Sovranità e libertà; sovranità e libertà per i popoli: ecco il riassunto della giornata di ieri. Ecco, infondo, le uniche parole importanti da pronunciare; su cui soffermarsi, sulle quali riflettere, dalle quali ripartire. La terza guerra mondiale senza bombe condotta dal “quarto reich” che ha quasi distrutto l’Europa, dopo anni ha visto la reazione dei deboli, dei predestinati, dei poveretti che, in una inaspettata azione di controffensiva, hanno sfondato le linee nemiche, le linee del male. Tra l’esercito degli invasori oppressori si contano molti morti e feriti; ma ciò che più appare evidente è lo stato di confusione, lo stupore per un attacco inaspettato, non previsto: per questo vincente. Adesso, mentre scrivo, la mattina dopo l’attacco che hanno subito, i generali si stanno riunendo per discutere sul da farsi. Non riescono a spiegarsi, sicuri come erano della loro violenza incontrastabile, come sia stato possibile tutto questo. Ma non sanno, sciocchi, che è solo l’inizio e per loro arriverà presto la sconfitta ed il giudizio della storia.
No, cari lettori, non è un semplice esercizio di metafora. Ho, per diverse ore, avuto difficoltà a immaginare un taglio con cui volessi e potessi descrivere quanto avvenuto: come se non così? E’ evidente da anni, per me, che davvero stiamo vivendo un processo di distruzione volontaria delle economie di alcuni Stati. Una guerra. Lo scopo è creare una macro area atlantica all’interno della quale possano essere impiantate produzioni a basso costo che contrastino i colossi cinesi e indiani. Ma per far questo, data la nostra abitudine al benessere, in un processo subdolo in quanto lento per non farcene accorgere, anno dopo anno viene emanata una nuova tassazione, un nuovo abbassamento dei salari, un nuovo taglio dei diritti sociali. Quando, al termine di questo processo, saremo alla povertà e avremo dimenticato i natali pieni di regali sotto l’albero ed i pranzi di famiglia con poche preoccupazioni, accetteremo tutti di lavorare schiavizzati o quasi; anche dicendo grazie. Lentamente ci fanno ingoiare la pillola. Gli effetti sono simili a quelli di una guerra con la bombe ma questa, moderna, è una guerra diversa, con armi diverse. Attraverso i media sono riusciti anche a convincerci che quanto stia avvenendo sia tutta colpa nostra. Persone di tutte le età ed estrazioni culturali, informandosi soltanto attraverso i media dominanti, affermano che la colpa è del debito pubblico; che la colpa è dei popoli che non hanno fatto le riforme; che la colpa di tutto questo sono i troppi dipendenti pubblici, le pensioni o altro. Stupidaggini. Molta gente non comprende quale sia la verità e, per questo, fino a quando non arriveremo alla fame a causa della “fabbrica del debito” che sta distruggendo l’Europa, vedremo milioni di cittadini ignoranti plaudire gli invasori sanguinari ringraziandoli per i necessari sacrifici che loro ci obbligano a fare per il nostro bene.
In realtà, e basta guardare all’Italia, la fabbrica del debito è un meccanismo diabolico. C’è prima una cessione di sovranità politica. Gli Stati d’Europa vennero chiamati a esprimersi con dei referendum sulla costituzione dell’Unione Europea. Quando, però, questi votarono per il no, come in Francia e Olanda, i massoni che ci governano idearono un trattato per aggirare la nostra volontà. La costituzione venne riscritta, in modo illegibile e poco analizzabile, come denunciato da molti, e prese il nome di trattato di Lisbona. Questo, quindi, venne fatto firmare agli Stati senza che i media ne dessero quasi notizia. Durante l’ultimo governo Prodi venne firmata la nostra condanna a morte. Con questo trattato, di fatto, prese il via la parte finale di questo processo di conquista che porta ai giorni nostri. Ma, oltre agli aspetti politici legati al trattato di Lisbona, mi preme soffermarmi sull’aspetto economico di quanto sta accadendo. I Paesi hanno ceduto la sovranità monetaria ad una banca privata che, mediaticamente, viene spacciata come banca dell’Unione Europea. Non è così: questa emette moneta per interessi privati, vendendola agli Stati in cambio sapete di cosa? Di titoli di debito. Si, per comprare l’euro e pagare gli interessi aumentiamo il debito pubblico e proprio per questo, senza appello, le scemenze spacciate per verità, come quelle che le altissime tasse di questi anni servivano per abbassare il debito pubblico, sono franate miseramente. Da anni ci dissanguano, da anni il debito aumenta: come mai? Ma questo è soltanto uno dei problemi. Ci sono i trattati, il fiscal compact, il pareggio di bilancio in costituzione, pensati per impoverire gli Stati e sequestrare denaro ai popoli; questo per versarli al fondo salva stati che, in realtà, andrebbe chiamato fondo salva banche. Per capire la truffa di cui siamo vittime basti pensare che il fondo salva stati investe sui mercati il denaro che riceve. E sapete in cosa lo investe? In titoli di Stato tedeschi! In pratica ci dissanguano con l’IMU ed i soldi finiscono a finanziare il welfare tedesco. In ottobre sono stato a Berlino. E’ pieno di giovani coppie con bambini. Ad ogni nato vengono dati 400 euro al mese. Paghiamo noi.
Ci sarebbe tanto altro da dire e da raccontare. Soprattutto relativamente all’adozione di una moneta forte, non adatta alla nostra economia, che sta portando al fallimento un Paese che 10 anni fa era la settima potenza industriale del mondo. Ma non voglio dilungarmi, non è un articolo tecnico; ho voluto scrivere un po’ di questo per fuoriuscire dal taglio che avranno, oggi, tutti gli articoli che parlano della Grecia. Non mi interessa sapere cosa accadrà, non mi interessa fare previsioni su quanto verrà deciso nei prossimi giorni. Perché non c’è nulla da prevedere: è tutto incredibilmente limpido: la banda di criminali che ha annientato i parlamenti sovrani e distrutto il primato della politica per instaurare una dittatura finanziaria, presto verrà sconfitta. In Grecia è iniziata la loro fine che sarà miserabile come le loro anime. I lor signori, infatti, vivono nell’oro; i loro figli studiano nelle migliori scuole e mangiano in abbondanza mentre al popolo viene dato il cibo marcio. Dimostrano, questi “reali del nostro tempo”, una buona dose di ignoranza storica. Non sanno o, distratti dai loro agi, non si accorgono, che esiste un’arma più forte di qualsiasi altra e che presto li infilzerà. E’ l’arma della fame e dell’amore. Nessuna forza è più devastante di quella che nasce dal non poter dar da mangiare ai propri figli. I governanti, invece di fare vertici e tavoli internazionali, se vogliono prevedere il futuro aprano un semplice libro di storia. Si accorgeranno, dopo una brave lettura, che a chi ha affamato il popolo venne tagliata la testa. Io, al posto loro, non starei tanto tranquillo. Si sente, ormai, profumo di riscossa; profumo di libertà!