di Nuccio Carrara
È in arrivo la “Buona Scuola” di Renzi e non promette nulla di buono. Al momento è solo un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri in attesa di essere approvato dalle Camere, ma c’è il rischio altissimo che possa diventare legge in tempi brevi e senza modifiche.
Come al solito, le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono trionfalistiche e la riforma della scuola viene presentata come “una rivoluzione concettuale”. La realtà, invece, fa a pugni con la Costituzione e con il buon senso. Storia di ordinaria follia renziana.
La parte più “rivoluzionaria” è quella che prevede maggiori poteri per i dirigenti scolastici, quelli che un tempo venivano più semplicemente chiamati presidi e che Renzi chiama “presidi allenatori”.
Questi potranno assumere gli insegnanti a loro discrezione,per chiamata diretta, attingendo da un “albo territoriale”.
L’autonomia dell’insegnante andrà a farsi benedire e con essa pure la Costituzione, laddove prevede che le assunzioni nella pubblica amministrazione debbano avvenire tramite concorso. Ma i principi di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza potranno comunque essere rispettati: basterà diventare “fratelli” dei presidi per far parte del club dei liberi e uguali.
Qualche pessimista azzarda un possibile uso clientelare di un simile potere di nomina affidato ai dirigenti scolastici. A sentire Renzi, invece, si tratterebbe di “un meccanismo che toglie finalmente tutta quella burocrazia finora vigente”. Abbiamo così capito che il problema è la burocrazia che, dovendo provvedere a calcolare punteggi, formulare graduatorie e garantirne il rispetto, sprecherebbe solo tempo e denaro. “L’automatismo è concetto diverso dall’autonomia” e non piace: il preside allenatore deve poter giocare il suo campionato senza intralci e interferenze durante la campagna acquisti. E poi non c’è alcun rischio di assunzioni clientelari perché tutti i curricula dei docenti, assicura Renzi,”saranno resi pubblici e tutti i dati saranno trasparenti”, affidati on-line alla pubblica lettura. Figurarsi che deterrente contro il rischio di scandali per posto di scambio!
Ma con quali criteri verranno valutati i curricula? Questo ancora non si sa, ma saranno i presidi allenatori ad occuparsi non solo dei criteri che serviranno per assumere i docenti giocatori, ma anche dei criteri che serviranno per premiare i migliori a fine partita. A tale scopo, infatti,il governo ha inserito nel disegno di legge un finanziamento di duecento milioni. Un allenatore deve poter premiare i propri giocatori quando meritano. Probabilmente, però, tutti i criteri di scelta dovranno riuscire graditi a chi, a sua volta, dovrà scegliere i presidi allenatori. Proprio così, perché anche loro non saranno più nominati a vita, ma solo per tre anni, e “saranno valutati e dovranno rispondere del loro operato”, minaccia Renzi. Ma chi li selezionerà i e con quali criteri? Adesso, forse, si rischia di pretendere troppo e di disturbare i piani alti. Però, senza grande sforzo di fantasia, si può dedurre che i dirigenti scolastici dovranno essere dei manager e in Italia non è difficile capire a chi spetta sceglierli e con quali criteri. Basta guardare a ciò che avviene per le Aziende sanitarie e le aziende che erogano servizi in generale. Se queste poi non sono proprio dei modelli di efficienza, rimangono pur sempre delle fertili praterie di affari e di consenso elettorale per gli sponsor politici. In sostanza, anche la scuola dovrà diventare sempre più un’azienda. Così, i dirigenti scolastici, per assicurare i risultati aziendali, potranno pure scegliere tre loro vice tra i docenti di ruolo e formare una piccola giunta amministrativa. Qualcuno li ha già definiti, per questo, “presidi sindaci”, dimenticando però che i sindaci, Renzi permettendo, sono ancora eletti e non possono assumere per chiamata diretta. Non sono ancora allenatori. Per fortuna!