situazione emergenziale con la verifica delle condizioni dei territori. Uno schema considerato indispensabile per avviare la ripresa. Randazzo, sul punto non fa sconti. Ed indica un primo punto: l’attuazione del programma amministrativo votato dai mazaresi. A cominciare dal bilancio di previsione 2020. Anche in questo caso la Lega ci sarà, con o senza le altre forze di centrodestra.
Turismo azzerato, marineria in crisi profonda, l’agricoltura comincia ad entrare in affanno. L’economia mazarese rischia grosso. Quali dovranno essere le priorità per ripartire?
“Credo da questa pandemia dovremmo imparare molto, a partire dalla gestione delle nostre famiglie, delle nostre attività economiche, nonché gli stili di vita. Ognuno di noi, per il futuro, oltre al compito di concorrere al benessere comune e personale, dovrà imparare ad elaborare per sé e per gli altri, azioni che mettano al riparo il più possibile dalle intemperie. Quindi, meno atteggiamenti e iniziative tese sole all’apparenza e all’accreditamento sociale. Dal punto di vista economico e amministrativo mi aspetto interventi concreti a favore dello snellimento della burocrazia, dei servizi di assistenza a famiglie, malati e anziani. Sarà una vera corsa alla modernità, che dovrà coinvolgere tutta la popolazione e i sistemi produttivi. Ma per mettere in campo tutto ciò, e trainare i cittadini, occorre che la politica ritorni ad essere autorevole. Per fare ciò occorre vicinanza ai territori e sobrietà nella gestione pubblica, con un occhio al futuro e non alla scadenza del proprio mandato elettorale. Da Mazara del Vallo a Roma mi aspetto un cambiamento radicale e sogno che tutto questo possa essere possibile”.
L’amministrazione del sindaco Salvatore Quinci è stata finora convincente nella gestione della crisi. Concorda?
“Sono convinto che questa crisi abbia messo a dura prova la tenuta e la qualità dell’amministrazione. Tutti coloro i quali vivevano di passerelle e che hanno avuto responsabilità amministrative passate hanno dimostrato di essere i grandi assenti, lasciando il sindaco, da solo, ad affrontare l’ordinario, ad attuare il programma politico nonché a gestire l’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Abbiamo percepito la presenza di costoro solo attraverso il riscontro di una burocrazia non all’altezza in queste settimane, frutto del loro modo di amministrare nel passato, che oggi ci si ritorce contro. Il sindaco è stato presente ed è stato coadiuvato e supportato anche dall’opposizione, con richieste precise, messe per iscritto e con la nostra personale mobilitazione per ottenere più donazioni possibili, per far fronte alle emergenze e per fare da filtro e da pompieri alle innumerevoli richieste e intemperanze dei cittadini. Non ci sono piaciute le prime settimane nelle quali si percepiva una sorta di ritardo dinanzi all’emergenza, come per esempio nei controlli sul territori, insufficienti e prevedibili. O nel mancato accoglimento della richiesta di posticipare, in un primo momento, la riscossione dei tributi, che poi è stata portata in consiglio. Oppure nell’attuazione dei decreti in materia di gestione del personale pubblico, fatta in maniera errata, prevedendo troppi impiegati in lavoro agile e senza mansioni, che ha reso scoperti servizi essenziali per un’emergenza, come nel caso della Polizia Municipale e per la solidarietà sociale. Ed infine l’impegno economico per l’emergenza. Ad oggi non è dato sapere quanto l’amministrazione ha deciso di stanziare. Noi, in silenzio, e con note precise, abbiamo fatto il nostro dovere dialogando con l’amministrazione senza pubblicità e con molta responsabilità. Non è oggi il momento per discuterne nelle sedi consiliari e nei salotti dell’informazione. Oggi è il momento di diffondere parole di speranza ai cittadini e di utilizzare la nostra lucidità e abilità politica per capire come e quando uscire tutti insieme da questa crisi, al prezzo più vantaggioso possibile che racchiuda salute, economia e progresso”.
L’onorevole Eleonora Lo Curto ha proposto al governo Conte un condono tombale per tributi ed imposte da pagare all’Agenzia delle Entrate. E’ una soluzione convincente?
“Il più grande problema è rappresentato dalla mancanza di liquidità per la quotidianità in fase d’emergenza, nonché per consentire la riapertura di tutte le attività economiche e il condono non può essere una soluzione se non pensato in un sistema di interventi più ampio. Il Governo e gli enti locali per una volta, devono avere il coraggio di pensare agli Italiani e non all’establishment. Occorre già, da ieri, indicare quale sia l’idea di Paese, posticipando ratealmente al prossimo anno imposte e tributi, inviando liquidità a tutti i cittadini per fronteggiare la sopravvivenza da block down, congelando tutti i posti di lavoro con la garanzia pubblica alla data del 7 marzo 2020, decidendo, da adesso, che alla ripartenza vi sarà, per un lungo periodo, un taglio consistente di tutte le tasse e infine liberando tutti i Comuni e le Regioni dal patto di stabilità, a condizione che le risorse vengano utilizzate per investimenti su imprese e infrastrutture attraverso un attento controllo pubblico magari coordinato dalle Prefetture”.
Cosa si aspetta di trovare nel bilancio comunale 2020?
“La speranza è che si metta mano al programma politico che i cittadini hanno votato. Mi aspetto risorse per interventi strutturali nei servizi essenziali per mettere fine alla stagione perenne delle scuse: come per l’emergenza idrica, la raccolta dei rifiuti, i servizi manutentivi in genere. Mazara ha bisogno di una svolta verso la normalità, con un attenta programmazione turistica, partendo dalla rivalutazione dei litorali e dei sistemi economici collaterali, non dimenticando che settori come pesca e agricoltura, se ripensati in chiave moderna, possono dare ancora tanto”.
Neanche in una condizione di emergenza il centrodestra mazarese, così come è accaduto invece a Trapani, è riuscito a proporsi con soluzioni unitarie da mettere a disposizione dell’amministrazione e della città. Perché? Di chi è la responsabilità politica?
“La difficoltà è data, intanto, dalla mancata rappresentatività consiliare e poi da una visione miope della politica, tesa solo alla presenza in fase elettorale. Personalmente, al fine di risolvere alcune criticità, ho avuto modo di confrontarmi con esponenti di altri movimenti del centrodestra locale e dell’opposizione seppur non di centrodestra. La Lega è a completa disposizione del consiglio comunale e della giunta e lo dimostra il basso profilo assunto e il continuo dialogo con cittadini e istituzioni comunali, regionali e nazionali. Siamo gli unici che, da settimane, ci interfacciamo settimanalmente con altre realtà locali in cui abbiamo tesserati e amministratori, nonché con i nostri deputati regionali e nazionali, in videoconferenza, per studiare provvedimenti e iniziative utili alla risoluzione dell’emergenza. Non è un caso che la lettera, con proposte serie in materia di enti locali, diretta al Presidente del Consiglio – firmata da oltre 50 amministratori siciliani di ogni schieramento – sia stata pensata e scritta dalla classe dirigente della Lega in Sicilia. Manca localmente un cabina di regia politica per l’emergenza ma con certezza riscontro che tutti nel centrodestra stanno facendo la propria parte attraverso una serie di iniziative e la loro rete istituzionale per immunizzare il nostro territorio da questa grande piaga che ha travolto tutti inaspettatamente”.