Lo sport si dice che faccia bene. Sicuramente gli studi dimostrano che praticare sport fa bene alla salute. Ma in realtà lo sport fa molto più bene alla società, qualora fosse praticato con raziocinio. Insomma non nascondiamoci dietro ad un dito. E’ vero che molti genitori lasciano i figli in palestra, nei campetti, in piscina anche per avere qualche attimo di relax meritato….ma è altrattanto vero che lo sport forma in bene il carattere dei nostri figli. Insegna loro il valore del rispetto, della sana competizione, del sacrificio e della vittoria. Insegna a stare insieme, a vincere ma anche a perdere insieme. Da tempo però tutto questo è in pericolo da quando lo sport soprattutto per le federazioni nazionali, responsabili delle varie discipline, è diventato un business, un lavoro per i dirigenti nazionali, tanto da non rendersi conto di come hanno ucciso le associazioni minori che poi sono il polmone delle attività agonistiche superiori. I costi per partecipare ai campionati inferiori sono ormai proibitivi tanto da far desistere anche associazioni storiche, con il risultato di avere sempre meno realtà nelle quali i giovani possano andare a crescere e sfogarsi, imparare. Senza calcolare il danno alla società in termini di educazione, di perdita di valori. Ci vorrebbe un esame di coscienza per la casta delle federazioni, capire che vanno tutelate per prime le piccole realtà, aiutate e supportate per il lavoro incessante che fanno nei piccoli comuni, levando i ragazzi dalle starde ed insegnando loro a diventare uomini. E’ l’ennesimo capitolo di un libro, l’Italia, scritto alla rovescia!
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