La maratona elettorale per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale è quasi arrivata al termine. Nelle ultime settimane vi è stato un grande fermento e una gran quantità di dibattito pubblico circa un voto che, certamente, in un modo o nell’altro condizionerà per sempre la storia del nostro Paese. Un Paese che naviga, dal 1994, su una falsa credenza: e cioè che in quella data sia nata la cosiddetta “seconda repubblica”. E’ un concetto che ha certamente, dalla sua, delle ragioni di costume, dovute al cambiamento “mediatico”, che avvenne con Occhetto e Berlusconi, del modo di proporsi alla guida del Paese da parte delle coalizioni; un concetto, però, falso giuridicamente, non essendo mai state modificate le regole che portano alla formazione del governo.
Anche in questo caso sarebbe così e questo va sottolineato per coloro i quali sono convinti del contrario anche se, in piccola dose, una sorta di seconda repubblica vedrebbe la luce perchè si stravolgerebbe il normale iter parlamentare che tutti conosciamo per la promulgazione delle leggi. Le implicazioni politiche di questo voto, nazionali ed internazionali, sono evidenti.
Mi sono incontrato con Livio Marrocco per parlare di questo tema ma è stata l’occasione, inoltre, per chiedergli quali novità vi sono a destra e quali le possibilità di raggiungere un fronte unito nel prossimo futuro.
Ciao Livio, negli ultimi mesi hai ricoperto un ruolo in Azione Nazionale, partecipando a numerose riunioni. Quale cammino avete intrapreso? Come avete operato fino a qui? Quali buone nuove da destra?
Siamo convinti che la destra deve trovare una strada comune e ritrovarsi attorno ai valori di sempre. È un cammino difficile ma non impossibile. In Italia esiste una sensibilità diffusa che si riconosce nei valori di destra che, però, oggi è orfana di un soggetto politico. Stiamo lavorando per questo. Per riunificare le forze. Tanti appuntamenti sono stati organizzati tra Napoli, Reggio Calabria e Roma, su tanti argomenti; non ultimo il quesito referendario.
Pensi che prima delle prossime elezioni a destra si possa trovare davvero la quadra e creare un partito unico, oppure le divisioni interne e gli interessi locali prenderanno comunque il sopravvento?
È difficile a dirsi. Ma in questo processo entra in gioco anche il referendum. Se vincerà il no, senza dubbio potrebbe accelerarsi questo percorso. Purtroppo gli egoismi potrebbero essere il vero problema.
Salvini ha parlato di un prossimo congresso per lanciare un soggetto nazionale, senza il suo nome nel simbolo, che dovrebbe fungere da catalizzatore per le forze antiprogressiste. Credi sia possibile arrivare ad una sintesi con lui o le strade di un partito di destra e di una eventuale “lega nazionale” rimarrebbero divise, impedendo quindi il decollo di una lista unica nazionale?
Se Salvini abbandona la Lega Nord per lanciare la Lega dei popoli, o degli italiani, senza dubbio potrebbe aprirsi uno scenario entusiasmante per la destra.
Circa questo, tu cosa ti auguri per il bene della destra?
Io immagino un partito di destra con una classe dirigente giovane e preparata, pronta al sacrificio ed orgogliosa. Forte di fronte alle sfide. Non è impossibile, bisogna recuperare la parte migliore della nostra società per coinvolgerla in un grande progetto per l’Italia!
Siamo quasi alla fine della maratona elettorale circa il referendum confermativo della riforma costituzionale. Quali sono le opinioni di Livio Marrocco su questa riforma? Si, no, è tutta sbagliata o alcune parti sono giuste? Cosa voterai?
Io voto NO! Non elenco le ragioni già da tutti ribadite per supportare la mia scelta! Dico solo che chiunque leggesse la proposta di riforma non avrebbe dubbi a votare no. Non fosse altro per la lingua con la quale è scritta. Giuro che non è italiano!!! Vi è una confusione ed una continua illogicità nelle cose scritte! Un esempio? L’art 70: il vecchio era composto da 9 parole ma il nuovo è lungo più di tre pagine!!! Tutto senza punteggiatura! Ma si può mai accettare? Solo questo articolo avrà bisogno di una commissione permanente per comprenderlo ed interpretarlo!!!
Quali sono state le iniziative da te organizzate per discutere di questi temi e quali altre in programma nei prossimi giorni?
Abbiamo organizzato una serie di incontri presso la sede dell’istituto di studi sociali ed Economici Nova Civitas, che presiedo. Sabato 26 alle 17.00, invece, saremo ad Alcamo presso il Caffè Nannini, e nostro ospite sarà Diego Fusaro. In più negli ultimi giorni saremo in piazza per incontrare la gente!
Il tema referendario, per volere di Renzi, è diventato un voto sulla sua persona e sul governo. E’ evidente a tutti che la posta in gioco non è solo la riforma costituzionale ma, probabilmente, le dimissioni di Renzi. Non possiamo, inoltre, non riflettere circa il fatto che questo governo e questa riforma sono graditi all’Europa e non è azzardato dire che votare no significa anche partecipare, dall’Italia, a quei tasselli di ribellione che si stanno verificando in ogni dove. Polonia, Spagna, Ungheria, Brexit, Trump, tra un anno le presidenziali francesi. In mezzo questo referendum in Italia che potrebbe spazzare via un governo amico di Bruxelles. Quanto credi sia reale questa mia visione? Quello del 4 dicembre è un voto che ha implicazioni solo nazionali o, come pensano in molti, le conseguenze, soprattutto in caso di vittoria del no, andranno anche in direzione antieuro?
Le implicazioni sono internazionali. È evidente. Si sono espressi a favore del SI Obama e la Merkel, la Goldman Sacs… insomma il gota delle lobby! Per cui, senza dubbio, la vittoria del No significa dire NO a quello che rappresentano e remare della direzione del recuperare finalmente la sovranità!
Una tua previsione: come pensi finirà?
Se la gente andrà a votare e la astensione rimarrà a basse percentuali, la probabile vittoria del NO è nelle cose.