Come ogni anno oggi, si celebra la giornata della memoria, che in realtà è diventata nei lustri la mesata della memoria, ma anche l’annata della memoria. Non si è più riusciti, infatti, a parlare d’altro che non questo, ogni giorno, che è certamente un punto fondamentale della storia ma non il solo degno di nota. Ne hanno parlato in molti, di questo problema, e cioè della sopraggiunta unicità della Shoah, concetto assolutamente falso e che non da il giusto tributo di ricordo a tanti popoli sterminati, perseguitati. Eppure ogni giorno si può parlare solo di questo. C’è un insediamento in parlamento? E vai con le dichiarazioni sulle leggi razziali. Un convegno sindacale? E via col parallelismo. Una costante, senza soluzione di continuità, che avrebbe pure avuto un senso se fatta con corretta visione degli eventi e non con semplice retorica.
“Affinché ciò possa non accadere mai più! Il valore del ricordo ci aiuta ad educare i ragazzi contro le discriminazioni!” E via sempre con ste frasi fatte, vuote, appunto esercizio di retorica, che nulla in realtà hanno costituito, come processo di consapevolezza ed emancipazione, affinché, una qualcosa, non possa più avvenire. Infatti è avvenuto.
Quello che voglio dire è che la incredibile ipocrisia con cui si celebra questa giornata ci segnala un mondo di menzogna, di falsità, celato sotto la coperta delle belle parole. Inutili, ridicole ed anche sinistre davanti alla prova dei fatti.
Soltanto poco tempo fa uomini e donne perseguitati con violenza, uccisi negli ospedali per vendetta e odio, vedevano le loro vite schiacciate dalla violenza di Stato, fuori da ogni legge, dichiarazioni di diritti dell’uomo, ogni dettame costituzionale. E senza che finti comici e intellettuali col volto di pagliacci, denunciassero quanto stava avvenendo, al netto degli sciocchi, sotto gli occhi di tutti. Di chi ha ceduto e chi no.
Al termine del nazismo, e sulla base di quanto avvenne, cambiarono colonne fondamentali del diritto ed una, fondamentale, era che nessun uomo può essere costretto ad assumere farmaci contro la propria volontà.
Nei lager nazisti, infatti, venivano usati ad esempio i bambini per iniettare sostanze e sperimentare gli effetti.
La signora Segre, questa è la sua giornata, oggi come sempre sarà la star sul piedistallo, sicuramente su quello di Fabio Fazio.
Ma ci dica, per gentilezza, dov’è era quando in Italia e nel mondo è successo quello che è successo?
Adesso che le opinioni ridicole dei novax sono certificate dai fatti e dai documenti, ci dica dov’era. Ora che il Tar del Lazio ha certificato che gli enti preposti non hanno i documenti di efficacia e sicurezza obbligatori per somministrazione di quei farmaci. Ci dica, dov’era?
Dov’era quando bambini venivano usati come topi da laboratorio senza alcuna documentazione a sostegno di efficacia e sicurezza?
Dov’era quando i genitori che avevano studiato, avevano capito e soprattutto avevano dignità, si rifiutavano e per questo venivano schiacciati da coercizione e minaccia?
Dov’era quando i ragazzi non potevano entrare dal barbiere a tagliare i capelli, non potevano entrare in palestra, non potevano salire sul bus per andare a scuola?
Oggi più che mai, infondo, possiamo denunciare quanto marcio c’è nei silenzi di chi parla a sproposito e solo quando conviene. E sta zitto quando non conviene.
Risparmiateci però, vi prego, la frase “affinché mai si possa ripetere”. Altrimenti, come da titolo, renderete nullo il ricordo, nulle le buone intenzioni didattiche. Davanti a un popolo consapevole di ciò che è successo e che riderà davanti alle celebrazioni di quella che fu la giornata della memoria, divenuta ormai la pagliacciata della memoria.