Da qualche anno ormai la notte tra il 31 ottobre ed il primo novembre anche in Italia si festeggia la notte di Halloween. Una festa che non ci appartiene, dal puro sapore commerciale, che rischia seriamente di uccidere e sostituire la nostra tradizione, rappresentata dalla commemorazione dei defunti, con il nulla. Un’invasione culturale che avviene a scapito delle tradizioni Italiane. Ecco perché sosteniamo si debba avere il dovere morale, per una corretta consapevolezza culturale, di boicottare tale festa, valorizzando o addirittura riscoprendo la nostra vecchia e cara festa di Ognissanti e dei nostri amati fratelli defunti, partendo soprattutto dalle scuole. Se è vero come è vero che le nostre tradizioni sono la nostra cultura ed essa la nostra identità, è inammissibile che nelle nostre scuole, primario luogo di educazione e di insegnamento della cultura, si dia spazio a tale festa. Come se essa fosse una tipica usanza Italiana. Insomma l’ennesima invasione culturale d’oltreoceano, priva di significato ma frutto esclusivo di un’esterofilia spinta e sconclusionata.
E’ una questione di identità e di cultura: difendiamola. Questa festa importata in Italia sulla scia del consumismo, è stata messa al bando anche dalla Chiesa cattolica che la considera finanche uno sgarro all’identità cristiana, perché niente ha a che vedere con la visione cristiana della vita. Ecco perché bisogna promuovere gli incontri con i genitori nelle scuole materne ed elementari per far riscoprire loro le antiche tradizioni non solo della nostra Patria, ma delle singole Regioni.
Diciamolo…è’ da qualche decina d’anni che si è fatta sempre più popolare tra i bambini, i ragazzi e i giovani, la festa di Halloween, che è la festa degli spiriti, dei fantasmi, dei vampiri, delle streghe, dei licantropi e dei mostri sanguinari…..si ma soprattutto delle discoteche, dei night, del consumo ad ogni costo.
Ma possibile che nel nostro tempo tutto ha un prezzo? Ci siamo veramente resi conto che abbiamo via via sacrificato la nostra storia, le nostre identità sull’altare del consumo globale? Sull’altare di un’identità unica, mondiale? Io penso che la frenesia quotidiana ci ha anestetizzati e non ci siamo più accorti dove stavamo andando, ed oggi dove siamo finiti….