Foto Bologna; tutti contenti e festanti: c’è Berlusconi che sembra ringiovanito, la Meloni che si sente al sicuro di mantenere sempre un posto in paradiso e Salvini che parla da leader del futuro centro-destra. Ecco, l’ho scritto! Centro-destra. Centro, trattino e destra. Insomma il meraviglioso fronte dei moderati più l’ala dei nostalgici troppo paurosi e calcolatori per sfidare le regole del politicamente corretto e tirarsi fuori dalla rete del pescatore Silvio: che pesca solo a strascico! Tutto in regola quindi; tutto secondo piani; tutto, però, diciamolo, come non doveva andare. Affatto!
Sono mesi, ormai, che nel campo della destra, comunque la si pensi in proposito, era sopraggiunta davvero una novità e quindi, trattandosi di politica italiana, un miracolo. Un miracolo che aveva il sapore di una riscossa sociale, di popolo. Un movimento ancora lontano da vittorie plebiscitarie ma molto vicino al cuore della gente che parla la lingua dell’identità e della comunità. Che ha ancora il coraggio di parlare di Patria.
Matteo Salvini, al netto delle difficoltà derivanti dal leghismo secessionista di provenienza, aveva avuto una straordinaria capacità di sbarcare anche al sud e costituire, con “Noi con Salvini”, un nuovo percorso politico aperto ai movimenti identitari. Un percorso fatto di lotta alla spaventosa immigrazione clandestina, vera tratta di schiavi, che sta raggiungendo proporzioni inaccettabili. Un percorso che proseguiva, in difesa della nazione, sfatando il tabù della sacralità del “ce lo chiede l’Europa”. E allora slogan e comizi contro l’Europa delle banche e delle regole del commercio sucide; contro la burocrazia della dimensione delle zucchine e contro l’Euro, la non moneta inventata per distruggere le democrazie e sottomettere i popoli. Ma il vero miracolo fatto da Salvini, motivo di tanta acclamazione da nord a sud, era stato un qualcosa di davvero impossibile in Italia, terra di retorica e di ipocrisia: sfidare la dittatura del politicamente corretto. Dire la verità, senza curarsi di farsi dare del razzista e fascista; diventando, così, scudo per i tanti cittadini “prigionieri del silenzio”, che da anni sognano giustamente una ruspa ma non potevano dirlo, se non sottovoce, pena la proscrizione da parte dell’Italia migliore.
Poi San Nicola, e quegli arresti che sanno tanto di segnale: un avvertimento a Salvini. Un tracciare i binari entro i quali egli ha libertà di agire. Il treno dei moderati è in transito: “Allontanarsi dalla linea gialla”. Se la oltrepassi sei morto. Ma su questo treno non c’è forse quella Forza Italia che ha votato per l’abolizione del reato di clandestinità? Non c’è forse quella Forza Italia che vive di PPE e che non farà mai una battaglia contro l’Euro alla Claudio Borghi? Non c’è forse, su questo treno passato a Bologna, quella destrina di chi, uscito dalle fogne, ha cercato solo poltrone? Doveva nascere il fronte “lepenista” italiano ed invece siamo tornati alle buone maniere del moderatismo in salsa liberale: veleno che ha stuprato l’Italia svendendola, stagione dopo stagione, al mercante di turno.
E’ stato bello sognare. E’ stato bello pensare che, con coraggio, Salvini si stesse mettendo sulle spalle il difficile compito di essere il principio della nascita di una nuova destra sociale in Italia. E’ stato anche da sciocchi illudersi, forse; perchè conoscendo l’Italia della massoneria, del clero, delle corporazioni e dello status quo permanente, tutti avremmo dovuto pensare che al momento opportuno questo percorso sarebbe stato arrestato. E da veri sciocchi, conoscendo la storia d’Italia, è stato pensare che un vero cambiamento, una svolta di popolo, potesse avvenire attraverso gli strumenti della democrazia. E’ una verità di cui, qualsiasi sia il sentimento che la accompagni in ognuno di noi, bisogna farsi carico per comprendere il nostro avvenire.