I fatti sono sostanzialmente questi: un PD ormai vicino alla scissione vedeva consumarsi la prova d’amore tra Silvio e Matteo durante il voto per la legge elettorale. Berlusconi, infatti, approvava con le sue truppe una legge che gli è ostile e tutti, a quel punto, posto anche l’anno appena trascorso nel segno del Nazareno, hanno scritto e argomentato in ogni dove che quelle scelte, quei sacrifici politici che hanno lacerato Forza Italia dividendola in due fazioni opposte, avevano tanto di negativo, certo; ma era troppo importante la contropartita che Berlusconi aveva pattuito: la concertazione, in luogo di una imposizione da sinistra, per la scelta del Presidente della Repubblica.
Ieri il colpo di scena che, se confermato, vedrà Matteo Renzi essere iscritto tra i politici tatticamente più capaci, spietati e furbi della storia della Repubblica. Si, perché il dichiarare Mattarella come candidato del PD non è una scelta legata a meriti particolari del vecchio professore siciliano; un fratello importante e una carriera silenziosa e pacata ma niente più. Non certo una personalità importante e di spicco, non certo una personalità famosa e “forte” in ambito europeo, non certo uno statista. No, quello che ha provocato la scelta di un Renzi intenzionato a ricompattare il PD è stata una piccola, piccolissima cosa; ma importantissima: Mattarella, nel 1990, si dimise da ministro del governo Andreotti in polemica contro un provvedimento di legge che, secondo una ricostruzione semplicistica, avrebbe favorito Berlusconi. Non mi interessa, in questa sede, parlare della storia in questione ma, ad onor del vero e relativamente al gesto, bisogna sottolineare che Mattarella si dimise non per spirito antiberlusconiano ma perché Ciriaco De Mita, in lotta con Craxi e Andreotti, ordinò le dimissioni che, infatti, furono presentate da tutti gli altri ministri della sinistra DC. Non un martire, quindi, non un uomo che solo e contro tutti faceva vedere di che pasta era fatto. No, Mattarella semplicemente si dimise per eseguire gli ordini di scuderia. Ed infatti si dimisero tutti: una battaglia politica, quindi, non un eroico atto di libertà! Certo, non sappiamo se condividesse il doversi dimettere o se fosse contrario, ma, anche nel primo caso, stona la ricostruzione storica che stiamo leggendo ovunque e che incensa e santifica Mattarella, dipingendolo come un eroe, o quasi, per avere nel suo curriculum un atto antiberlusconiano; nessun merito può esser più alto nel mondo progressista…
Ma è proprio qui il punto. Quell’aneddoto subito raccolto a sinistra e narrato in modo artefatto, va a mettere in bocca al cane affamato dell’antiberlusconismo badilate di croccantini. E Renzi, da uomo democristiano e giovane politico molto furbo e preparato, ha subito afferrato il tutto: come poter ammaliare la sinistra PD e farla retrocedere dalle intenzioni di vendicarsi per quanto avvenuto fino a ieri? Un collante, quello dell’odio politico verso Berlusconi, che è protagonista dell’amnesia verso tutto il rancore per il ragazzo fiorentino. In un attimo tutti compatti, con il risultato di un Renzi più forte che mai. Ha usato Berlusconi fino quando ha voluto e poi lo ha gettato via. Sarà davvero così?
Le implicazioni politiche, nel caso questo scenario andasse in porto, non sono da poco. Se è vero, infatti, che Renzi non può pensare di avere dalla sua tutti i voti PD, ci sono tutti i fuoriusciti cinque stelle, SEL e, soprattutto, c’è l’incognita Raffale Fitto. Quanto e in che modo la defezione in Forza Italia potrà contribuire, grazie al voto segreto, a compensare i franchi tiratori democratici? Non possiamo saperlo ma dal palazzo trapelano già indiscrezioni nefaste. Quanto può ancora influire, nello scacchiere e nella strategia, un Berlusconi nell’angolo?
Certo, se Mattarella verrà eletto così, il gesto oltre che irriverente verso Berlusconi lo sarà anche verso gli italiani che mai, in una elezione politica, si sono dimostrati a maggioranza di sinistra. E’ per questo, in questo momento storico, che l’arroganza e la spietatezza politica avrebbero dovuto lasciar spazio a un Presidente di tutti gli italiani: Mattarella, anche se persona per bene, non lo è. Perché è di sinistra e svolgerà la sua funzione tutelando quella parte politica.
Dobbiamo chiaramente riflettere sulla portata delle conseguenze che, in modo rocambolesco e sconvolgente, potrebbe vedere un cambio di maggioranza, con l’ingresso al governo di Vedola. Saremmo costretti, allora, a uno spettacolo maleodorante oltre l’immaginabile, di una sinistra che aizza la piazza contro il Renzi amico del caimano che approva leggi liberali e di centrodestra, per poi dimenticare tutto e fare comunella, sostituendo Alfano e facendo nascere un governo sbilanciato a sinistra e fuori dalle larghe intese; l’ennesimo nato per intrighi di palazzo e non per consenso popolare. Fantapolitica? Chi conosce la storia della seconda Repubblica, soprattutto nella sua prima parte, sa che la sinistra è capace di tutto.
C’è solo un altro scenario possibile, oltre al precedente. Renzi sa bene che un anno in più a Palazzo Chigi lo logorerà. Oggi è segretario e Premier e vive di rendita per il risultato delle primarie e per la distruzione del centrodestra da parte delle inchieste di questi anni e dei tanti errori commessi. All’orizzonte, però, la forza politica di Salvini potrebbe crescere e creare nuovi scenari oggi solo ipotizzabili. Scenari che hanno bisogno di gestazione lunga, non certo di pochi mesi. E’ così che, forse, un Renzi impavido potrebbe avere deciso di andare all’incasso; provocare il voto ora, dato che il vento gli è ancora favorevole. E vincere contro un centrodestra diviso e non ancora riorganizzato; non pronto al voto. Così facendo Matteo potrebbe tornare Premier ma, stavolta, con i suoi uomini di fiducia in maggioranza tra gli scranni parlamentari. A quel punto la parabola politica di Matteo si impennerebbe, non avendo davanti a se più nessun ostacolo. Quale scenario si materializzerà? Berlusconi è davvero sconfitto o ci sarà un colpo di scena? Sarà lo scioglimento delle camere il primo provvedimento del nuovo Presidente della Repubblica? Lo scopriremo molto presto.