di Gaetano Massimo Vella.
La Sicilia come la Svizzera, dico io. Sì, vi sembrerà fuori luogo il paragone, ma passando per piazzetta della Pace mentre mi godevo lo spettacolo degli immensi e maleodoranti rifiuti di ogni sorta mi è venuto in mente quello che Ficarra e Picone dicevano a proposito della Svizzera: è la patria del denaro, lì pascola tranquillo e si riproduce, spesso non si sa neanche da dove arrivi, ma arriva e si moltiplica. E così come la Svizzera è la patria del denaro, noi siamo la patria della spazzatura.
La spazzatura da noi cresce a dismisura, spesso non si sa da dove venga e chi l’abbandoni lì incurante di divieti o di raccolte differenziate di sorta: è tragicamente meraviglioso, si comincia con un innocente sacchetto, poi un altro a fargli compagnia, poi un materasso, scatole di cartone, un divano e per non farci mancare nulla un bel televisore a tubo catodico… già, un bel tubo catodico, un tv di quelli che nell’era del plasma non vuole più nessuno, un bel tubo catodico al cui interno sono tanti sali di mercurio e che appena si rompe finiscono dispersi nell’ambiente ed entrano nel ciclo delle acque.
Un vero disastro ecologico, ma a molti siciliani non importa. Non sanno che i negozi di elettrodomestici ormai raccolgono gratuitamente gli elettrodomestici usati senza doverne acquistare uno nuovo: è più comodo per loro gettarlo in strada, oggi una poltrona, domani il televisore ed il salotto di casa è bello e ricreato.
I siciliani gettano il cartone nell’indifferenziato (però l’Italia compra la cellulosa dall’estero), le lattine per terra (però compriamo l’alluminio dall’estero ), il pet poi non ne parliamo ed il petrolio invece sì, sappiamo tutti da dove viene e quanto costa.
Ecco, se esistessero degli ecopunti dove per il conferimento di questi materiali si potesse avere un corrispettivo, per quanto piccolo, in denaro, forse i nostri concittadini tanta roba non la getterebbero, ma la raccoglierebbero come coscienziosamente facevano i cenciaioli una volta.
Non ho ricette particolari, ma certamente Copenaghen è molto più pulita di Palermo e i danesi non si lambiccano il cervello nel cambiare ogni anno il nome delle aziende preposte alla raccolta dei rifiuti. Agiscono e basta.
Noi attendiamo ancora stazioni di compostaggio, ecopunti, raccolte differenziate estese a tutta la città e ritiro puntuale degli ingombranti.
Nell’attesa ho pensato di andarmi a riposare su quel meraviglioso divano di Piazzetta della Pace… e chissà che il vecchio televisore lì abbandonato non funzioni pure…