Come detto in una precedente intervista di qualche anno fa, Livio Marrocco è il mio editore ed è mio amico. Sottolinearlo è necessario per chi possa pensare, criticandomi, che una intervista di parte, che vuole raccontare in positivo l’uomo pubblico, sia per me un atto dovuto. Oltre ad essere un modo di fare che non mi appartiene, sono davvero sincero: non è così. E questa intervista non mi è stata chiesta; nasce da me. Dalla voglia sincera di raccontare e poter far percepire a tutti l’energia, la voglia di fare, le mille iniziative vulcaniche, multidisciplinari, che ogni giorno Livio mette in campo rinunciando a tantissimo del suo tempo libero e di quello per il suo lavoro e la sua famiglia. Terminata una iniziativa, ne nasce subito un’altra. L’amore che ha per Trapani è protagonista in ogni nostra chiacchierata. Le nostre giornate scorrono tra i suoi mille appuntamenti, tra i quali riusciamo a raccordarci, sentirci, definire e pianificare. Non ha mai tempo, ma trova sempre il tempo. Per tutti. Ed anche in questo caso ha trovato il tempo per una passeggiata insieme.
Dopo aver preso il caffè e salutato qualche pescatore appena rientrato, ci incamminiamo sull’istmo che collega Trapani al piazzale fuori dal Lazzaretto. Da qui, imponente, si vede il Castello della Colombaia. Per questa, che non è neanche una intervista bensì una chiacchierata, non ho scelto a caso di vederci qui. Ma prima di rivelare il perché, è bene fare un piccolo passo indietro.
Insomma, il caffè lo abbiamo preso, e la passeggiata è di quelle che riempiono gli occhi. Villino Nasi, sullo sfondo le isole Egadi e a sinistra la Colombaia.
Quando mi hai chiesto di vederci qui ho pensato che rifiutare fosse difficile, e poi ormai siamo pronti per questa nuova avventura.
Aspetta, le domande le faccio io, non anticiparmi.
Scusa ma la voglia di raccontare è tanta!!! E anche il mio entusiasmo!
Certo, ma prima voglio tornare indietro di qualche mese, e ascoltare da te i risultati e le impressioni delle iniziative ormai concluse. La rassegna letteraria che organizzi, ad esempio, quest’anno ha avuto un grande successo.
“Identità Perdute”, la rassegna stampa di Nova Civitas, è stata una idea che mi ha dato molte soddisfazioni e spunti. Infatti, come sai, questa era la seconda edizione. Il successo maggiore rispetto allo scorso anno è semplicemente dovuto all’aver già rodato i motori in precedenza, potendo sfruttare l’abbrivio.
Certo, capisco, ma anche i nomi molto mediatici stavolta hanno avuto un peso. Sarà così anche per la terza edizione?
Stiamo già buttando giù le idee per la prossima edizione. Ma in generale gli ospiti sono tutti di pari importanza, e da un punto di vista intellettuale ognuno porta ricchezza e contributo per le tematiche di cui si è occupato. Con Pier Luigi D’Eredità, ad esempio, è stato un incontro di altissimo livello accademico sulle ragioni economiche della fine dell’Impero Romano. E’ chiaro che, da un punto di vista “mediatico”, avere portato a Trapani Nicola Porro, Licia Colò o Gianluigi Paragone, ha sortito un certo effetto perché sono persone che da anni arrivano nelle nostre case tramite la televisione.
Quindi senza nulla togliere a chi è meno “mediatico” ma rappresenta un punto di riferimento per un certo pubblico.
Assolutamente, faccio anche l’esempio di Marcello Veneziani, un monumento per tanti, un punto di riferimento da una vita. Potrei citare ognuno di loro ma il tempo stringe, so che vuoi arrivare al dunque e io ti avevo promesso solo dieci minuti dopo il caffè.
Sempre di fretta; e mi sa che al dunque vuoi arrivarci tu, per l’entusiasmo che hai e la voglia di parlare della Colombaia. Che hai combinato stavolta?
Dopo anni di pianificazione, idee e aspetti burocratici da superare, siamo ai nastri di partenza di un progetto di ricerca archeologica subacquea.
La genesi? Come sei arrivato a questo risultato?
La Colombaia è una cosa che ho nel cuore, come tutti i trapanesi. Non a caso quando ero parlamentare all’ARS mi impegnai per ottenere i finanziamenti per la messa in sicurezza, e quando ho fondato l’Istituto Nova Civitas, come logo ho scelto proprio La Colombaia.
E poi? come si è arrivati a questo progetto?
Poi si è venuta a creare una sinergia di competenze ed entusiasmo con alcuni soggetti. Conosci già la risposta. Come sai bene, tu sei uno di questi perché sei un subacqueo, ami l’archeologia subacquea e avevi collaborato per anni con la Soprintendenza del Mare di Sebastiano Tusa. Successivamente, come mi raccontasti, avevi fatto amicizia con quello che oggi è il progettista, l’architetto Giovanni Vultaggio, e avendo compreso la sua notevole competenza circa la Colombaia hai fortemente voluto organizzare un incontro per farci collaborare, da cui poi è nato il tutto fino ad oggi.
Ammetto che avevo intuito che la tua capacità di mettere in moto le cose concretamente, si sarebbe potuta legare a chi metteva il contributo intellettuale e quello operativo; tutte cose che senza una locomotiva rimangono sogni.
Esattamente. Un progetto non è mai merito di qualcuno, ma di tutti. Ognuno per la sua parte. Posso citare Diego Mileto, quello che sarà il nostro tecnico subacqueo specializzato in archeologia ed anche come videoperatore e fotografo. Per capire il livello, al suo attivo ha anche il recupero della seconda Nave Romana di Marausa, che è stata una impresa titanica, sollevata dal fondo marino interamente.
E poi la squadra vede tanti altri soggetti.
Certo, il progettista, il tecnico subacqueo e tu che fai la pianificazione operativa e l’assistenza per le attività subacquee, sono solo alcuni dei protagonisti. Ci sono archeologi, operatori per le riprese con drone e per il GIS, un sistema informativo in grado di associare dei dati alla loro posizione geografica sulla superficie terrestre. Non li cito tutti non solo per motivi di tempo, ma anche perché ho già anticipato troppo… Infatti oggi pomeriggio si terrà la conferenza stampa di apertura del progetto e saranno tutti presenti!
Anche le istituzioni si sono messe a disposizione.
Aspetto importantissimo: non si può dimenticare la fondamentale collaborazione della Soprintendenza del Mare con cui abbiamo siglato il protocollo di intesa e che si occuperà della direzione scientifica con Roberto La Rocca. E da ringraziare sono tutti i soggetti che ci hanno aiutato a superare la burocrazia per le autorizzazioni. Il Demanio, La Capitaneria di Porto. La Lega Navale che è nostra partner e si è messa a disposizione come base operativa. Insomma sono talmente tante le persone e gli enti da ringraziare che rischierei di dimenticarne qualcuna.
Puoi almeno anticipare lo scopo che si prefigge il progetto di ricerca?
Dirò pochissimo, perché davvero non voglio rovinare l’effetto sorpresa anticipando la conferenza stampa. Bisogna indagare strutture sommerse nello specchio acqueo tra il lazzaretto e l’isola dove sorge La Colombaia. La loro natura e le caratteristiche potrebbero rivelare la presenza di strutture di interesse antico di qualsiasi epoca. Le ipotesi sono aperte.
Ormai da te ci aspettiamo mille e più iniziative. Finanziare, tramite Nova Civitas, un progetto di archeologia subacquea anche per la fornitura di strumentazioni di alta tecnologia non è roba poco. Che altro hai in mente?
Scusa se sorrido mentre mi fai le domande ma so che già sai le risposte! Caro Luigi, ho capito cosa vuoi farmi dire. Ma non è il momento. Abbiamo tante idee straordinarie e presto le presenteremo e le renderemo note. Chiaramente non nego che mi sono appassionato, mi avete contagiato con il vostro pallino della subacquea finalizzata all’esplorazione scientifica. Questo vuole essere solo un inizio di una lunga avventura legata al mare.
E allora, in ultimo, tornando alla Colombaia, dove si terrà la conferenza stampa di apertura per questo progetto?
Il progetto “TP Portus Vetus”, verrà presentato oggi pomeriggio 20 dicembre 2024 alle ore 15:30, presso i locali della Lega Navale di Trapani, all’interno del Lazzaretto. Tutti i cittadini sono invitati, vi aspettiamo numerosi.