L’agguato avvenuto ieri a Palermo ai danni di un esponente di Forza Nuova non è una cosa che mi stupisce. Molto tempo fa, nel mio articolo “Arsero vivi: solo l’amore può salvarci dall’odio politico”, avevo iniziato a denunciare il rischio di violenza da anni di piombo come quella che la parte migliore del Paese, così gli piace definirsi, sta scatenando contro i ragazzi di destra, contro Salvini, la Meloni e qualsiasi esponente non allineato al pensiero dei santuari del progresso.
Non intendo, lo dico chiaramente, fare l’ipocrita, il perbenista e scrivere in modo politicamente corretto le frasi fatte che in queste ore si ascoltano. Robetta del tipo “la violenza è sempre da condannare qualsiasi sia il colore” e frasi di questo genere costituiscono retorica. E’ fieno per pecore. Sembrano frasi giuste ma in realtà la retorica serve ad annullare il pensiero critico, a mistificare e far perdere le tracce dei responsabili di questo disastro. Chi sono lo sappiamo tutti ma, essendo l’Italia un Paese con una memoria a tre mesi, è bene fare un piccolo passo indietro che ci servirà a comprendere i motivi, gli scopi odierni di questo clima.
Diversi anni fa, quando Antonio Polito portò in edicola Il Riformista, ne divenni un lettore fisso. Il motivo era semplice: vi era finalmente nel panorama italiano un giornale di sinistra che denunciava, con autorevolezza e distacco, il clima di odio verso il Cavaliere Berlusconi generato dal Gruppo Espresso e dalla sinistra, senza per questo non attaccarlo sul piano politico; anzi. L’incarico venne svolto da vari attori ma, principalmente, da uno straordinario Giampaolo Pansa che, nel suo Bestiario, iniziò un lavoro settimanale di parallelismi storici tra la violenza politica dei tempi andati e quella odierna. Articoli, o meglio dei lunghi saggi ad otto colonne, densi di aneddoti storici, cultura e conoscenza della nostra storia repubblicana. I fatti di cronaca che facevano nascere questi pezzi, erano sempre della stessa tipologia. Azioni di guerriglia violenta che, guarda caso, si manifestavano solo quando al governo c’era la destra. A questa Italia smemorata faccio un paio di esempi. Marco Biagi venne assassinato dopo una campagna di odio durata mesi, perché voleva riformare l’art. 18. Poi la sinistra andò al governo e abolì l’art.18. Senza morti ammazzati; ma anche senza un bus della cgil a portare gente in piazza a Roma. Vi ricordate i treni speciali pagati dai sindacati per le manifestazioni? Tutti scomparsi? Ma allora era tutto a comando?
E le riforme universitarie? Qualcuno ricorda cosa avvenne per la riforma Gelmini? Una vera e propria guerriglia con tecniche paramilitari nel centro di Roma. Venne assaltato il Senato. Di esempi se ne potrebbero fare mille e più, ma il punto che esprimeva Pansa e che sottolineo è che in Italia c’è una violenza politica di sinistra organizzata, protetta, finanziata e culturalmente giustificata dai noti giornalisti e finti intellettuali ben ricompensati per il loro lavoro. Ed è una violenza politica che come per magia scompare quando al governo non c’è la destra e riappare appena questo diventa possibile. E quando questo è realtà lo scopo è rovesciare in tutti i modi l’esecutivo.
Cambiano gli scenari, gli attori, ma a sinistra resta sempre lo stesso filo conduttore. La proscrizione dell’avversario politico, la sua criminalizzazione, la sua descrizione come un fuorilegge da abbattere.
Lo sappiamo tutti, non possiamo negarlo. Da due anni a questa parte è stata ordita e fomentata una propaganda antifascista quotidiana, martellante, ossessiva, bulimica direi, che ha avuto come esponenti importanti politici e uomini delle istituzioni. Lo scopo è tutto politico. Questa campagna è servita a delegittimare Salvini, la Meloni e chiunque non sia delle loro opinioni su certi temi, in primis quello sulla accoglienza che, come sappiamo, nasconde ben altri motivi di tipo economico e criminale. Ebbene, come avvenuto per Berlusconi negli anni passati, che veniva delegittimato invece che sconfitto nel confronto delle idee, negli ultimi due anni è avvenuta la stessa cosa. Una delegittimazione non sulla base delle idee e del confronto, bensì del pregiudizio che la storia, la verità, appartenga a loro. Come per la resistenza, ci racconterà proprio Pansa.
Quello che, però, è stato più grave, è l’aver iniziato – lo ricordo – un lavoro ossessivo su tutti i fronti. Ricorderete le dichiarazioni di voler abbattere i monumenti fascisti? A parte il fatto che i monumenti li abbatte l’ISIS, l’effetto sortito è stato quello sperato. Che qualcuno alzasse la testa e si opponesse. E che questo giustificasse la frase: “avete visto? Ci sono i fascisti”.
Questo lavoro martellante è poi passato sui media, in ogni trasmissione, ad ogni ora. Da mesi è impossibile parlare di qualcosa se non di rischio fascismo. “Mi sono rotta le palle, sono stufa di parlare del fascismo, vorrei essere intervistata sul mio programma elettorale”: queste le parole di Giorgia Meloni in una trasmissione di qualche giorno fa.
Sono quindi partite le aggressioni a Salvini a Bologna, alla Meloni a Livorno, e tante altre meno famose giustificate con slogan pericolosissimi del nostro passato. La cosa incredibile è che questa violenza, quella antifascista, l’unica esistente e presente davvero in Italia, non viene denunciata.
Ma voi quelli di Forza Nuova o Casapound li avete mai visti mettere a ferro e fuoco una città per impedire le manifestazioni di sinistra? Avete mai visto politici di sinistra aggrediti, circondati, intimiditi per impedire la loro parola? E avete mai visto scrittori e artisti di sinistra dover farsi proteggere dai carabinieri per presentare un libro o per fare uno spettacolo come accaduto a Simone Cristicchi o Giampaolo Pansa? Avete mai visto le lapidi per ricordare gli ebrei uccisi danneggiate come quelle per commemorare le foibe? E slogan in favore di Hitler durante manifestazioni per la pace, ne avete mai sentiti? In tutta sincerità, ditemi, ma l’emergenza antidemocratica in questo Paese da dove viene? Siamo sicuri che ci sia un pericolo fascismo, dato che l’unico di cui si abbia traccia – di pericolo – è quello opposto?
La verità, cari amici, è che è arrivato il momento di denunciare con coraggio la verità, senza i ma, senza i però, senza le frasi fatte politicamente corrette. Senza avere paura di essere proscritti, aggrediti; come me, che verrò accusato di essere fascista una volta pubblicato questo articolo. Azione che servirà, come sempre, per non confutare nel merito da parte di chi non ha argomenti per negare verità lampanti.
La verità è che si sta preparando il terreno per scatenare la violenza qualora la destra vincesse le elezioni. Che sarà violenza, ancora una volta, giustificata dalla delegittimazione dell’avversario politico.
Mi piace l’idea di poter farvi riflettere su un paragone. Qualche settimana fa dei ragazzi di estrema destra, in modo del tutto pacifico, hanno fatto irruzione nella sede di una associazione in favore dei migranti. Questi hanno interrotto l’incontro e letto un proclama, discutibile o meno; e una volta finito, un paio di minuti, sono andati via. Fine. Amen. Detto che, ovviamente, non appoggio l’azione, dovremmo ricordarci come per giorni sono scattate denunce e servizi giornalistici come se ci fosse stato il rastrellamento del ghetto di Roma. Come mai quando una violenza ben peggiore viene dall’altro lato non vi è lo stesso risalto?
In tutta franchezza, riflettiamo: ma cosa sarebbe accaduto se ieri sera gli autori dell’agguato fossero stati quelli di Forza Nuova? Oggi, a reti unificate, cosa vedremmo? Quale livello di denuncia?
Invece è partita subito la mistificazione, la giustificazione dei fatti tirando fuori il curriculum dell’aggredito. Si leggono frasi assurde che parlano del fatto che l’aggredito abbia picchiato degli stranieri undici anni fa!!! E quindi? I centri sociali hanno ricevuto il potere giudiziario e fanno i processi e le condanne al posto della magistratura?
Gravissime a mio avviso le parole del sindaco Orlando che, con furbizia e astuzia, per non poter essere attaccato, scrive nella stessa frase che la violenza è una risposta sbagliata ma che la colpa di quanto avvenuto è della degenerazione della politica dovuta alla sottovalutazione del pericolo fascismo. Eh no, caro sindaco. Qui ci sono tanti non fascisti che, però, non sono neanche fessi e non si fanno prendere in giro da questi giri di parole. La colpa è della violenza politica di sinistra, di chi la fomenta, di chi ci costruisce sopra carriere sulla pelle dei ragazzi.
E se la Boldrini e il Presidente Mattarella non rilasceranno dichiarazioni chiare, questo equivarrà a un messaggio di giustificazione di quello che è successo.
La verità è che la sinistra sta tentando in tutti i modi, come sempre, di provocare una reazione da destra in modo tale, poi, da poterla denunciare a trombe spiegate, per coprire la propria colpa nelle politiche che hanno flagellato questo Paese. E che, consentitemi, stanno generando questo fascismo. Che non è scelta di capo ma reazione di sistema. Come sanno le persone che conoscono la storia a differenza degli ignoranti che dicono che il fascismo nasce per colpa dei cattivi maestri.
Ben spiegati, questi concetti, da Valerio Cutonilli, esperto di stragismo e autore di testi sul tema, che scrive sul suo profilo Facebook: “Il pestaggio a sangue di Palermo è il frutto di una campagna elettorale condotta da esseri miserabili e senza idee. Individui meschini, sempre più lontani dalle nobili battaglie sociali di cui si spacciano portatori, capaci solo d’istigare l’odio ideologico che già in passato ha lastricato di lapidi le strade delle nostre città. Questi politicanti senza alcun talento, e talvolta con incarichi istituzionali, sono molto più colpevoli dei quattro emarginati che li hanno presi in parola ”.
Lascio ai lettori il proprio giudizio. Ma è bene non dimenticare, data la mistificazione mediatica che verrà, di chi è stata la colpa del disastro, quando il primo ragazzo finirà all’obitorio.
Mi sarebbe piaciuto terminare rivolgendo un appello a tutti i ragazzi di ogni credo politico. Ma avendo conosciuto personalmente l’odio senza fine e la incapacità di ascolto dei protagonisti del pestaggio di ieri, mi rivolgo ai soli ragazzi di destra. A loro, il mio ultimo pensiero. Sono parole difficili da accettare, lo so. Ma sono l’unico mezzo per dimostrare, se non altro, che non è vero che gli estremismi sono tutti uguali. Abbiate il coraggio di essere migliori di chi vi descrive peggiori.
Ricordatevi le parole di Giorgio Almirante: “mordetevi il cuore e non cercate vendetta”.