David era bello; era bellissimo! Era Italiano; era un figlio della nostra bandiera. Quante volte questo ragazzo di 27 anni avrà cantato l’inno di Mameli? Tante! Quante volte questo ragazzo si sarà emozionato, o commosso, per un goal della nazionale, per un mondiale vinto, per un carabiniere assassinato a Nassiriya? Tante, ne sono certo! Era bello come la vita questo figlio d’Italia. Un sorriso dolcissimo e una vita esemplare. Un ragazzo che dedicava la vita al lavoro a al volontariato. Prestava, infatti, servizio al 118. Una esperienza che gli è servita per capire, in modo freddo, quello che stava accadendogli. “E’ un sanguinamento arterioso, in ospedale non ci arrivo”: questo avrebbe detto a chi gli era accanto al momento dell’aggressione da parte della bestia clandestina, dell’animale immondo senza diritto di stare nel nostro Paese che, però, ci mancherebbe, in questo Paese, ha invece trovato soccorso, aiuto, vicinanza, solidarietà. Un altro Kabobo!
Ci mancherebbe altro! Un povero migrante! Possiamo mai lavarcene le mani, non fare qualcosa? Possiamo chiudere gli occhi? E che siamo mica fascisti! E che siamo ignoranti come Salvini? Non sia mai! Il povero migrante era stato già espulso ma, ovviamente, era tornato con una bella barchetta e la Marina Militare era andata a prenderlo. Non sia mai che la Marina si metta a difendere i confini, assurdo! Roba da nazismo! Ce lo siamo andati a prendere, questo assassino, questo animale. Lo abbiamo rifocillato, accudito. E una volta arrivato gli sono stati messi a disposizione gli avvocati per chiedere asilo politico che, te lo diano o no, puoi sempre fare ricorso; impossibile che ti buttino fuori: questa è la Patria del diritto, bellezza! No, che avete capito. Intendevo che questa è la Patria del “diritto a tutto”, ma solo se sei straniero; meglio se irregolare. Siamo mica dei barbari come tutti gli altri Paesi del mondo che controllano l’immigrazione chiedendo, agli ingressi, anche le radiografie toraciche. Ci mancherebbe! Qui non siamo razzisti, non siamo fascisti; qui c’è la sinistra dell’amore e dell’accoglienza; del ministro negro (è italiano, non è un insulto) che dice che dobbiamo essere educati e che il nostro futuro è la negritudine e ce ne dobbiamo fare una ragione. Il Paese del politicamente corretto che ci ha privato della libertà di parola. Tutti a dire come stanno le cose nel privato; tutti a dire cazzate accettate dai salotti benpensanti in pubblico. La cazzate tanto care alla sinistra della retorica antifascista e antirazzista surrogato di cultura, specchio di ignoranza e mancanza di contenuti. Pochezza intellettuale: tanta! La proscrizione dell’interlocutore il luogo del confronto, sempre! “Razzista, fascista” detto a tutti, anche solo se tenti di dire qualcosa di buon senso posto in modo pacato!
In Italia si usa così, basta. Fatevene una ragione. Piantatela di rompere! Era tranquillamente a zonzo, il povero migrante già espulso; perché è giusto; perché, poverino, che vuoi mica buttarlo fuori? E poi, scusate, che volete mica dire che non ci sono anche italiani che avrebbero potuto fare questo omicidio? E’ una cosa molto razzista, vergognatevi! Sicuramente votate Salvini: vergogna, ignoranti! E se per caso organizzate una manifestazione a piazza del popolo i difensori della “non violenza” e dell’accoglienza vengono a farvela pagare, giustamente; perché ammazzare un fascista non è reato, detto da ragazzi con indosso le magliette della pace. State sorridendo per il modo grottesco con cui sto scrivendo queste parole? Ma in che altro modo posso farlo uno spaccato di questo Paese? Dove dobbiamo arrivare? Che cosa dobbiamo vedere ancora?
Tranquillamente una sera, il povero migrante, ha deciso che era nervoso e che doveva distrarsi. E si è distratto, si è distratto: ha bevuto un po’ così da scaldare la serata e dopo ha deciso di aprire la gola con una bottiglia a quel meraviglioso figlio di madre, senza motivo. Senza motivo? Ok, senza motivo ma, scusate: perché avrebbe dovuto avere un motivo? Mica il migrante ha aperto quella gola in un altro Paese, dove sarebbe stato ovvio porsi delle domande sul fatto se commettere un omicidio fosse un problema! Quella gola l’ha aperta qui, il Paese dei balocchi. Dove ti introduci e fai quello che cazzo vuoi, con i poliziotti impotenti che ti arrestano e il giorno dopo ti rivedono nello stesso posto. Non è forse questo il Paese dove una rom che ha rapinato mia sorella le ha detto in faccia che tanto a lei non fanno niente? E una persona che parla così, con lo stesso ragionamento, perché dovrebbe porsi dei problemi ad assassinarti? Si perché, al massimo, penserà che l’omicidio è più grave, certo, ma che comunque non è che gli capiterà chissà cosa in un tribunale. La culla del diritto, c’è qui nel bel Paese; che garantirà al povero migrante che apre le gole dei meravigliosi figli di Italia “una pena lieve e rieducativa dovuta al fatto che non era capace di intendere e volere e che le sue condizioni psicologiche erano fragili per via della sua difficile condizione”. Non è forse il Paese dove Kabobo ha aperto il cranio con un piccone a dei passanti e poi abbiamo ascoltato dichiarazioni “intellettualissime e coltissime” dove si spiegava che era quasi colpa nostra, che non accogliamo col necessario amore questi poveri migranti? Non è forse il Paese dove gli stolti seguitano a dire che i delinquenti sono anche italiani, senza capire che questa è una ovvietà tanto banale da rappresentare il nulla, all’analisi dei dati sulle popolazioni carcerarie? Non è forse questo il Paese dove quando dici che il 50% dei carcerati sono stranieri, ti dicono, gli stolti, che è la prova che i reati li fanno tutti; senza quindi sapere cosa sia una media ponderata e che quel 50% va rapportato a una presenza di pochi abitanti stranieri su una popolazione di 60 milioni di italiani? Scusate ma non è questo il Paese dove sono stati intercettati i delinquenti romeni dire al telefono “solo qui possiamo fare quello che vogliamo”? Non è questo il Paese dove ogni volta che c’è un morto si sente dire “mai più”? Non è questo il Paese dove l’assurdo diventa realtà? Non è questo il Paese che sfida la normalità? E allora perché questo povero migrante avrebbe dovuto avere un motivo per ammazzare. E’ così, basta. Qui è accettato anche questo. Dai, ne parleremo due giorni, poi basta. Vorrete mica farvi dare del fascista da chi è stato scoperto a rubare milioni di euro, attraverso le coop, destinati all’accoglienza dei profughi? E non è questo il Paese dove, dopo qualche giorno di operazione giornalistica per far credere che fosse una roba di destra per la presenza di un ex NAR, tutto è stato messo a tacere per continuare a rubare? E allora non avete capito? Non avete ancora capito cosa si nasconde dietro la recita dell’accoglienza, della solidarietà, dell’amore? Dietro la distruzione del tessuto sociale, della sicurezza, della nostra serenità? Non avete capito cosa si nasconde dietro l’omicidio di David? La vergognosa ipocrisia di una immonda parte del Paese che questo Paese opera a distruggerlo, facendo la recita del bene e dell’amore per tutti!
C’è una Italia in ostaggio di una cultura criminale, che oggi ha come trofeo la gola di questo ragazzo stupendo! Ciao David. Non finirà così. Con la forza delle idee, della dignità e della voglia di vivere, i migliori figli d’Italia scenderanno in battaglia contro questo cancro criminale e si riprenderanno questo Paese: lo faranno anche per te e per le lacrime di chi ti ama!