La vicenda relativa alla professoressa sospesa per aver fatto pregare in classe gli alunni è il solito trionfo di una ipocrisia, come sempre di casa a sinistra. L’ipocrisia dello stato laico. Da diversi lustri, ormia, le tecniche attraverso le quali vengono porate avanti certe leve di “progresso” sono, seppur cambiando gli argomenti in discussione, sempre identiche e ripetute, ormai non più dotate di effetto sorpresa tranne che per i poco accorti che ancora subiscono senza aver capito.
Prendiamo ad esempio il tema gender. Anni e anni fa chi parlava di questa cosa era tacciato di complottismo. Il gender non esisteva. Nel mentre, con la solita azione di ipocrisia, veniva promosso un diritto da difendere attraverso operazioni mediatiche di retorica. Il diritto era quello a non essere discriminati per il proprio orientamento sessuale. Chi poteva mai opporsi a una cosa su cui siamo tutti d’accordo? Il punto è che, con freddo calcolo, nei santuari del progresso si progettava ben altro che molti, compreso chi scrive, denunciavano. E cioè che con la scusa, inattaccabile, di voler tutelare le minoranze, veniva ordito un piano ben diverso. Introdurre nei programmi scolastici sin dalla tenera età, quando i cervelli dei bambini assorbono come le spugne e ripetono ciò che vedono, una nuova visione antropologica che con la didattica portasse i bambini non a rispettare quelle minoranze, ma in larga parte a divenirne testimoni grazie ad un effetto emulazione. E quindi libri di scuola promaria con due principi azzurri che si amano, con famiglie fatte da due padri e due madri, e didattica incentrata sullo spiegare che siamo fluidi, il sesso è ciò che ci sentiamo e non quello biologico. E può cambiare, da maschio a femmina, anche ogni giorno: noi siamo ciò che ci definiamo e non ciò che siamo. La statistica dei disturbi di genere aumentati nei bambini è impietosa. Un aumento esponenziale dovuto, appunto, a un effetto dato da mancanza di riferimenti nel momento dello sviluppo psichico e non perchè, come avviena a volte, per motivi naturali un bambino abbia davvero un disturbo di genere. E’ il relativismo che si fa processo di antropologia, che lancia l’uomo nuovo del futuro, non maschio, non femmina, ma neutro e ciò che vuole. La cosa, vi stupirete di quanto scrivo, a me andrebbe anche bene. Ma se venisse denunciata. E cioè affermare che la loro idea di società è questa e la promuovono. Va benissimo. Ciò che non va bene è l’inganno, l’ipocrisia, con cui con la scusa di tutelare le minoranze lo scopo in realtà è un altro.
Stessa tecnica, sarò brevissimo, con l’immigrazione di massa. La mediatica e retorica narrazione del voler salvarli, del voler aiutare il prossimo, per scopi umanitari e senza secondi fini. Se fosse così aiuterebero anche i poveri bianchi, magari italiani, che invece sono abbandonati al loro destino. Tutti gli sforzi promossi per spacciare come antirazzismo il più efferato crimine razzista, e cioè importare masse di lavoratori a basso costo , per lucrare denaro attraverso l’accoglienza, per farli stare a raccogliere i pomodori, per scopi che sono tutto tranne che umanitari.
Vediamo quindi, la stessa tecnica a sinistra, la stessa ipocrisia, nel più importante di questi temi, e cioè quello del laicismo. Ormai tantissimi anni fa, Marcello Pera nel testo “Perchè dobbiamo dirci cristiani”, analizzava le criticità dello stato laico, difendendolo, ma sottolineando che all’interno di un sistema valoriale bimillenario che ha costituito la nostra civiltà, seppur laico il nostro Paese è popolato da gente “sociologicamente cristiana”. Siate voi atei, cattolici, praticanti o meno, il nostro contesto ci rende cristiani, nei suoi riferimenti, nei suoi valori, nell’arte e nelle arti.
Chi, a sinistra, ha sempre promosso l’uccisione di Dio, ha messo in campo con calcolo e ipocrita depistaggio mediatico, uno scopo evidente e che si riconduce all’apostasia del cristianesimo in atto da decenni in tutto il mondo cristiano occidentale e moderno. Lo scopo è portato avanti tramite leva giuridica, sfruttando il laicismo come clava per distruggere il cristianesimo. Il laicismo, infatti, nasce come baluardo di diritti e tutele di chi professa qualsiasi credo, benvenuto tra le nostre strade, nelle nostre scuole, nelle nostre città. Valore fondamentale, è però stato stravolto, e utilizzato per impedire di professare il credo cattolico che, produttore di ordine sociale, è stato scardinato e si unisce al progetto di disorientamento delle giovani generazioni che non evono avere riferimenti. Sessuali, sociali, religiosi. I ragazzi devono essere sballati, da droghe promosse come diritto in quanto leggere, dediti all’edonismo di massa, sessualmente promiscui,: una miscela perfetta per renderli inermi davanti al mercato, da cui devono dipendere come una nuova religione, senza avere radici, visione del passato e quindi direzione del proprio vivere presente.
A chi dice che il laicismo non viene utilizzato in modo subdolo per impedire solo la nostra religione, ma che la professoressa è stata sospesa giustamente solo perchè avrebbe offeso i bambini di altre religioni presenti a scuola, si può ripondere facilmente. Se questo fosse vero varrebbe per tutti. E quindi non si potrebbe e dovrebbe recitare qualsiasi preghiera di qualsiasi religione. E invece sappiamo tutti che se la professoressa avesse recitato il corano in classe, sarebbe stata encomiata, invitata in tv, ospite d’onore alla festa del PD. Sarebbe diventata la testimonial del rispetto dei diritti. E se si fosse dichiarata anche lesbica le avrebbero presto fatto condurre San Remo.
Questo è: solo gli scemi ormai possono negarlo!