Simbolo di una politica che non è più faro per i cittadini, ieri sera un Presidente della Repubblica soporifero è entrato dentro le case degli italiani che hanno assistito ad uno sciorinare di banalità vecchie come il mondo. Bugie vere – si, avete letto bene – che hanno dalla loro la forza delle statistiche che, costruite a dovere, ci raccontano attraverso freddi numeri un Paese che non c’è. Ad ogni punto, ogni cittadino all’ascolto, avrà pensato come alle solite parole non corrispondano fatti, nel nostro quotidiano, che possano ancora giustificare la nostra pazienza a rimanere zitti, ad ascoltare, a prenderci in giro da soli, a credere alle favole; nelle bugie bianche.
L’occupazione torna a crescere, l’economia migliora e le prospettive sono positive sono le frasi che hanno aperto le danze e che ricordano le altrettanto famose frasi sulla fine del tunnel e la crisi che sta per finire che per anni hanno rimbecillito il popolo, attraverso l’informazione governativa, mentre organismi internazionali di matrice massonica rimuovevano governi e ci derubavano attraverso ordini calati dall’alto. Alle parole si contrastano le nostre vite quotidiane fatte di smantellamento dei diritti dei lavoratori, abbassamento dei salari, mancato rinnovo dei contratti. Mattarella ammette che il lavoro manca e le famiglie sono in difficoltà e quindi, oltre al danno della presa in giro avvertita sentendo parlare di occupazione che cresce, vi è stata la beffa di veder continuare il discorso presidenziale ascoltando frasi di vicinanza ai giovani senza lavoro ed ai cinquantenni rimasti nel limbo infernale, tra lavoro perduto e pensione non raggiunta; cinquantenni che le Istituzioni, nel recente passato, hanno massacrato con la barbarie della legge Fornero. Nessun cenno, ovviamente, a questi lavoratori; come nessun cenno vi è stato ai poveri cittadini che hanno visto i risparmi di una vita rubati da una organizzazione oliata di truffaldini in giacca e cravatta coadiuvati da un governo che si è pure permesso, senza ritegno, di approvare una norma affinchè le vittime non possano fare causa ai banchieri carnefici senza chiedere autorizzazione ad altri banchieri. Pane e omissioni, quindi; e nessun cenno ai temi che hanno toccato la carne viva della gente. “Le famiglie non vanno lasciate sole”, ha detto: ma con che coraggio, dopo quanto accaduto?
E’ fuori dai binari delle mie volontà il fatto di poter dedicare poco più di nulla alle frasi fatte, uguali dal Regno ad oggi, pronunciate sulla questione meridionale. Poi è arrivato il turno dell’innovazione e gli investimenti per la ricerca, dell’arte da tutelare, della raccolta differenziata da fare e sulla necessità di un sano spirito di collaborazione per contrastare l’inquinamento; dobbiamo usare i mezzi pubblici ma è vero che in certi casi questi funzionano male: credetemi ha detto proprio così! Frasi scontate, come quelle sulla lotta alla mafia. Non è mancato il riferimento alla Cristoforetti; non se lo aspettava nessuno: è stata, infondo, la sorpresa della serata…
Voglio dedicare una maggiore attenzione, come fatto per le frasi sull’economia che migliora e le famiglie che non vanno lasciate sole sebbene massacrate a norma di legge dalle Istituzioni, alla assoluta inopportunità – mi permetta Presidente – con cui sono stati ringraziati i militari all’estero senza che nessun cenno sia stato fatto alla più grande vergogna della storia repubblicana; la vicenda dei fucilieri di marina: lungi da me addentrarmi. Solo, mi domando: ma il Presidente della Repubblica, mentre preparava il discorso, non ha pensato alla reazione di chi avrebbe ascoltato queste frasi generiche ben consapevole della realtà? Ha pensato, stamane, il Presidente, a che idea i cittadini possano essersi fatti se vicende salienti della nostra quotidianità, che smentiscono la retorica, sono state sistematicamente omesse e non trattate?
E’ certo il caso, oltre ai banchieri che possono derubarci per legge, ai nostri militari umiliati nel mondo, agli esodati violentati dallo Stato ed ai i nostri ragazzi che devono accettare di fare gli schiavi senza garanzie e senza la possibilità di progettare un futuro oltre le 24 ore, di soffermarci su altre tematiche che il Presidente non poteva non trattare con la stessa retorica. Ho atteso trepidante, credetemi, l’arrivo sulla scena di qualche frase sull’evasione fiscale. Inaccettabile, davvero, continuare a sentir dire banalità come il fatto che evadere sia sbagliato e che se tutti pagassero le tasse sarebbero molto più basse. No Presidente; basta Presidente; la prego Presidente: se è vero che non abbiamo ancora scoperto chi è nato prima tra l’uovo e la gallina abbiamo compreso, però, che le tasse non sono alte perché la gente evade ma la gente evade perché le tasse sono alte. Amen. Non so se è chiaro… Anzi, le tasse non sono semplicemente alte: diciamo, per capirci e avvicinarci alla realtà, che queste sono a livelli che ricordano i sequestri del grano nelle collettivizzazioni forzate ucraine che portarono alle sterminio di 8 milioni di persone; non commemorate, ovviamente, data la matrice dell’opera; ma questa è tutta un’altra storia.
Non è un’altra storia, però, dover sopportare l’ascolto di queste frasi lontane dalla realtà e confrontarle con la verità di un Paese dove vi è impossibilità di fare Impresa, di inventarsi, essere piccoli o grandi imprenditori grazie alle proprie idee; soffocati da vessazioni, burocrazie, tangenti, impedimenti e tassazioni che stanno provocando lo sdoganamento di una nuova, pericolosissima e verissima morale: evadere è sbagliato, ma se è per sopravvivere non lo è neanche per niente. Anzi è giusto. Sembra qualcosa di innocuo ma si nasconde un pericolo invisibile per l’humus valoriale ed etico che nasconde e che, non contrastato, deriverà tanto quanto derivano le condizioni e le circostanze. E quindi, avverto tornando all’Ucraina, se si conosce la storia si sa anche che vi sono stati contesti dove anche uccidere, per sopravvivere, è diventato moralmente accettato; giusto! Quale metafora più adatta a descrivere la barbara invidia sociale che ci sta mettendo gli uni contro gli altri? Precorritrice di cosa? E dove può portarci tutto questo se le cose continuassero a peggiorare? La storia ce lo ha già insegnato. Non sottovalutiamo, quindi, i processi sociologici oscuri e di degrado umano sempre più presenti. Le bugie sono gli argini della storia che tengono come quelli dei fiumi in piena; ma questi, ad un certo punto, cedono…
Ovviamente, tornando all’evasione, Presidente, io parlo del salumiere e del fruttivendolo; della gente. Non dei grandi gruppi e sistemi di potere che – le cronache spesso ce lo hanno narrato – evadono con la connivenza delle stesse Istituzioni che poi fanno il rimprovero al salumiere e al fruttivendolo che tentano di non impiccarsi evadendo due spicci. Perché, invece di dirci che evadere le tasse è sbagliato, non ci ha detto che lo Stato deve operare affinchè queste vengano abbassate a livelli accettabili in modo che tutti paghino serenamente?
Non posso non concludere, davvero, parlando di come sia stato trattato il tema dell’immigrazione. Perché qui, veramente, ho avuto un sussulto allo stomaco e un annebbiamento alla vista, non riuscendo a capire se a parlar fosse Salvini o Mattarella. Il nostro Paese, è inutile argomentare a sostegno, è diventato una pattumiera per assecondare fini mondialisti di introduzione, nel nascente mercato atlantico, di manodopera a basso costo; schiavi negri che, ci anticipava Marx qualche decennio fa, sono l’esercito industriale di riserva del capitalismo. E siamo solo all’inizio. L’immigrazione incontrollata, e non mi sto riferendo ai poveri rifugiati veri per i quali sono state dette le solite frasi sulle richieste all’Europa di condivisione del problema, ha provocato una invasione delle nostre città di delinquenza spiccia, disgregando il tessuto sociale, diffondendo la paura e la xenofobia che gli ipocriti addebitano a cattivi maestri e non alle condizioni di vita di cittadini disperati che, in certi quartieri, non possono più uscire di casa. Ogni giorno le cronache ci raccontano di rapine violente e omicidi; fatti sempre accompagnati da finti arresti a cui seguono rilasci a norma di legge dei delinquenti consapevoli di essere tutelati. Al massimo, se ti difendi e gli torci un capello, in galera ci vai tu. Perché, signor Presidente, invece di dirci che non dobbiamo lasciarci andare ai pregiudizi, non si è soffermato su come le Istituzioni debbano operare affinchè le condizioni di vita della gente, che li generano, vengano migliorate?
Gli immigrati devono rispettare la nostra cultura, i finti rifugiati senza diritto di asilo devono essere rimpatriati e i delinquenti arrestati. Un Salvini qualsiasi: attoniti ad ascoltare con ipocrisia le stesse frasi di chi, da anni, viene accusato di essere razzista; che se fossero stata ascoltate, quelle frasi, non saremmo in questa situazione. Ipocrisie, quindi; e retorica: è questo, infondo, il pacato rimprovero che muovo e che non ha finalità di discredito ma, lo sottolineo – credendo fermamente nella buona fede dell’uomo Mattarella – di stimolo ad attestarsi presto ad un livello di comunicazione e confronto coi cittadini che generi fiducia e speranze reali di cambiamento. Empatia, Presidente Mattarella: la prego! Un Presidente della Repubblica dovrebbe parlare alla gente, ai cittadini, facendo ad essi avvertire la vicinanza di un padre veritiero, pronto a denunciare e difenderci dai soprusi che ci stanno uccidendo come popolo. Un sogno che, spero, lei ci aiuti a trasformare presto in realtà. Il suo settennato è solo all’inizio.