La Nuova settimana della Egadi è una manifestazione che ha lo scopo di mettere a fuoco, con una conferenza di caratura internazionale, tante tematiche relative a questo territorio straordinario, dove si fondono patrimoni culturali naturalistici, antropologici, archeologici. Tante le storie da raccontare, tante le testimonianze ma, certamente, la più importante è quella relativa alla pesca del tonno. Nei giorni del 5 e 6 giugno mi sono recato sull’isola di Favignana e, tra le varie personalità chiamate a dare un contributo di opinione, ho fatto la conoscenza di José Antonio López González, presidente della nobile associazione degli “Amici del Tonno e Amanti del Vino”, con sede a Isla Cristina, un comune di circa ventimila abitanti nella comunità autonoma dell’Andalusia. E’ stato piacevole discutere insieme di questi temi importanti e ho voluto fargli delle domande relative alla manifestazione in corso e alla testimonianza che lui ha voluto portarci dalla terra spagnola.
Quella della pesca del tonno è una storia incredibilmente affascinante che è presente non solo in Sicilia ma in tutto il sud del mediterraneo e certamente anche nella sua Spagna. Quale è la sua opinione su questa manifestazione? Quanto è importante operare in questa direzione per poter studiare, raccontare e tramandare questo patrimonio di cultura?
“Questa è una iniziativa ottima per conoscere il nostro passato. Una attività, la pesca del tonno che, appunto, vede la Sicilia protagonista come il sud della Spagna, soprattutto nella parte atlantica dove vi sono ancora oggi le tonnare. Incontrarsi, quindi, per raccontare le rispettive esperienze e misurarsi nel tentativo di poter operare verso la valorizzazione della cultura ma anche per risolvere le tante problematiche che affliggono questa attività. Le testimonianza culturale è sullo stesso binario dell’importanza economica che questa attività ha avuto e ha per tanti territori.”
In Italia la pesca del tonno attraverso le tonnare si è ridotta notevolmente negli anni ’80. Costi di gestione troppo elevati e minor quantità di pescato furono parte della causa dovuta certamente anche alle nuove, moderne, tecniche di pesca; non più da terra in modo tradizionale ma in mezzo al mare, attraverso le flotte pescherecce. Quale è il percorso storico della pesca del tonno in Spagna? Quali vicissitudini si sono verificate e quando questa ha visto un calo dell’attività?
“La storia delle tonnare spagnole è diversa da quella italiana. Intorno agli anni ’30 il governo ideò la creazione di un consorzio che raggruppasse le tonnare, soprattutto del sud del Paese. Si è sempre pescato bene ma all’inizio degli anni ’70 iniziò un periodo di crisi dovuto a imbarcazioni presenti in atlantico che pescavano una buona quantità di tonno. Questa crisi del pescato diminuì successivamente al 1975. La seconda crisi del settore si è registrata a partire dagli anni ’90. Il tonno diminuì notevolmente per la massiccia quantità di pescato effettuato attraverso le tonnare volanti ma, successivamente, anche grazie all’introduzione delle quote di pesca, ci si è attestati su un buon risultato di esercizio per tutte le strutture. Ora vi sono quattro strutture in attività e tutte pescano una ottima quantità di tonno.”
Come accennato, quella della pesca del tonno è una storia che non ha un valore solo economico relativamente all’industria e all’indotto che essa creava e crea ma, dietro a questi meravigliosi esseri marini, vi è un immenso patrimonio immateriale non quantificabile. I sogni, le preghiere, le speranze delle comunità che vivevano unicamente grazie a questa attività la fecero diventare un qualcosa di mistico. Noi siciliani sappiamo quanto è importante ciò nella nostra tradizione. Per voi spagnoli è lo stesso? Quale è la portata culturale della pesca del tonno in Spagna e quanto questa è sentita come bene di tutti?
“In Spagna c’è un grandissimo patrimonio culturale che si sta tentando di recuperare proprio perché sentito come bene di tutti. Negli ultimi anni è stato svolto un grande lavoro da parte degli storici e degli antropologi. Un tempo tutto il sapere delle tonnare era occulto. I Rais custodivano i loro segreti e li tramandavano ai figli; ognuno di loro aveva un piccolo quaderno dove appuntava le memorie e i fatti che avvenivano nelle tonnare. Molti Rais conservavano gelosamente questi appunti a tal punto da metterli in una scatola sotto il letto. Si sta cercando di recuperare tutto questo intervistando i Rais per, prima che vengano a mancare, riuscire a venire a conoscenza della più grande quantità possibile di informazioni.”
Per lavorare in direzione di una testimonianza culturale e salvare una storia che si è corso il rischio di perdere, sono certamente pensabili tantissime iniziative di sensibilizzazione e promozione, anche con finalità turistica. In una epoca dove la concertazione internazionale è protagonista in molti settori, soprattutto a livello europeo, si può pensare a delle sinergie e collaborazioni tra associazioni e organismi di vari Paesi che possano remare tutti nella stessa direzione?
“In Spagna il lavoro di recupero e studio delle tonnare ha già raggiunto alti livelli di sinergia in ambito accademico. E’ certamente consequenziale pensare a progetti che coinvolgano strutture e realtà di vari Paesi ma bisogna confrontarsi con una scarsa sensibilità da parte del mondo politico rispetto a questi temi. Impieghiamo anche dei fondi privati per operare in modo positivo rispetto a tutta una gran quantità di iniziative, anche enogastronomiche. Noi mettiamo a disposizione di tutti i nostri dati raccolti negli anni e sarebbe importante potersi confrontare e collaborare a livello europeo ideando piattaforme operative comuni, a tutti i livelli.”
Potrebbe descriverci brevemente le tematiche affrontate nel suo intervento alla Nuova settimana delle Egadi? Quali testimonianze, provenienti dalla storia spagnola, ha voluto portare a livello internazionale?
“Il mio intervento è stato rivolto, soprattutto, a mostrare le immagini dei più grandi Rais delle tonnare spagnole; raccontare la loro storia e quanto da loro fatto. Parlando con loro sono riuscito a farmi raccontare i segreti di come veniva calata la tonnara. Sono riuscito a recuperare otto schemi di tonnara, i principali; questi sono segreti che i Rais custodiscono gelosamente perché il modo in cui viene calata una tonnara può significare il successo o l’insuccesso di una intera stagione di pesca. Ho tenuto in particolar modo a raccontare la storia, e a mostrare le immagini, di un Rais spagnolo venuto qui a Favignana nel 1964 che partecipò alle attività insieme ai Rais locali; si chiamava Josè Martin. Storie di uomini, quindi, che hanno reso importante la pesca del tonno in Spagna.”