Iniziano a girare i soliti commenti banali senza alcuna riflessione sull’ignoranza delle masse che votano e quindi a causa di questa ignoranza vincono i fascisti. Tantissimi anni fa ho scritto un articolo che si intitolava “Hanno distrutto Dio, hanno distrutto le Patrie, manca solo la famiglia. Poi verrà l’alba di un nuovo fascismo”. Ricordo i grandi dialoghi col mio amico Antonio Triolo. Il disastro che denunciano a sinistra non deriva dalla ignoranza. Ma dal servire e appoggiare, tramite retorica e totale assenza di cultura e visione critica, proprio quella forze politiche che con il loro operato generano il fascismo. Ripeto. Con il loro operato generano il fascismo. Che altrimenti non nascerebbe essendo il fascismo, ieri come oggi, non una scelta di campo ma una reazione di sistema “salvifica” come i feedback negativi nei sistemi biologici. Insomma un incendio spontaneo è una cosa terribile, vedi il fuoco bruciare una foresta. Ma senza quell’ incendio la foresta sarebbe collassata invece che rinascere rigogliosa ma in equilibrio dopo l’effetto del feedback. Spero sia abbastanza per riflettere invece di leggere e rileggere sempre le stesse cose senza riflessioni a tutto tondo. Il fascismo nasce per necessità di riequilibrare gli effetti di politiche folli, come esattamente avviene al ciclo storico successivo con l’antifascismo, in un percorso storico sinusoidale di alternanza, dove a causa dei dilatatissimi tempi in cui si sviluppano e maturano questi fenomeni, l’ osservatore medio giudica il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, in base al proprio credo politico e non in base alla profonda comprensione dei fenomeni storici sul lungo periodo.
L’articolo che scrissi, e che allego in calce per intero, ha puntato il dito sulle politiche economiche, sulla immigrazione senza regole, sull’impoverimento volontario attuato dalla governance europea non come errore di percorso ma come progetto sociale definito e pianificato decenni fa. Non vi è soltanto però questo. Non possiamoo non ricordare che da anni le competizioni sportive femminili vengono vinte da uomini che dichiarano di sentirsi donne. Non possiamo dimenticare l’essere arrivati a criminalizzare chi parla di mamma e papà, chi dice che i bambini non si possano comprare e ordinare come un oggetto in cambio di soldi. Sono tantissime le politiche folli che hanno generato quel che ancora non è maturo. Infatti, se i santuari del progresso avessero moderato le loro iperboli di follia, dall’economia alle politiche sociali, non saremmo arrivati a questo esito elettorale. Ma non è ancora il momento di poter dichiarare la nascita del fascismo in europa.
Questo avverrà nei prossimi dieci anni se, come penso, al voto di ieri non seguirà un cambiamento radicale e una normalizzazione delle politiche diventate follia pura e distruzione delle vite di tutti noi. Ammetto che non credo avverrà. Il progetto in corso, infatti, è fatto di sovrastrutture massoniche e politico-finanziarie che non hanno alcuna intenzione di virare. E’ per questo che sono profondamente convinto che invece di un cambio di rotta, avverrano azoni per invalidare, rendere improduttivo e sterile il risultato elettorale che ha visto in tutta Europa l’avanzata della destra e dell’estrema destra. Se, come penso, questo non cambierà le dinamiche e non produrrà variazione di come le cose sono andate fino ad ora, dopo i popoli vorranno il fascismo vero. E non nascerà nella urne. Il parlamento europeo verrà sfondato. Non riesco a capire come si possa non avere la chiarissima visone storica nel lungo periodo analizzando la lenta, inesorabile e costante crescita della reazione di sistema nel vecchio continente.
Erano dieci anni fa, scrissi l’articolo che segue. Appuntamento al prossimo articolo. Tra dieci anni.Per adesso buona lettura e buona riflessione.
E’ la notte di Tsipras. Poi verrà l’alba: un’Alba dorata”; questo il titolo di un mio articolo di un anno fa quando, dopo un discorso pubblico che chiamava il popolo greco alla riscossa e alla libertà, inspiegabilmente e nel giro di poche ore, il Premier greco vendette dignità e nazione addivenendo ad accordi finanziari stabiliti nelle stanze dei nuovi feudatari dell’Europa che verrà; fatta di schiavi, nuovi servi della gleba al servizio dei padroni. La mia analisi verteva circa le conseguenze del fatto che il popolo greco fosse stato chiamato ad un referendum farsa, facendogli credere di poter decidere del proprio destino, per poi sbattergli in faccia senza convenevoli il fatto che la democrazia, ormai, nel vecchio continente non esiste; come già visto con i referendum sulla Costituzione Europea poi convertita in Trattato di Lisbona per imporcela, la rimozione del governo italiano con un colpo di stato finanziario o i recenti brogli austriaci per impedire alla destra di vincere. In quei momenti argomentavo, quindi, circa il fatto che l’aver tradito le ultime speranze del popolo greco da parte di una sinistra venduta alla finanza e alla massoneria internazionale, avrebbe costituito un humus dove avrebbe attecchito, nel giro di poco tempo, solo una cosa: il fascismo. Fascismo come voglia disperata di padre protettivo coi suoi figli; detto anche Patria. Fascismo come nazionalismo non nascente per razzismo ma tendente alla protezione della tradizione, dell’essenza di popolo, della propria storia e territorialità; detto anche sovranità. Fascismo come ultimo tentativo, disperato, di non diventare schiavi poverissimi con le catene ai piedi.
Ho sempre argomentato, in questi anni, circa questi fatti. E lo argomentavo in tempi ben lontani da oggi quando i media dicevano che la crisi era finita e la Grecia era salva grazie ai piani per aiutarla; quando la verità poteva essere analizzata e prevista solo con il respiro lungo della storia e non con il fiato corto della cronaca. E argomentavo circa la pochezza intellettuale, la incapacità di analisi storica, sociologica ed epocale, di prime penne che, per ignoranza o per asservimento alle linee editoriali, scrivevano e continuano a scrivere articoli politicamente corretti contro i populismi e i nazionalismi che stanno nascendo descrivendoli e proscrivendoli con le solite tesi sciocche. Tesi che narrano, come motivazione della nascita di questi fenomeni, di ignoranza, di cattivi maestri e di razzismo. Io non so quanto questi soggetti siano ignoranti o in malafede; ma continuare a non capire che il montare dei sentimenti nazionalisti e di autoprotezione nei popoli, non c’entri nulla con il concetto di razzismo significa, appunto, non avere capacità di osservare gli eventi con il respiro lungo della storia: gli ignoranti solo loro.
Mi ha molto colpito, anche se non stupito, la lettera che, poco tempo fa, Alberto Bagnai ha ricevuto da parte dell’amico Grigoriou Panagiotis, etnologo e antropologo greco, autore del blog “Greek crisis”. Lettera che confermava le mie valutazioni di un anno fa circa l’humus che i criminali che governano questa prigione chiamata Europa e il mondo stanno facendo costituire. In questa lo scrivente racconta di come stia cercando di sopravvivere mettendo a frutto la propria campagna per scopi turistici, di come le studentesse greche abbiano iniziato a prostituirsi e molti abbiano iniziato a fare piccolo contrabbando. E di come la gente, i cittadini, sognino una dittatura militare. Dice, lui, che la sinistra non andrà mai più al governo. E racconta di come stia iniziando un vero sconvolgimento antropologico sostituendo il popolo greco con gli immigrati.
Ma non uso la terza persona; credo sia illuminante riportarvene alcune frasi, dato che al tg o su tutti i giornali non ne troverete mai traccia: “Caro Alberto, abbiamo brutte notizie. Stremati da questo Paese, in realtà in punto di morte eppure sempre così bello da visitare, lanciamo infine la nostra campagna, credo come ultima possibilità … tentiamo quest’ultima sortita per la sopravvivenza, attraverso la nostra attività Greece Terra Incognita, nel campo del turismo. Se falliremo, non ci resterà che attendere la morte fisica, dopo quella economica, o lasciare la Grecia…”. E ancora: “un 20% della popolazione se la cava, anche grazie all’economia alternativa. Mi ricordo quando abbiamo parlato nel 2013 e 2014, avevo evocato diverse volte la prostituzione delle studentesse, come per esempio in Russia negli anni 1990: oggi in Grecia ci siamo in pieno; e ancora, in tanti vendono per strada tabacco fatto in casa nelle zone di campagna, i nostri legami sociali e familiari si disfano e, evidentemente, il racconto della grande solidarietà nei confronti dei migranti non è altro che propaganda, riguarda una parte minima dei greci e – purtroppo per i migranti – non può essere diversamente”. Nella lettera, che si legge tremando, si approfondisce la tematica della sostituzione di popolo europeo, già anticipata da intellettuali francesi per questo perseguiti a norma di legge, processati e proscritti. Leggiamo, ancora: “La trappola finale scatta dopo l’euro, l’ulteriore arma di distruzione di massa utilizzata dell’Europeismo (e non solo) sono i migranti. Sono convinto che l’integrazione mondialista abbia deciso di sostituire anche una parte della popolazione della Grecia e già si parla della creazione di zone economiche speciali (c’è stato recentemente un incontro su questo argomento, cui hanno preso parte ex commissari UE e politici locali, compresi i ridicoli Tsiprioti)”. Proseguendo, sui sentimenti nascenti si legge: “I Greci in questo momento sognano una buona dittatura militare e patriottica, lo sento dire tutti i giorni per le strade, anche se non sui media. Secondo me Tsipras aveva venduto tutto prima di arrivare al potere e questo enorme tradimento della nazione (e non soltanto del popolo di sinistra, come si è detto) ha distrutto nei Greci l’ultima speranza di uno svolgimento politico legale, e insieme ha polverizzato per sempre la loro ultima possibilità (anche teorica) di gestire il tempo ancora possibile perché sperato, quello del futuro. Da questo punto di vista, la mutazione (e mutilazione) antropologica della società greca è dunque immensa, con SYRIZA il coltello nella ferita ha superato la barriera anatomica della società greca … Direi, da storico, che stiamo avanzando in una cultura di guerra”.
Stiamo avanzando in una cultura di guerra… Dice proprio così. Da diversi anni, ormai, sono abituato ai sorrisi di chi, subendo la propaganda dell’informazione governativa, legge nelle mie parole scemenze e invenzioni. Sono molti gli argomenti su cui le cose sono andate così, con le mie opinioni e previsioni spesso proscritte e derise da fior di intellettuali che, si e no, comprano un giornale ogni due mesi. Eppure, anno dopo anno, giorno dopo giorno, si sta costituendo quell’humus di cui spesso parlo e che, presto, porterà l’Europa al fascismo.
Nelle mie infinite chiacchierate con i tanti amici, validi e molto preparati, antifascisti e tendenzialmente di sinistra, ho sempre tentato di spiegare un concetto che, in loro e nelle persone tutte, non riesce a trovare casa, a causa dell’istruzione monca e deforme, che non rende possibile il comprendere i fenomeni che portarono ai fascismi nei primi decenni del 900. E non comprendendoli non si può, certo, anticiparli e prevederli ancora una volta. “Chi non conosce la propria storia è costretto a riviverla”, si dice. E’ così! Pifferai, razzisti, capi popolo ignoranti e populisti, secondo le tesi sterili e ignoranti dei più, comparirebbero talvolta sulla scena, senza motivo, trascinando dietro di essi il popolo ignorante. Sembra incredibile ma, ogni giorno, anche persone di alto livello culturale dicono queste cretinate, dimostrando una assoluta mancanza di cultura storica e analisi critica dei fenomeni. E talvolta stupidità.
Dico, sempre, e senza possibilità di smentita, che il fascismo non è una scelta di campo ma una reazione di sistema. Molti lo apprezzano, certo, intellettualmente e ideologicamente, come dottrina, studiandolo e conoscendolo senza i paraocchi della ignorante retorica antifascista; ma il fascismo come fenomeno sociale, come evento storico, come azione rivoluzionaria e di popolo, non viene “scelto”. E’ una reazione di sistema, come un feedback nei sistemi biologici, quando per la sopravvivenza degli stessi “esplode” qualcosa. E’ un approdo finale, inevitabile, non scelto, che viene a costituirsi lentamente ma inesorabilmente a causa di condizioni storiche e di sistema che portano i popoli alla disperazione e alla reazione per la sopravvivenza; appunto come per un sistema biologico che sta collassando e in cui, ad esempio, nasce un incendio spontaneo che ristabilisce le condizioni precedenti.
I Paesi, le Nazioni, i popoli, stanno collassando sotto i colpi della dittatura Europea e dei criminali internazionali che gestiscono la finanza mondiale. I parlamenti sono stati esautorati delle loro funzioni, i governi rimossi, i patrimoni privati saccheggiati per essere dati alle banche fallite. I diritti sociali sono stati distrutti e le politiche hanno il solo scopo dell’abbassamento dei salari per contrastare il mercato cinese. E’ in corso una tratta di schiavi dal sud del mondo che, una volta introdotti in quantità, saranno esercito di lavoratori per fabbriche a basso costo con salari, appunto, ai livelli di quelli cinesi. Gli immigrati, provenienti da condizioni anche peggiori, fanno figli mentre i giovani europei, figli della civiltà e della democrazia, non ne fanno comprendendo il loro futuro fatto di povertà. Non nascono nuove famiglie; quelle esistenti si disgregano sotto i colpi dell’emigrazione dei giovani che abbandonano le proprie terre, i propri genitori, e approdano verso luoghi sparsi in ogni dove, in case prive della propria anima, tutte, anche a migliaia di chilometri di distanza, ammobiliate con lo stesso armadio, lo stesso comodino, gli stessi piatti e lo stesso tavolo della stessa fabbrica a basso costo; simbolo demoniaco della distruzione delle identità, delle culture, asservite alla omologazione del grande capitale. Criceti, nuovi schiavi, tutti uguali, in tutta l’area atlantica, fino a pochi anni fa protagonisti di vite agiate, vivono esistenze precarie fatte di stipendi sufficienti a pagare l’alloggio e il vitto; come i servi della gleba che, con la zappa, producevano grande ricchezza per i padroni ma potevano tenerne una piccola parte per il loro sostentamento. Tessuti sociali si disgregano, affetti che sono protezione sociale e welfare familiare si distruggono sotto i colpi della lontananza. E’ un progetto e il capitale ci sta portando verso un tassello fondamentale, finale, per reintrodurre la schiavitù: la solitudine. Hanno distrutto Dio, hanno distrutto le Patrie, manca solo la famiglia. Poi, privi dei fari che guidano l’uomo, saremo esseri indifesi davanti alla nuova schiavitù. Austria, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Polonia, Italia, Grecia: copiosi sono i segnali di costituendi nazionalismi, nascenti reazioni di sistema, approdo finale di humus costituitosi con una velocità inesorabile e sorprendente. Non si tratta di augurarselo o meno, di desiderarlo o meno, di essere fascisti o meno. Avverrà e basta. Chi scrive dice semplicemente che avverrà e basta!
Soltanto un anno fa affermavo che la Grecia era in pieno nuovo “biennio rosso” e che poi sarebbe arrivata l’alba, un’Alba Dorata. Ebbene di quel biennio è passato un anno. E in un solo anno il vecchio continente ha visto ovunque la nascita di processi simili, anche se non della stessa intensità. E’ nella terra dove nacque la democrazia che il suo assassinio porterà alla prima scintilla! Ma è tutta l’Europa che, presto, vedrà la nascita di un nuovo fascismo. Ricordatelo, non come scelta di campo ma come inevitabile reazione di sistema. Per comprenderlo, infondo, basta la lettura della poche frasi estratte dalla lettera di Grigoriou Panagiotis.